2019-04-09
Dai topi anti mina ai cani infermieri. Quando gli animali lavorano per noi
I pesci garra rufa sono famosi per le pedicure, ma ci sono anche roditori impiegati nelle zone di guerra per localizzare gli esplosivi, «porn dog» che annusano i pedofili e bruchi ecologici che divorano la plastica.Anche gli animali lavorano (per noi). E a spesso sono chiamati a svolgere mestieri ingrati. Come i garra rufa, anche noti come Doctor Fish: questi piccoli pescetti d'acqua dolce, privi di denti e non più lunghi di 14 centimetri, sono richiestissimi esperti di pedicure nei saloni di bellezza da quando le celebrities, a partire dal clan Kardashian, hanno lanciato la moda. La fish pedicure, diffusa anche in Italia, funziona così: s'immergono i piedi in una vaschetta d'acqua e subito arriva un plotone di pesciolini che, come piccole ventose, succhiano letteralmente dalle estremità le pellicine. I garra rufa, che si trovano nei fiumi e nei laghi della Turchia e di località asiatiche, dove ripuliscono le rive dalle alghe nere e di detriti di origine animale, sono veri professionisti del peeling: in Asia li impiegano fin dall'antichità per curare la psoriasi.La larva della Galleria mellonella, alla pelle morta preferisce un pasto ancora più indigesto: è ghiotta di plastica. Ad accorgersene è stata una ricercatrice italiana in biologia molecolare, Federica Bertocchini: «La scoperta del bruco mangiaplastica è avvenuta per caso. Ho l'hobby dell'apicoltura, e l'abitudine - in inverno - di tenere gli alveari vuoti in casa. Nel tirarli fuori per la primavera, l'anno scorso mi sono accorta che erano pieni di questi bachi. Così li ho ripuliti, raccogliendo i bachi in una borsa di plastica. Qualche ora dopo era già piena di buchi e le larve libere», ha raccontato Bertocchini, che ha pubblicato il suo studio su Current Biology insieme a Paolo Bombelli e a Chris Howe, entrambi biochimici dell'Università di Cambridge. Questo verme dall'aspetto innocuo, che trova le sostanze inquinanti un boccone prelibato e grazie agli enzimi che possiede riesce a «digerirne» il doppio di altri organismi con capacità simili, in futuro potrebbe lavorare per noi aiutandoci a smaltire i milioni di tonnellate di polietilene che abbiamo sparso per il pianeta, contribuendo all'aggregazione di isole di plastica in mezzo agli oceani.Anche per pecore e capre ci siamo inventati un mestiere, trasformandole in tosaerba. La sindaca Virginia Raggi tempo fa aveva detto che intendeva utilizzarle per curare il verde di Roma, il progetto aveva scatenato l'ironia e gli sfottò del Web e poi non se n'era fatto niente. Altrove però l'utilizzo di ovini tosaerba è una cosa serissima. Per esempio in Francia, dove questa pratica è diventata un vero e proprio business, fiutato fra gli altri da un'azienda, la Ecomouton di Sylvain Girard, che noleggia le sue oltre 1.500 pecore a istituzioni pubbliche (scuole, prigioni, parchi) e aziende private di varia natura. «Rispetto alla falciatura meccanica», spiegano dalla sede posizionata a Sud della capitale francese, «l'eco-pascolo può consentire un risparmio economico fino al 25% sul budget di manutenzione degli spazi verdi». Se ne sono accorte anche le aziende ferroviarie, che utilizzando le pecore di Ouessant anche per brucare l'erba che invade i binari. Oggi, a Parigi le pecore si trovano dappertutto, perfino in tangenziale e sulle strade a grande percorrenza.I falchi, invece, sono impiegati già da tempo per frenare l'invasione di piccioni nelle nostre città. Nel rispetto delle regole animaliste i rapaci non hanno la funzione di uccidere i cugini pennuti ma solo quella di spaventarli e allontanarli. Il piccione non è un volatile cacciabile, la legge lo vieta. E altri rimedi, come gli spuntoni, le reti, il mangime anticoncezionale oppure i versi registrati di rapaci sono spesso risultati inefficienti. Anche i topi, i roditori tanto odiati e perseguitati in tutte le grandi città, se usati in modo adeguato possono svolgere ruoli delicatissimi salvando vite umane. In Afghanistan, Cambogia, Angola, Mozambico, Vietnam e Laos sono considerati veri supereroi, perché in anni di lavoro hanno scovato decine di migliaia di mine inesplose, bonificando più di 60 milioni di metri quadri di territorio. Gli HeroRats, topi-eroi addestrati dalla Ong belga Apopo, in anni di lavoro hanno scovato decine di migliaia di mine inesplose e salvato altrettante vite dalla deformità (solo in Cambogia sono più di 40mila le persone private di gambe e braccia dalle mine), bonificando più di 60 milioni di metri quadri di territorio. Grazie al loro fiuto (individuano l'esplosivo, non il metallo), i topi impiegano circa 11 minuti per localizzare gli ordigni, operazione che a una squadra di sminatori umani armati di metal detector richiederebbe almeno cinque giorni di lavoro. Legati a una fune, tenuta dagli operatori locali ed eroi anche loro, i roditori vengono tenuti al guinzaglio e lasciati vagare per il campo. Quando iniziano a grattare la terra, lì c'è una mina. E un uomo amputato in meno. Nessun HeroRat è mai morto sul lavoro: sono troppo leggeri per innescare lo scoppio. E alla fine della missione vengono premiati con banane e noccioline.A dar noia ai topi, come sempre, ci sono i gatti. A Londra sono numerosi i micetti che prestano servizio come «civil servant» a Downing Street per tenere lontani ratti e altri intrusi. Anche al Quai d'Orsay, il regno francese della diplomazia parigina, sono stati assegnati due gatti, Nomi e Noè. Gli animali hanno un compito preciso: lottare contro l'invasione di topi al ministero degli Affari esteri, che si affaccia sulla rive gauche della Senna. L'incarico è impegnativo: Parigi è invasa dai topi e molte sedi istituzionali sono nelle stesse condizioni, con trappole posizionate ovunque anche all'Eliseo. A proteggere i libri vecchi di cinque secoli nelle biblioteche di Mafra e di Coimbra, in Portogallo, ci pensano 500 piccoli pipistrelli, lunghi appena due centimetri e mezzo, ghiotti di pesciolini d'argento, gli insetti che si nutrono di carta.I lavoratori più versatili però sono i cani: il loro impiego come bagnini, o per cercare dispersi è noto. Ma svolgono anche mestieri meno conosciuti. Per esempio gli «alert dog» sono dei cani addestrati a riconoscere le crisi ipoglicemiche e iperglicemiche delle persone affette da diabete di tipo 1, con risultati straordinari soprattutto per i bambini. Sono in grado di riconoscere la concentrazione di glucosio nella saliva, nel sudore e in altri umori del corpo e di avvisare i genitori del piccolo. Alcuni sono stati addestrati anche a prendere il kit per il diabete, altri addirittura prendere un succo di frutta e portarlo al pupo. I «porn dogs», invece, sono impiegati nelle indagini contro i pedofili (anche se sempre più spesso nel mirino del loro naso entrano anche i terroristi). Questi cani delle unità di «electronic detection» sono addestrati a fiutare l'adesivo che di solito è utilizzato nei dispositivi elettronici di memorizzazione (come penne Usb, hard disk, tablet, iPad e sim card) dove spesso vengono nascosti i materiali pedopornografici. Altri invece sanno dove trovare i soldi. I «cash dog» riconoscono l'odore degli inchiostri utilizzati nella stampa delle banconote e la Guardia di finanza li usa per combattere il riciclaggio di denaro sporco. E, a per ogni mazzetta, hanno diritto a un croccantino. Anche l'arte è roba da cani. Lo scorso anno il Museum of Fine Arts di Boston ha assunto Riley, un cucciolo di weimaraner, per addestrarlo a fiutare tarme o altri parassiti ce posso danneggiare le opere esposte. L'esperimento è ancora in corso ma se Riley si dimostrerà all'altezza del suo compito, anche i cani andranno al museo.
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