2025-10-30
Dai dazi ai social: oggi vertice Donald-Xi
Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)
È il giorno del summit tra il presidente Usa e quello cinese: sul tavolo pure i dossier terre rare, soia, Taiwan, crisi in Medio Oriente e Kiev. Il tycoon sigla un super accordo con la Corea del Sud: tariffe più leggere sulle auto in cambio di 350 miliardi di investimenti.Ci siamo. Oggi, il tour asiatico di Donald Trump dovrebbe raggiungere il suo punto culminante: il presidente americano avrà, infatti, l’atteso faccia a faccia con Xi Jinping. «Domani mattina (stamattina, ndr) incontrerò il presidente Xi. Un incontro di tre ore, tre, quattro ore», ha dichiarato, ieri, l’inquilino della Casa Bianca, mostrando un certo ottimismo. «Andrà tutto molto bene per tutti e non vedo l’ora di vederlo», haaffermato Trump, riferendosi all’omologo cinese. «Penso che troveremo un accordo. Penso che sarà un buon accordo per entrambi. E questo è davvero un ottimo risultato», ha aggiunto.Nel frattempo, anche la Cina ha confermato l’incontro. «Come concordato tra Cina e Stati Uniti, il presidente Xi Jinping incontrerà il presidente Donald Trump a Busan, nella Repubblica di Corea, il 30 ottobre (ora locale) per uno scambio di opinioni sulle relazioni bilaterali e su questioni di reciproco interesse», ha riferito ieri il governo di Pechino. In particolare, il ministero degli Esteri cinese ha fatto sapere che i due presidenti avranno una «comunicazione approfondita su questioni di importanza strategica e a lungo termine per le relazioni tra Cina e Stati Uniti, nonché su importanti questioni di reciproco interesse». «Siamo disposti a collaborare con la parte statunitense per promuovere esiti positivi da questo incontro, fornire nuove linee guida per lo sviluppo stabile delle relazioni tra Cina e Stati Uniti e infondere nuovo slancio», ha proseguito. I due leader dovrebbero innanzitutto affrontare varie questioni commerciali, a partire da quelle contenute nell’accordo quadro raggiunto domenica a Kuala Lumpur.Sotto questo aspetto, parleranno di dazi, terre rare, soia e, probabilmente, di TikTok. In secondo luogo, si prevedono discussioni sui principali dossier geopolitici: soprattutto Medio Oriente, Ucraina e Asia orientale. Proprio ieri, Pechino ha fatto sapere di non voler escludere aprioristicamente l’uso della forza per arrivare a quella che il Partito comunista cinese definisce la «riunificazione» con Taiwan. Segno, questo, del fatto che, al netto della distensione commerciale in corso, le tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino restano sul tavolo. La Cina teme l’attivismo politico-diplomatico di Trump nel Sudest asiatico e in Asia orientale. Il Dragone ha, inoltre, mostrato irritazione quando, l’altro ieri, il premier nipponico, Sanae Takaichi, ha affermato che «il Giappone è impegnato a rafforzare radicalmente le sue capacità di difesa».Come noto, l’incontro tra Trump e Xi Jinping avverrà a margine del vertice dell’Asia-Pacific economic cooperation, che si tiene in Corea del Sud: Paese, quest’ultimo, dove il presidente statunitense è stato accolto ieri trionfalmente, per essere poi insignito della più alta onorificenza nazionale, il Grand’ordine di Mugunghwa. In questo quadro, Trump, che riceverà Viktor Orbán alla Casa Bianca la prossima settimana, ha puntato a rafforzare i legami tra Washington e Seul. «La Repubblica di Corea è una cara amica americana e una stretta alleata e, come possiamo vedere in questa splendida città, è davvero una delle nazioni più straordinarie al mondo», ha detto, definendo il presidente sudcoreano Lee Jae Myung «una persona straordinaria». L’inquilino della Casa Bianca ha anche rivelato che un accordo commerciale tra Washington e Seul risulterebbe «praticamente finalizzato». «Lo abbiamo fatto. Abbiamo raggiunto un accordo e abbiamo fatto molte cose diverse», ha detto.Secondo quanto riferito dal governo di Seul, la Corea del Sud investirà 200 miliardi di dollari negli Stati Uniti e parteciperà a una partnership nel settore della cantieristica navale dal valore di 150 miliardi. Washington, dal canto suo, dovrebbe ridurre i dazi sulle auto. È, insomma, sempre più chiaro come, pur a fronte del disgelo commerciale in corso, Trump stia mirando a rafforzare delle alleanze volte ad arginare l’influenza di Pechino in Asia: le tappe che il presidente americano ha effettuato in Giappone e Corea del Sud lo dimostrano. Così come lo dimostrano gli accordi economici che l’inquilino della Casa Bianca ha stretto domenica con Malesia, Cambogia, Thailandia e Vietnam.Sembra, invece, che alla fine non avrà luogo l’incontro tra Trump e Kim Jong Un. «Conosco molto bene Kim Jong Un. Andiamo molto d’accordo. Non siamo riusciti a far coincidere i tempi», ha detto, ieri, il presidente americano che, alcuni giorni fa, si era detto aperto a incontrare il leader nordcoreano. «Ci concentreremo su Xi, ma lavoreremo duramente con Kim e tutti gli altri per risolvere le questioni pendenti», ha aggiunto Trump. «Sono molto contento che sei disposto e aperto a dialogare con il presidente Kim e la posizione in sé è molto importante per noi», ha dichiarato, per parte sua, Lee Jae Myung. Il fatto che Trump tenda un ramoscello d’ulivo alla Corea del Nord è significativo, visto che, al di là dell’amicizia di facciata, Xi guarda con sospetto a Pyongyang sia per il suo attivismo nucleare sia per i suoi stretti legami con Mosca nel settore della Difesa.D’altronde, la competizione tra Pechino e Washington ha luogo anche in Medio Oriente. Ieri, il principe ereditario saudita, Mohammad Bin Salman, ha ricevuto il vicepresidente cinese, Han Zheng, a Riad. Tutto questo, mentre, intervenendo alla conferenza della Future investment initiative sempre ieri e sempre a Riad, il figlio di Trump, Donald jr, ha dichiarato che bisogna «fermare l’egemonia cinese». Nel frattempo, Humain - società operante nel settore dell’Ia sotto l’ombrello del fondo sovrano saudita - non acquisterà apparecchiature da Huawei.
Emanuele Fiano (Getty Images)
Emanuele Fiano (Imagoeconomica)