2018-08-29
Dà una risposta scomoda per i gay, il Pontefice censurato dal Vaticano
Un reporter chiede a Jorge Bergoglio quale consiglio darebbe al papà di un omosessuale. Francesco parla dell'età: «Se fosse un bimbo, c'è anche la psichiatria». Poi però l'ufficio stampa non trascrive il riferimento medico.L'arcobaleno non bisogna nemmeno sfiorarlo: guai a farsi scappare dalle labbra una parolina sgradita, una mezza frase controversa, un fiato che possa indispettire il popolo Lgbt. La regola vale per giornalisti e intellettuali, per tutti i comuni mortali, ma non risparmia neanche il Papa. Agli artigli del politicamente corretto neppure Francesco può sfuggire. Anche perché, a quanto pare, in Vaticano c'è qualcuno che è molto (persino troppo) attento a ciò che il pontefice dice a proposito degli omosessuali. Tanto da censurare le esternazioni sgradite agli attivisti. Andiamo subito al caso concreto. Domenica notte, papa Bergoglio si trovava a bordo di un aereo di ritorno da Dublino, dove ha partecipato all'incontro mondiale delle famiglie. Sul volo con lui erano presenti numerosi giornalisti, e il pontefice ha cordialmente risposto alle loro domande. Qualcuno ha affrontato il tema immigrazione, altri hanno sollecitato dichiarazioni sul tema degli abusi sessuali, altri ancora hanno chiesto lumi sul memoriale di monsignor Carlo Maria Viganò pubblicato dal nostro giornale (e la risposta di Francesco è ormai nota). A un certo punto, ha preso la parola Javier Romero, cronista dell'agenzia Rome reports, e ha domandato: «Che cosa pensa lei, che cosa vorrebbe dire lei a un papà, a un padre, al quale il figlio dice che è omosessuale e che vuole andare a convivere con il suo compagno?». Il Papa ha dato una risposta piuttosto articolata. «Sempre ci sono stati gli omosessuali e le persone con tendenze omosessuali. Sempre. Dicono i sociologi, ma non so se sia vero, che nei tempi di cambiamenti d'epoca crescono alcuni fenomeni sociali ed etici, e uno di questi sarebbe questo. Questa è l'opinione di alcuni sociologi. La tua domanda è chiara: cosa direi io a un papà che vede che suo figlio o sua figlia ha quella tendenza», ha detto Bergoglio. Subito dopo, ha aggiunto: «Io gli direi anzitutto di pregare: prega. Non condannare, dialogare, capire, fare spazio al figlio o alla figlia. Fare spazio perché si esprima».Insomma, il Papa ha usato toni più che morbidi. Ha parlato di dialogo, di ascolto, di comprensione. Ha invitato i genitori a lasciare campo libero all'espressione dei figli. Di fatto, ha spiegato che il rifiuto e la chiusura di fronte a una dichiarazione di omosessualità non servono. Dopo questa premessa non irrilevante, Bergoglio ha fatto qualche considerazione ulteriore. «Poi, in quale età si manifesta questa inquietudine del figlio?», ha ragionato. «È importante. Una cosa è quando si manifesta da bambino, quando ci sono tante cose da fare, con la psichiatria o... per vedere come sono le cose. Un'altra cosa è quando si manifesta dopo i vent'anni o cose del genere, no?». Il senso del discorso è chiarissimo: se un bambino o comunque un ragazzino molto giovane afferma di essere omosessuale, bisogna prendere la faccenda con la dovuta cautela, verificare, darsi il tempo di approfondire, magari anche attraverso una terapia. Se invece a dirsi gay è un figlio ormai adulto, è tutto un altro paio di maniche. Puro buon senso, dunque. Peraltro, sempre accompagnato da un'estrema comprensione: «Ma io mai dirò che il silenzio è il rimedio», ha detto Francesco. «Ignorare il figlio o la figlia con tendenza omosessuale è una mancanza di paternità e maternità. Tu sei mio figlio, tu sei mia figlia, così come sei; io sono tuo padre e tua madre, parliamo. E se voi, padre e madre, non ve la cavate, chiedete aiuto, ma sempre nel dialogo, sempre nel dialogo. Perché quel figlio e quella figlia», ha ribadito il pontefice, «hanno diritto a una famiglia e la famiglia è questa che c'è: non cacciarlo via dalla famiglia. Questa è una sfida seria alla paternità e alla maternità». È evidente che il Papa ha voluto mandare un messaggio forte a chi ha figli omosessuali. Una posizione, la sua, non certo ostile al mondo Lgbt, anzi decisamente favorevole. Eppure c'è chi non ha voluto gradire. Vari esponenti dell'universo arcobaleno sono esplosi d'indignazione per il passaggio sulla psichiatria. «Le parole di papa Bergoglio sono gravi soprattutto perché dette in un momento drammatico della Chiesa che dimostra come il clero ha spesso abusato e approfittato delle bambine e dei bambini», ha gridato l'attivista Imma Battaglia. «Questa dichiarazione è lo specchio di una chiesa stordita, confusa dalla crisi che sta affrontando. Chiedere scusa non è sufficiente». Beh, in effetti il Vaticano non si è limitato a chiedere scusa. Ha fatto molto di più, come ha notato Marco Tosatti sul suo sito (www.marcotosatti.com): ha censurato la risposta del Papa, cancellando il passaggio sgradito ai militanti gay. Nei numerosi video che circolano sul Web, pubblicati dai principali quotidiani italiani, si sentono chiaramente le frasi di Francesco: «Una cosa è quando si manifesta da bambino, quando ci sono tante cose da fare, con la psichiatria o... per vedere come sono le cose». Ma sul sito del Vaticano la frase cambia e diventa: «Una cosa è quando si manifesta da bambino, quando ci sono tante cose che si possono fare, per vedere come sono le cose». Il sito Web della Santa sede riporta resoconti puntualissimi di tutti gli interventi papali. Ogni parola pronunciata durante la conferenza stampa papale (domande dei cronisti comprese) è riportata con accuratezza. Ci sono tutte, le parole, tranne una: psichiatria. Come mai? Capirlo non è difficile: il riferimento alla terapia ha fatto irritare il mondo Lgbt, e allora una attenta manina ha pensato bene di utilizzare le forbici: l'arcobaleno non bisogna sfiorarlo nemmeno come un dito.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)