2022-11-14
Da Soros a Bill Gates ai Kennedy. Ecco chi finanza i teppisti verdi
I gruppi di attivisti locali, tra cui gli italiani di Ultima generazione, appartengono alla rete internazionale A22 sostenuta dal Climate emergency fund. Che è alimentato dai paperoni interessati agli investimenti «green». Il sistema è quello delle matrioske: piccoli gruppi di anonimi attivisti locali (in Italia Ultima generazione, quella che blocca autostrade e imbratta i quadri nei musei), strutturati all’interno di una rete internazionale (la A22), coordinata e sovvenzionata da una «holding» globale (il Cef), che a sua volta è finanziata da donatori privati, il 90% dei quali sono miliardari. È questo il sistema che ruota intorno al Cef, o Climate emergency fund, organizzazione non profit con sede nell’esclusiva Beverly Hills, che finanzia i ragazzi protagonisti di tutte le azioni radicali avviate negli ultimi mesi, definita «una delle sei organizzazioni climatiche più importanti al mondo». Il Climate emergency fund è stato fondato nel 2019 da Trevor Neilson - ex strettissimo collaboratore di Bill Gates - da Aileen Getty - figlia di John Paul Getty II dell’omonima compagnia petrolifera - e da Rory Kennedy, figlia di Bob Kennedy. Il Cef nasce da un’idea di Neilson, classe 1972, «enfant prodige» che ha fatto del business filantropico la sua professione. Al secondo anno di università, lasciò gli studi per la Bill & Melissa Gates Foundation e diventò addirittura il portavoce personale della coppia. Dopo l’incarico di direttore delle comunicazioni, Gates nominò Neilson direttore dei progetti speciali, dove è responsabile di importanti partenariati tra cui l’International Aids vaccine initiative. In questo ruolo, Neilson è attivo nell’iniziativa One campaign organizzata da Bobby Shriver, nipote di John F. Kennedy, e incontra Rory Kennedy, avvicinandosi nel frattempo al mondo radical-chic dei democratici americani: diventa membro della Clinton global initiative e svolge un ruolo attivo nella campagna per la rielezione di Barack Obama. Nel frattempo, si trasferisce a New York e costruisce un vero e proprio sistema strutturato intorno alle emergenze climatiche e alle energie rinnovabili, sotto l’ombrello della Global business coalition, fondata da George Soros e da Ted Turner, proprietario della Cnn, con il contributo di Bill Gates. Ad esempio, aiuta Brad Pitt a lanciare la fondazione Make it right per ricostruire un distretto di New Orleans dopo l’uragano Katrina, poi chiamata in tribunale in una causa collettiva conclusasi con un risarcimento di 20 milioni di dollari per aver costruito alloggi scadenti per i residenti a basso reddito. Neilson opera con oltre 60 filantropi miliardari e personaggi dello star business americano, a cominciare, appunto, da Brad Pitt e Bono. Le buone frequentazioni Dem lo conducono ad Aileen Getty, che nel 2019 dona i primi 500.000 dollari per fondare, insieme con lui e Rory Kennedy, il Climate emergency fund, ispirato a Soros, Bill Gates e a Greta Thunberg, oltre che ai manifestanti di Extinction rebellion. Contemporaneamente, fonda WasteFuel, società che produce, guarda caso, carburanti sostenibili. E qui il cerchio si chiude: Neilson, pupillo di Gates, con una mano sovvenziona ragazzi che compromettono la propria fedina penale per lottare contro i fossili, con l’altra produce energia sostenibile: geniale (ma gli attivisti lo sanno?). La filosofia del Cef è sponsorizzare in tutto il mondo, ogni giorno, azioni di disobbedienza civile, non violente e legali, per fare pressione sui governi, fino a che questi non varino leggi a favore delle energie alternative. «Noi finanziamo il reclutamento, la formazione, le spese legali e le azioni. Il movimento deve agire come se la verità fosse reale, impiegando comunicazioni di emergenza e tattiche militanti (sic)», ha dichiarato Margaret Klein Salamon, direttore esecutivo del Cef e autrice del libro Portare l’opinione pubblica in modalità di emergenza: missione compiuta. A fare il lavoro sporco, tanto, ci pensano i ragazzi, ingaggiati in tutto il mondo con la chimera del pianeta green: dalla nascita nel 2019 a oggi, il Cef ha «formato» 22.000 attivisti e ne ha mobilitati oltre 1 milione, finanziando un centinaio di organizzazioni e fondandone altre 43. Queste si raccolgono intorno alla Rete A22. I «soldati del clima», bravi ragazzi arruolati dal Cef, spesso si espongono all’arresto, a dispetto della «legalità» delle loro azioni: alcuni di loro sono già stati in carcere decine di volte. Molti sono volontari e lavorano gratis per anni, ma dietro di loro c’è una struttura che - godendo oltretutto delle esenzioni dalle imposte federali sul reddito concesse alle organizzazioni «501(c)», quale è il Climate emergency fund - gestisce importanti flussi di denaro. Da dove arrivano? Il Cef è una macchina da soldi, ma con le donazioni dei normali cittadini raccoglie non più di 12.000 dollari al mese. Gran parte dei fondi attraverso i quali si sostiene, e foraggia i movimenti affiliati in tutto il mondo, viene in realtà dai ricchi «filantropi»: il 14% dei sostenitori del Cef rappresenta l’89% dei suoi finanziamenti (non documentati sul sito della fondazione). Una delle principali sostenitrici è, appunto, Aileen Getty, che nel 2021 ha donato un altro milione di dollari. Il regista Adam McKay ha versato al Cef 4 milioni di dollari. Altri generosi sostenitori del Cef sono la Errol Foundation di Sébastien Lepinard (fondo NextWorld), la Eutopia Foundation di Albert Wenger, partner di un fondo di venture capital, e il Carbon critical fund. Lo scettico del clima Paul Homewood ha inoltre citato George Soros come finanziatore di uno dei partner del Cef, il movimento Extinction rebellion: nel database di Xr, poi reso inaccessibile, alla voce «Progetti di raccolta fondi», è stato trovato il suo nome, ma è l’unico donatore del quale non è stato specificato l’importo devoluto. Il responsabile finanziario di Xr, Andrew Medhurst, ha smentito la notizia, mentre la fondazione Open society di Soros, interpellata a riguardo, non ha confermato (ma neanche negato). Nessun problema se la grande finanza gira intorno al business del clima? «In effetti», ha dichiarato Margaret Klein Salamon al Guardian, «siamo consapevoli delle possibili accuse di “corruzione capitalista”, ma», si difende, «il Cef non ha mai chiesto ai suoi movimenti di attenuare le proteste». È davvero così? Nel dicembre 2019 l’azione di Xr (partner Cef) contro l’aeroporto di Heathrow è stata abbandonata. Forse perché uno dei maggiori finanziatori di Xr, il miliardario Chris Hohn, ha una partecipazione di centinaia di milioni di euro nello stesso aeroporto? Un capitolo a parte meritano le forme di erogazione delle sovvenzioni. Un’inchiesta del Jerusalem Post ha evidenziato che molti di questi movimenti che si riuniscono sotto il Cef ricevono elargizioni in criptovalute. Uno di questi è Just stop oil: il movimento offre la possibilità di effettuare donazioni in Ethereum, segnalata dal sito Web Digiconomist nel 2021 perché ogni singola transazione effettuata con questa valuta produce grossomodo la stessa quantità di emissioni di CO2 di una famiglia media americana in 2,5 giorni. Ciò, secondo il Jerusalem Post, significa che «la criptovaluta consuma ogni anno più di tutta la Danimarca». A fine settembre, Ethereum ha dichiarato di essere passata a un piano più ecologico, ma Just stop oil, che ha l’obiettivo primario di ridurre le emissioni nel Regno Unito, «ha comunque sostenuto l’uso della criptovaluta con un tasso di emissione annuale di CO2 di oltre 11 milioni di tonnellate», riferisce il Jerusalem Post. Dettagli.
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