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Da Augusta al Friuli torna l’allarme per i focolai scatenati dai migranti positivi

Da Augusta al Friuli torna l’allarme per i focolai scatenati dai migranti positivi
Ansa
  • In corso in Sicilia 410 tamponi sugli ultimi sbarcati. Massimiliano Fedriga: «Rischiamo di cambiare colore». Presi tre scafisti a Crotone
  • Nelle grandi città di Francia bande di stranieri sfidano la polizia organizzando «rodei» in moto

Lo speciale contiene due articoli


Le procedure per lo sbarco ad Augusta della Geo Barents, la nave di Medici senza frontiere che dopo il «niet» di Malta ha puntato sull'Italia ottenendo il porto sicuro a sette giorni dalle operazioni a largo della Libia, sembrano essere particolarmente lunghe e delicate. Il personale sanitario dell'Asp di Siracusa sta eseguendo i tamponi ai 410 passeggeri. Uno di loro è stato già trasferito d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale Muscatello per una presunta polmonite. E tra i 410 di certo salterà fuori qualche tampone positivo. Per la variante Delta, scoperta isolando i tamponi di dieci stranieri sbarcati a Lampedusa, in Sicilia si dicono tranquilli: «Direi che siamo fuori pericolo. I dieci casi riscontrati sui migranti risalgono a fine maggio, parecchi giorni fa, se ci fosse stata una diffusione dei contagi sarebbe già emersa. Tutti i profughi che sbarcano sull'isola vengono immediatamente sottoposti a tampone e i positivi subito isolati. Il sequenziamento che ha documentato la variante è stato effettuato a Palermo, ma i casi erano già stati individuati e posti in isolamento», afferma Francesco Cascio, responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa.

In Friuli Venezia Giulia, invece, la preoccupazione cresce. Agli undici stranieri positivi riscontrati negli ultimi giorni in un centro d'accoglienza di Trieste, ieri se ne sono aggiunti altri tre. I sindaci friulani avevano già chiesto l'intervento dell'esercito per tenere sotto controllo i positivi. Le segnalazioni di richiedenti asilo che durante la notte si allontanano dai centri d'accoglienza ormai non si contano e, denunciano i sindaci, ci sono carenze nel sequenziamento delle varianti importate dall'estero. E se il Friuli Venezia Giulia è finito in zona bianca a rischio moderato è «per i positivi riscontrati tra gli immigrati entrati irregolarmente», fa sapere il governatore Massimiliano Fedriga. «Faccio un appello al ministro dell'Interno affinché impedisca l'ingresso di immigrati irregolari nel nostro territorio», ha sottolineato Fedriga, «già sono profondamente contrario, se poi entrano con il virus? Ogni giorno troviamo contagiati dalla popolazione entrata irregolarmente. Faccio perciò un appello affinché il ministro dell'Interno si occupi in modo concreto del confine orientale».

Ma i clandestini continuano a muoversi liberamente sul territorio nazionale. Ieri sette pachistani, tutti molto giovani, sono stati scoperti all'interno di un tir, proveniente dalla Polonia, che trasportava materiale alla Ibs di corso Susa a Ferriera di Buttigliera Alta (Torino). A trovarli sono stati i dipendenti della ditta, che hanno fornito loro assistenza fino all'arrivo dei carabinieri. L'autotrasportatore non sapeva che a bordo ci fossero gli stranieri.

E anche gli sbarchi non si fermano. A Crotone la Guardia di finanza ha arrestato tre scafisti trafficanti di esseri umani. E se in passato la maggior parte delle barche a vela mirava a spiaggiare lungo la costa, cercando di sgusciare fra le maglie del pattugliamento marittimo, permettendo a trafficanti e migranti di disperdersi sul territorio, adesso la strategia è cambiata: gli scafisti simulano una situazione di emergenza in mare per sfuggire alle responsabilità penali legate all'introduzione di stranieri nel territorio italiano, oppure trasbordano in alto mare gli immigrati in imbarcazioni più piccole, per poi fuggire. E così l'altra notte, a bordo di una imbarcazione sono arrivati in 31, di nazionalità afgana, iraniana, irachena e siriana, accompagnati da uno scafista privo di documenti, presumibilmente iracheno. Poco dopo è stata intercettata una seconda barca a vela, che, a dispetto delle invocazioni telefoniche di aiuto, aveva continuato ad avvicinarsi alla costa. A bordo c'erano 53 stranieri, tra iraniani, iracheni e turchi. Con loro c'erano due scafisti turchi. Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, si è complimentato per l'operazione.

Ma nel frattempo vengono smantellati i sistemi che tengono a distanza i taxi del mare. Subentra, infatti, una norma meno afflittiva e la sanzione da 300.000 euro e la confisca della nave vengono annullate. Il primo caso è quello della nave Eleonore della Ong tedesca Mission lifeline, che il 2 settembre 2019 era stata raggiunta dal provvedimento del governo di divieto di ingresso in acque territoriali italiane. La Eleonore, con 101 passeggeri, se ne era fregata e aveva deciso di forzare il divieto, facendo rotta su Pozzallo. La nave venne sottoposta a sequestro amministrativo cautelare dopo lo sbarco. A gennaio 2020 al comandante e proprietario della Eleonore, Claus Peter Reisch, venne notificato dalla prefettura di Ragusa un'ingiunzione da 300.000 euro e la confisca. Ma ora il giudice della sezione civile del tribunale di Ragusa, senza entrare nel merito, ha deciso di applicare il principio della disciplina più favorevole e, «sulla scorta della disciplina non più vigente», ovvero i decreti sicurezza, ha annullato il provvedimento della prefettura. Niente sanzione né confisca. E ora Open Arms riprende a lagnarsi: «Con il governo Salvini non entravamo in porto, ora i porti non riusciamo a lasciarli». Veronica Alfonsi, portavoce italiana di Open Arms, se la prende con il governo «che blocca con fermi amministrativi del tutto arbitrari le navi umanitarie». La Open Arms, infatti, è bloccata a Pozzallo dal 17 aprile. «Il ministro dell'Interno si deve prendere le sue responsabilità», ha tuonato il leader della Lega, Matteo Salvini, «quest'estate noi abbiamo bisogno di turisti che pagano non di turisti che vengono distribuiti in giro per il Paese e devono farsi mantenere».

Immigrazione, sei francesi su dieci vogliono frenarla via referendum


Sei francesi su dieci sono favorevoli a esprimersi sulla limitazione dell'immigrazione, attraverso un referendum. È quanto è emerso da un sondaggio realizzato da Csa per il canale d'informazione CNews. Il tema è molto sensibile, soprattutto perché domani i francesi saranno chiamati alle urne per il primo turno delle regionali e dipartimentali.

Si tratta di una tornata che, secondo vari sondaggisti, potrebbe riservare sorprese, come la conquista di almeno una Regione da parte del Rassemblement national di Marine Le Pen. Tale scenario sembra piuttosto probabile soprattutto nella Provenza-Alpi-Costa-Azzurra, la Regione al confine con l'Italia. Più incerto è invece il risultato atteso nella Regione Haut-de-France, al confine con il Belgio. In entrambe l'immigrazione rappresenta un problema importante. A Sud, perché il flusso di clandestini - che risalgono l'Italia dopo essere sbarcati nello Stivale - resta particolarmente forte. A Nord, perché la città di Calais è il punto di arrivo di migliaia di disperati che sognano di arrivare in Gran Bretagna.

In questo quadro, non sorprende dunque che il 62% dei francesi voglia porre un freno all'immigrazione. Con la pubblicazione del sondaggio, i partiti di sinistra, di destra e la maggioranza macronista, hanno denunciato una presunta strategia di sostegno al Rassemblement. Questo partito chiede da tempo un referendum sul tema, ma l'Eliseo non ne vuol sapere. In realtà i vari partiti sanno che attorno a immigrazione e sicurezza ruoterà gran parte del dibattito politico dei prossimi mesi, fino alle presidenziali del 2022.

Ad esempio, Xavier Bertrand - presidente uscente e candidato alle regionali negli Hauts-de-France, nonché potenziale candidato all'Eliseo - tempo fa aveva proposto una riforma costituzionale in materia di immigrazione e laicità per rafforzare la lotta all'islamismo radicale. Anche Emmanuel Macron sa che la situazione potrebbe sfuggirgli di mano. Secondo CNews, in una recente riunione ministeriale alla quale partecipava il presidente della Repubblica, un consigliere gli ha ricordato che «l'accettazione dell'immigrazione» in Francia «è sempre più bassa». Per questo, da alcuni giorni, sta facendo un vero e proprio tour de France per cercare di tranquillizzare i suoi connazionali. Ma il bilancio dell'iniziativa è piuttosto negativo, se si considera il ceffone preso vicino alla cittadina di Valence e le invettive che vari cittadini gli hanno gridato nelle città visitate. Per le forze di sinistra, le cose vanno anche peggio visto che i rappresentanti nazionali e gli amministratori locali, continuano a difendere le pretese di varie minoranze e a tollerare la silenziosa infiltrazione dell'islam radicale nella società, ma anche la delinquenza.

Emblematico è il caso di Lione, dove Grégory Doucet - il sindaco verde eletto nel 2020 - oltre a varie iniziative ispirate all'integralismo ecologista, ha deciso di ridurre il numero delle telecamere di sorveglianza e degli agenti della polizia municipale. Peccato che gruppi di teppistelli provenienti dai quartieri caldi arrivino ormai a scorrazzare in rodei motociclistici, addirittura sotto le finestre dell'ufficio del sindaco lionese. Ai rodei partecipano anche molti minori immigrati, spesso drogati, sfruttati da trafficanti di ogni genere per varie attività legate alla piccola e media criminalità. Nelle ultime settimane il governo ha cercato di correre ai ripari, tenendo sempre un occhio fisso sul calendario elettorale. Qualche giorno fa il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, ha inviato una circolare ai prefetti, chiedendo loro di sequestrare sistematicamente i motocicli utilizzati per i «rodei» e avviare azioni penali per gli autori.

Di Maio verso un’altra promozione: diventerà vicesegretario dell’Onu
Luigi Di Maio (Ansa)
L’ex leader del M5s candidato in pectore a ricoprire l’incarico di coordinatore speciale delle Nazioni Unite per la pace in Medio Oriente. Pure la sua retribuzione fa un balzo: sfiorerà il mezzo milione di dollari all’anno.

Le vie di Giggino sono infinite. Altro che nove vite come i gatti, quelle di Luigi Di Maio non si contano più. In un modo o nell’altro si è sempre saputo riconvertire. E dopo che le opportunità in Italia si sono affievolite, ha iniziato a giocarsi le carte all’estero. Nel 2023 diventa rappresentante speciale dell’Unione europea per il Golfo Persico, e adesso è in corsa per un altro super incarico: coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente (Unsco).

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«L’euro digitale avrà per gli europei un costo di 1,2 miliardi all’anno»
Piero Cipollone (Ansa)
La stima di Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, intervenuto ad Atreju.

L’euro digitale costerà agli europei 1,2 miliardi di euro. La stima arriva dal membro del comitato esecutivo della Bce, Piero Cipollone, che ha parlato dal palco di Atreju, la manifestazione di Fratelli d’Italia.

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Dopo l’invasione dell’Ucraina, le banche centrali hanno iniziato a comprare il metallo giallo. Ora, per lo sblocco di 185 miliardi di asset di Mosca congelati, per Jefferies si crea un precedente che mette il turbo all’accumulo di «preziosi», che toccano i record.

L’oro e l’argento ci parlano da sempre. Sono metalli, preziosi. Sembra che siano lì a brillare e basta. In realtà indicano la strada a tutti gli investitori. Non a caso il mercato del metallo giallo è il più grande al mondo, più di Wall Street. Circa 30mila miliardi di dollari. Però è soprattutto la “plata” a essere un’autentica cartina di tornasole geopolitico-finanziaria.

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