2019-04-02
Da 30 anni c’è chi prevede la fine del mondo
I catastrofisti incolpano dei mutamenti climatici le attività umane e invocano misure drastiche. Ma gran parte degli scienziati ritiene che il riscaldamento globale sia di origine naturale. Dalle statistiche si scopre che gli uragani più violenti sono stati tra il 1850 e il 1930.Dal 1850 ad oggi la temperatura media del nostro Pianeta è aumentata di circa 0,8-1° gradi. La scienza è divisa tra due schieramenti sulla causa. Da una parte ci sono i cosiddetti scettici, che ritengono l'aumento di origine naturale, concordando con quanto riferito nel volume curato da Fred Singer con numerosi altri scienziati dal titolo La natura, non l'attività dell'uomo, governa il clima (2008, 21° Secolo edizioni). Dall'altra ci sono i cosiddetti catastrofisti che accusano le attività dell'uomo, in particolare l'immissione in atmosfera dei cosiddetti gas serra, anidride carbonica CO2 in particolare. I catastrofisti sono in linea con l'Ipcc (Intergovernmental panel climate change). Questo organismo fu fondato nel 1988 da due organismi delle Nazioni unite, l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) e il Programma delle nazioni unite per l'ambiente (Unep), per lo studio dei cambiamenti climatici, che elabora modelli per dimostrare che l'anidride carbonica emessa con l'uso dei combustibili fossili produce un riscaldamento globale, attribuendone la responsabilità alle attività antropiche. Non è un centro di ricerca: vi fanno parte migliaia di esperti di varie discipline (fisici dell'atmosfera, geologici, storici, eccetera), ma anche economisti e giuristi. Nel tempo numerosi scienziati esperti di clima si sono dissociati da questo organismo, che è sembrato adeguarsi a direttive politiche e ideologiche scientificamente non condivisibili. Così, ad esempio, si sono dimessi oltre 20 scienziati studiosi del clima, tra cui l'italiano Guido Visconti. Negli ultimi decenni i mass media si sono molto occupati dei problemi relativi al cambiamento climatico, dando risalto prevalentemente alle opinioni dei catastrofisti. Nel 1989 La Repubblica titolò: Dieci anni per salvare la Terra. Nel 2007 sempre La Repubblica: Ambiente, due anni per salvare il mondo. È inoltre frequente leggere o ascoltare dai mass media frasi come questa: «Oltre il 97% degli scienziati che si occupano di clima sono d'accordo nell'attribuire alle attività dell'uomo la causa del riscaldamento globale del nostro Pianeta (Agw, Antropogenic global warming)». È un'affermazione del tutto non rispondente a verità; in effetti l'esercito dei catastrofisti non supera il 40% degli studios.Dando per certo che l'uomo provoca il cambiamento climatico in atto, numerosi Paesi del mondo, tra cui il nostro, hanno aderito al famoso Protocollo di Kyoto, dalla cui attuazione (che comporta pesanti oneri che si riflettono sulle economie dei Paesi aderenti) dipenderebbe il controllo-attenuazione del cambiamento climatico. Il protocollo è un trattato sottoscritto l'11 settembre 1997 da numerosi Paesi ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. In base al trattato vengono stabilite per ogni Paese le quote di anidride carbonica che possono essere immesse in atmosfera; chi supera le quote deve pagare la cosiddetta carbon-tax. Si genera così un mercato che fa girare centinaia di miliardi di dollari. Bisogna precisare che i partecipanti al protocollo si impegnano a ridurre le emissioni dell'anidride carbonica di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990: in quell'anno la CO2 presente in atmosfera era di circa 2.900 Gt (miliardi di tonnellate), altrettanti ve ne erano sullo strato superficiale dell'oceano. La CO2 emessa dall'uomo era di 22,3 Gt, quindi l'incidenza delle emissioni antropiche era dello 0,76% (22,3 x 100/2.900). Pertanto la riduzione proposta sulla quantità globale di CO2 (per salvare il mondo) è dello 0,038% (il 5% dello 0,76%). Voglio sottolineare alcuni concetti espressi da un famoso fisico dell'atmosfera, Richard Lindzen, docente al Mit (Massachusetts institute of technology) di Boston in un articolo apparso su 21° Secolo - scienza e tecnologia (numero 2, 2007).«Il mondo è destinato alla catastrofe ambientale. O almeno, questo è quanto ci viene incessantemente ripetuto da politici e sedicenti esperti. Costoro ci avvertono che, se non saremo capaci di attuare drastici cambiamenti, la Terra verrà devastata dai mutamenti del clima e del riscaldamento globale. Agli ambientalisti piace toccare corde più sentimentali, mostrando immagini di orsi polari in affanno su ghiacci che, ci viene detto, sono sempre più ridotti. Quello che non ci viene detto è che oggi si stima che vi siano 22.000 orsi bianchi rispetto ai 5.000 del 1940. Peraltro non possiamo essere certi che i mutamenti di lungo periodo del clima siano dovuti all'umanità. Esistono altre possibili spiegazioni; tra di esse, ad esempio, vi è l'ipotesi che la causa principale del mutamento climatico siano le radiazioni solari. Il salutare scetticismo, che dovrebbe trovarsi al cuore di ogni indagine scientifica, viene trattato con disprezzo», si legge su Clima, basta catastrofismi, riflessioni scientifiche su passato e futuro del 21° Secolo del 2019. E ancora. «L'aumento di temperatura osservato sta causando un inaccettabile aumento di fenomeni meteo estremi e disastrosi, come gli uragani. Degli uragani che hanno colpito l'America nei 160 anni del periodo 1850-2010, sono stati 3 quelli di forza 5, troppo pochi per farci una statistica. Quelli di forza 4 sono stati 18, dei quali 10 sono occorsi negli 80 anni compresi fra il 1850 e il 1930 e 8 sono occorsi negli ottant'anni compresi fra il 1930 e il 2010. Vorrete convenire con me che passare da 10 a 8 non è esattamente ciò che una persona normale chiamerebbe aumento? Se poi gli uragani che hanno colpito l'America tra il 1850 e il 2010 li consideriamo tutti, cioè da quelli di forza 1 a quelli di forza 5, essi sono stati in tutto 284. Di questi, 149 sono occorsi negli 80 anni compresi fra il 1850 e il 1930, e 135 sono occorsi negli 80 anni compresi fra il 1930 e il 2010. E anche ora, vorrete convenire con me, non sembra che una cosa che passa da 149 a 135 possa qualificarsi come un aumento di essa. Questa è la considerazione del presunto aumento di uragani di cui si parla: si ha, piuttosto, a ben vedere, una leggera diminuzione di eventi meteo estremi».utirelli@cro.itwww.umbertotirelli.itwww.tirellimedical.it