2024-10-05
La curva dell’Inter si è già «ripulita». «Ora i biglietti li comprate da soli»
Operazione simpatia degli ultras dopo l’inchiesta: basta business e via lo striscione.Un tempo era Marco Ferdico, l’ex capo della Curva Nord ora a San Vittore, a pubblicare i comunicati ufficiali sulla sua pagina Instagram. Era il simbolo del cambiamento, ma anche del nuovo corso voluto dalla ’ndrangheta, dopo la morte nell’ottobre del 2022 dell’ex numero uno del secondo anello verde, Vittorio Boiocchi, crivellato di colpi sotto casa. Ora, dopo la nascita del nuovo direttivo battezzato giovedì scorso al «Baretto» (con Nino Ciccarelli, storica figura della curva nerazzurra, Gianni Borriello, detto Gianni Fish, e Ivan Luraschi), i comunicati vengono pubblicati sulla pagina Facebook «L’urlo della Nord». La vecchia curva non esiste più. Il prefetto di Milano ha chiesto di rimuovere per sempre lo striscione «Curva Nord Milano», perché identifica, secondo la Procura, una «associazione per delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa» e non un semplice gruppo di tifosi. Al suo posto, ci sarà lo striscione «Dal 1969, Uniti, fieri e mai domi!», mengre dalla prossima stagione potrebbero tornare le vecchie sigle Old Fans, Boys, Viking e Brigata. Il vecchio trio Ferdico, Andrea Beretta e Antonio Bellocco è ormai solo il passato. Si guarda al futuro. Nell’immediato c’è la voglia di organizzare una coreografia per la partita Inter Juventus del 27 ottobre. Sì, ma con che soldi? Le casse sono vuote. Un tempo macinavano un milione e mezzo di euro all’anno, spartiti tra i capi. E proprio qui sta il punto, perché il primo cambiamento che vuole portare avanti il nuovo corso è relativo alla parte economica. Viene del tutto azzerata l’economia di curva. Perché, si legge nel lungo comunicato, «la nostra realtà è cambiata dal momento in cui tutta la gestione di biglietti, materiale e contributi alla curva è stata concentrata su poche persone che dirigevano e controllavano tutti i conti». Per questo motivo la biglietteria di curva, una pratica che andava avanti da anni e che permetteva agli ultras di guadagnare soldi importanti, viene del tutto abbandonata. Ma, secondo i nuovi capi, «l’accentramento dei poteri» degli ultimi anni sarebbe sfuggito «anche ai frequentatori più assidui che […] beneficiavano dei servizi che venivano comunque garantiti da chi gestiva l’economia di curva come soprattutto la priorità nell’ottenere i biglietti di trasferta e la copertura dei costi per le coreografie». Si cambia musica. «La gestione del tifo sarà condivisa da un direttivo composto da un rappresentante per gruppo e non vi sarà più alcun “servizio biglietteria” quindi i biglietti, soprattutto per le trasferte, dovranno esser acquistati individualmente dai frequentatori» si legge nella nota. «La questione trasferte sarà il principale problema, la Nord fornirà comunque i mezzi di trasporto ma il numero e la disponibilità dovrà necessariamente passare dal conteggio di quanti frequentatori abbiano reperito il biglietto con tutte le difficoltà che ne deriveranno». La Nord ha spiegato che già dalla partita di ieri sera con il Torino è iniziata la vendita di una fanzine per autofinanziarsi. Sul resto, il futuro è molto incerto. Nel lungo comunicato, il nuovo direttivo ci tiene a precisare «che nulla è stato deciso di concerto con la questura e le forze dell’ordine». La Nord non avrebbe subito alcun condizionamento, ma appare improbabile, soprattutto in questa fase di indagini dopo la raffica di arresti della scorsa settimana. «È giusto riconoscere», si legge ancora, «come la deriva che ci ha travolto sia stata anche conseguenza della nostra leggerezza». Leggerezza che aveva portato uno juventino a comandare. O almeno questo si capisce dalle intercettazioni, quando Bellocco riceve una lettera di minacce in cui è chiamato «gobbo nano». «Gobbo è perché sono juventino! Quindi è uno che conosce», dice il tifoso ucciso il 4 settembre scorso.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)