2024-06-08
Crt ha un presidente, ma l’indagine continua
Anna Maria Poggi (Imagoeconomica)
La giurista Poggi nominata a capo della Fondazione al posto di Palenzona: «Questa scelta vuole agevolare il dialogo con il Mef e gli ispettori». Ci sono due Procure (Roma e Torino) al lavoro. E l’ipotesi del commissariamento non è ancora scongiurata.Alla fine non è stata richiesta una nuova proroga e la giurista Anna Maria Poggi è stata nominata presidente della Fondazione Crt al posto di Fabrizio Palenzona. Professoressa di giurisprudenza all’università degli Studi di Torino e con esperienza nella gestione di una fondazione (dal 2016 al 2020, infatti, è stata nel comitato di Gestione della Compagnia di San Paolo), era stata indicata già il 14 maggio dai 22 nuovi consiglieri d’indirizzo. Ieri pomeriggio l’ha nominata il consiglio di indirizzo che si è riunito al termine dei 15 giorni già concessi dal ministero dell’Economia. Palenzona si era dimesso lo scorso 23 aprile e il nuovo presidente avrebbe dovuto essere scelto, in base allo statuto della Fondazione, entro un mese, ma il consiglio il 21 maggio aveva chiesto un prolungamento dei tempi, così come suggerito dallo stesso Mef e indicato dal collegio sindacale. Giovedì il ministro Giancarlo Giorgetti aveva detto: «L’evoluzione della situazione potrebbe anche consigliare una proroga», precisando però, «è il cdi che deve valutare se chiedere». In una conferenza stampa che si è tenuta dopo la riunione del consiglio, Poggi ha sottolineato che la decisione di procedere alla nomina del presidente della Fondazione Crt ha l’obiettivo «di agevolare le successive interlocuzioni con il Mef e con gli ispettori. Questo passaggio non è di contrapposizione al Mef, ma ha voluto dire fortifichiamo le relazioni con il Mef attraverso una presidenza voluta dal cdi. Da lunedì sono a completa e totale disposizione degli ispettori» arrivati nella sede dell’ente la mattina del 5 giugno e tornati anche ieri fino all’ora di pranzo quindi quando ancora il referente era il presidente ad interim Maurizio Irrera. «Sarà mio carico e mio piacere iniziare da subito un’interlocuzione, è del tutto evidente che potrebbe aprirsi una fase di attesa, ma la nostra intenzione è garantire tutta la collaborazione con gli ispettori, il Mef e, se volesse, con la Procura. Siamo intenzionati a dare l’idea che questa è una fondazione sana, che ha intenzione di continuare a operare».Poggi è stata eletta con 13 voti su 15 votanti (ma non si è autovotata quindi su 14 effettivi), due le schede bianche. In tutto i consiglieri, dopo le dimissioni di Gianluca Gaidano (uno degli indagati nell’ambito dell’inchiesta torinese), sono 21 e quindi il numero necessario di voti perché la votazione fosse valida era 11 (la maggioranza degli aventi diritto). Non ha votato chi ha ricevuto l’avviso di garanzia nell’ambito delle inchieste della magistratura in corso per «illecita influenza sull’assemblea» dei soci. Due consiglieri erano assenti per motivi di lavoro, ma avevano dichiarato - secondo quanto si apprende - il loro voto favorevole a Poggi.Nel frattempo, procedono le indagini di due procure che procedono in parallelo. Il Tesoro, a cui spetta la vigilanza sugli enti di origine bancaria, ha presentato un esposto in Procura a Roma e sulla vicenda stanno indagando anche i magistrati di Torino (sette gli indagati per interferenze illecite sull’assemblea) dopo la denuncia dell’ex segretario generale Andrea Varese, sfiduciato il 19 aprile dal cda dell’ente. Oltre alle lente delle due procure, la Fondazione è sotto osservazione da parte del Mef che ha inviato due ispettori che stanno continuando a svolgere il loro lavoro. Il commissariamento, quindi, non è ancora scongiurato. Che succederebbe in quel caso? «Si vedrà quando sarà finita l’ispezione del ministero. Ci possono essere più figure commissariali. È generico dire arriva un commissario, dipende dal tipo di eventuali violazioni che gli ispettori dovessero riscontrare», ha risposto Poggi. «Le gradazioni del commissariamento potrebbero essere diverse. Il cdi non può essere sciolto, ma solo sospeso per un periodo. Se si sciogliesse tutto chi eleggerebbe chi? Si paralizzerebbe tutto e chissà per quanto tempo», ha aggiunto.Poggi è stata incalzata anche sulla possibilità di rivedere l’avvenuta nomina di alcuni consiglieri della fondazione nel board di enti collegati e società partecipate: «Non è una condotta che lo statuto considera illegittima, ma è da verificare se, questa scelta, possiamo continuare a ritenerla opportuna. Bisogna valutare tutto, anche eventualmente il tipo di connessione con le indagini. Su questo intendo fare una discussione pacata ma seria. Sicuramente non vi è conflitto di interesse nelle nomine, il nostro statuto dice chiaramente che la Fondazione può nominare negli organi o nelle società in cui ha partecipazione i propri consiglieri», ha precisato. Quanto alla possibile nomina di un nuovo segretario generale (ora quello ad interim è Annapaola Venezia), la neopresidente ha spiegato: «Finché c’è un’ispezione sarei cauta, non mi azzarderei a una nomina di grande rilievo e grande impatto economico. Vorrei confrontarmi con i consiglieri, ma il mio indirizzo personale è questo».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.