2023-12-23
Nell’anno senza vaccinazioni crollano le morti per Covid
Secondo le proiezioni matematiche, quest’inverno le vittime saranno la metà di 12 mesi fa e nel 2024 di gran lunga inferiori a quelle dell’influenza. Tutti anziani con altre patologie. Ma insistono a fare iniezioni ai bimbi.Per il giudice di pace di Venezia, le sanzioni ai renitenti ultracinquantenni si fondano sulla discriminazione. Violando, insieme all’obbligo di profilassi, la Carta dei diritti Ue.Lo speciale contiene due articoli.I morti per Covid nel periodo invernale quest’anno si dimezzeranno, passando con previsione matematica dagli 8.526 del 2022 a 4.100-4.200 tra l’ultima settima di ottobre 2023 e fine gennaio 2024. È quanto risulta da uno studio appena pubblicato, in attesa di revisione paritaria e dal titolo Forecasting by Analogy: A Parallel between the Trend of Confirmed COVID-19 Deaths in the Winters of 2022/2023 and 2023/2024 in Italy. L’autore è Marco Roccetti, ordinario di informatica all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.Basato sul concetto di analogia per descrivere i decessi nel periodo invernale 2022 e quelli di questi mesi, il modello matematico consente, su un numero di settimane equivalente, una previsione di dimezzamento che prosegue fino a fine gennaio 2024. I decessi per Covid sono in calo, i numeri lo evidenziano. Tra il 28 ottobre e il 3 novembre 2022 furono 411; nella settimana dal 26 ottobre al 1 novembre 2023 sono stati 148. Erano 549 la seconda settimana di novembre 2022 (+33,58%), 163 in quella di quest’anno (+10,13%).I primi sette giorni di dicembre 2022, si registrarono 686 morti per Covid, quest’anno 307. Nella seconda settimana, rispettivamente 719 e 322. Poi, accanto ai dati relativi al 2022, forniti dal ministero della Salute nei bollettini settimanali, ci sono i valori previsti dal modello matematico fino al prossimo 1 febbraio, quando anche il totale dei decessi dovrebbe risultare dimezzato.«Se le previsioni verranno confermate, sarà l’ulteriore dimostrazione della progressiva riduzione dell’impatto di questo virus, come da più parti si osserva», commenta il professore. «Permane, ma l’attutimento è evidente. E l’anno scorso, di questi tempi c’erano più ricoverati in terapia intensiva». Aggiunge Roccetti, che ha diretto numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali: «Se questo andamento prosegue, dovremmo essere “contenti”, perché 2.000 morti per Covid nella stagione invernale 2024-2025 e in persone anziane sarà un dato molto simile a quello dei decessi correlati all’influenza, di cui ci siamo abituati a pagare il costo». Anzi, risulterà di gran lunga inferiore perché negli ultimi vent’anni le vittime della malattia respiratoria stagionale «sono state circa 8.000 -9.000 ogni inverno», puntualizza il professore.Quando tra il 1960 e il 1970 si diffuse l’influenza asiatica, in tre mesi si ebbero 5.000 decessi e la strage risultò impressionante. Poi, a questi numeri si è fatta l’abitudine, pur cercando di prevenire la letalità dell’influenza con vaccinazioni ad anziani e persone con patologie. Certo, nessuno può essere contento perché quest’anno i morti per Covid saranno la metà rispetto all’inverno scorso, «sempre tanti sono e piangiamo tutti per queste perdite», sottolinea Roccetti, invitando a «usare il buon senso e a perseverare nelle buone pratiche», considerato che il virus circola ancora, ma «evitando di cadere nella paranoia».E sarebbe buona cosa ricordare che si va all’altro mondo anche per malattie diverse. Chiediamo al professore qualche dato aggiornato. «La mortalità per neoplasie è di 480 decessi al giorno», risponde. «La scorsa settimana, i morti giornalieri per Covid sono stati 80». In altri periodi, purtroppo ci sono stati anche 969 decessi nelle 24 ore, sebbene non siano mai stati scorporati i dati tra morti per e con Covid.«C’è davvero un grande numero di ricercatori indipendenti che sta indagando su questioni come la mortalità in eccesso», tiene a far sapere Roccetti. «Senza ricevere fondi dalle aziende e quasi sempre non considerati, ma alla fine la verità la troveremo».E il dimezzamento delle morti per Covid, quando pochissimi si stanno inoculando, come può essere spiegato? L’esperto sostiene che ci sono 48 milioni di italiani con tre dosi di vaccino, «anzi quest’anno si sono aggiunti 1,5 milioni di persone che hanno fatto il richiamo», e che non è possibile formulare ipotesi. Lo afferma in quanto «scienziato dei dati», non vuole entrare in merito alla questione efficacia vaccini. Noi, però, non possiamo non evidenziare una grossa anomalia. Nell’inverno del 2022, quando i tridosati erano tantissimi e avevano ricevuto il booster da poco tempo, i morti furono il doppio di quanti si stanno registrando da questo ottobre. Tra vaccinati, sì, ma con una protezione ormai insufficiente stando a quello che continuano a ripetere le autorità sanitarie.Raccomandano richiami a tutti, quarte e quinte dosi non solo ad anziani e fragili per «prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19». Però i morti Covid non sono solo in calo, risultano dimezzati.Forse davvero infezioni e reinfezioni continue hanno rafforzato il nostro sistema immunitario, senza bisogno di ulteriori sollecitazioni che possono essere molto pericolose come diversi studi evidenziano. Perché dunque insistere su richiami a oltranza, su tamponi obbligatori in ospedali e ambulatori, quando il fattore vaccino non sembra aver aiutato a vivere più a lungo?<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/crollo-morti-covid-2666790997.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="annullate-le-multe-a-due-over-50" data-post-id="2666790997" data-published-at="1703279480" data-use-pagination="False"> Annullate le multe a due over 50 È stata dichiarata legittima, dal giudice di pace di Venezia Elena Biasutti, la decisione di due over 50 di non sottoporsi alla vaccinazione obbligatoria contro il Covid. L’obbligo vaccinale, infatti, violerebbe la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che prevede la libera autodeterminazione dei cittadini in campo medico. Il contenzioso vedeva da una parte due privati cittadini, entrambi difesi dall’avvocato Costantino Simeone, e dall’altra il ministero della Salute e l’Agenzia delle entrate. Nel testo, il giudice sottolinea «l’insussistenza dell’obbligo di sottoporsi al vaccino», poiché in «violazione delle norme sulla convenzione dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo», nonché «in virtù dell’art. 3 della Carta fondamentale dei diritti dei cittadini europei che pone il principio della libera autodeterminazione in campo medico e della dignità dell’uomo». «In particolare l’art. 5 della medesima Carta», prosegue la sentenza, «prevede, come regola generale, che un intervento nel campo della salute possa effettuarsi solo dopo che la persona interessata abbia espresso il proprio consenso libero e informato e che l’informazione medesima sia adeguata allo scopo, alle sue conseguenze e ai suoi rischi». Consenso libero e informato che, come ha dimostrato un’altra sentenza - quella emessa dal Gip di Chieti Luca De Ninis - di cui si è dato conto su queste pagine il mese scorso, non era affatto possibile. «Per le suesposte considerazioni», conclude il giudice di Venezia, «si ritiene che la sanzione sia fondata sulla discriminazione del trattamento obbligato per gli over 50 solo in ragione dell’età, e quindi di una condizione personale protetta dall’art. 3 della Costituzione e senza alcun altro motivo logico, scientifico o prudenziale, che possa in qualche modo giustificare l’obbligo vaccinale e la conseguente sanzione comminata». Per queste ragioni il ricorso dei due cittadini è stato accolto, e non solo sono stati annullati i provvedimenti impugnati, ma lo Stato sarà costretto anche a rimborsare le spese legali. Non è la prima sentenza che annulla le multe derivanti dagli obblighi pandemici, ma questa, a differenza di altre, argomenta la loro insensatezza giuridica. In questo caso, infatti, il giudice Elena Biasutti ha constatato come non vi fosse, a supporto dell’obbligo, «alcun altro motivo logico, scientifico o prudenziale» all’infuori dell’età. Una sentenza pesante, che ribadisce l’autonomia del diritto - pur in necessario dialogo - dal sapere tecno-scientifico.
Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Giorgetti ha poi escluso la possibilità di una manovra correttiva: «Non c'è bisogno di correggere una rotta che già gli arbitri ci dicono essere quella rotta giusta» e sottolinea l'obiettivo di tutelare e andare incontro alle famiglie e ai lavoratori con uno sguardo alle famiglie numerose». Per quanto riguarda l'ipotesi di un intervento in manovra sulle banche ha detto: «Io penso che chiunque faccia l'amministratore pubblico debba valutare con attenzione ogni euro speso dalla pubblica amministrazione. Però queste sono valutazioni politiche, ribadisco che saranno fatte solo quando il quadro di priorità sarà definito e basta aspettare due settimane».
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Il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il direttore de La Verità Maurizio Belpietro
Toto ha presentato il progetto di eolico offshore galleggiante al largo delle coste siciliane, destinato a produrre circa 2,7 gigawatt di energia rinnovabile. Un’iniziativa che, secondo il direttore di Renexia, rappresenta un’opportunità concreta per creare nuova occupazione e una filiera industriale nazionale: «Stiamo avviando una fabbrica in Abruzzo che genererebbe 3.200 posti di lavoro. Le rinnovabili oggi sono un’occasione per far partire un mercato che può valere fino a 45 miliardi di euro di valore aggiunto per l’economia italiana».
L’intervento ha sottolineato l’importanza di integrare le rinnovabili nel mix energetico, senza prescindere dal gas, dalle batterie e in futuro anche dal nucleare: elementi essenziali non solo per la sicurezza energetica ma anche per garantire crescita e competitività. «Non esiste un’economia senza energia - ha detto Toto - È utopistico pensare di avere solo veicoli elettrici o di modificare il mercato per legge». Toto ha inoltre evidenziato la necessità di una decisione politica chiara per far partire l’eolico offshore, con un decreto che stabilisca regole precise su dove realizzare i progetti e investimenti da privilegiare sul territorio italiano, evitando l’importazione di componenti dall’estero. Sul decreto Fer 2, secondo Renexia, occorre ripensare i tempi e le modalità: «Non dovrebbe essere lanciato prima del 2032. Serve un piano che favorisca gli investimenti in Italia e la nascita di una filiera industriale completa». Infine, Toto ha affrontato il tema della transizione energetica e dei limiti imposti dalla legislazione internazionale: la fine dei motori a combustione nel 2035, ad esempio, appare secondo lui irrealistica senza un sistema energetico pronto. «Non si può pensare di arrivare negli Usa con aerei a idrogeno o di avere un sistema completamente elettrico senza basi logiche e infrastrutturali solide».
L’incontro ha così messo in luce le opportunità dell’eolico offshore come leva strategica per innovazione, lavoro e crescita economica, sottolineando l’urgenza di politiche coerenti e investimenti mirati per trasformare l’Italia in un hub energetico competitivo in Europa.
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