2024-10-02
Pure gli ufficiali al fronte scaricano Zelensky
Volodymyr Zelensky durante una visita al fronte (Ansa)
Col «Financial Times», i comandanti in trincea fanno a pezzi la strategia del presidente ucraino: «Rischiamo un conflitto eterno, vogliamo i negoziati». Le truppe, stremate, lasciano campo libero ai soldati russi, che conquistano uno snodo chiave nel Donetsk.L’Ucraina sta affrontando l’ora più buia. E, diversamente da quanto avviene nei film, non sembra essere in previsione un finale troppo lieto. A sentenziarlo è la macabra realtà dei fatti, a metterlo nero su salmone è il Financial Times, niente meno, che in un lungo reportage ha dato voce agli uomini al fronte. Le loro testimonianze sono abbastanza impressionanti. «In questo momento, sto pensando di più a come salvare la mia gente», dice al giornale anglofono il militare Mykhailo Temper. «È piuttosto difficile immaginare che saremo in grado di riportare il nemico entro i confini del 1991». Come chiarisce impietosamente il Financial Times, il soldato si riferisce «all’obiettivo del suo Paese di ripristinare la sua piena integrità territoriale». Un obiettivo che pare piuttosto lontano, soprattutto considerando la titubanza degli Stati Uniti a consentire l’impiego di armi sul territorio russo.«Un tempo sostenuti dalla speranza di liberare le loro terre, anche i soldati al fronte ora esprimono il desiderio di negoziare con la Russia per porre fine alla guerra», continua il Ft. «Yuriy, un altro comandante sul fronte orientale che ha dato solo il suo nome, dice di temere la prospettiva di una guerra eterna. “Adesso sono favorevole ai negoziati”, aggiunge, esprimendo la sua preoccupazione che suo figlio - anche lui soldato - possa trascorrere gran parte della sua vita combattendo e che suo nipote un giorno possa ereditare un conflitto senza fine. “Se gli Stati Uniti chiudono il rubinetto, siamo finiti”, dice un altro ufficiale, membro della 72a Brigata Meccanizzata, nella vicina Kurakhove». La conclusione del giornale economico è brutale: «L’Ucraina si sta avviando verso quello che potrebbe essere il momento più buio della guerra finora. Sta perdendo sul campo di battaglia nell’est del paese, con le forze russe che avanzano incessantemente, anche se con un costo immenso in uomini e attrezzature».Poco oltre, ecco la devastante dichiarazione di Oleksandr Merezhko, presidente della commissione per gli affari esteri del parlamento ucraino: «La società è esausta». Gli ucraini non ne possono più: falciati sul campo, hanno resistito oltre le umane possibilità. «Allo stesso tempo», prosegue il Financial Times, «il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è sotto una crescente pressione da parte dei partner occidentali affinché trovi un percorso verso una soluzione negoziata, anche se c’è scetticismo sulla volontà della Russia di avviare i negoziati in tempi brevi e c’è preoccupazione che la posizione dell’Ucraina sia troppo debole per garantire un accordo. “La maggior parte dei players vuole una riduzione dell’escalation”, dice un alto funzionario ucraino a Kiev».Non più tardi di una settimana fa, Charles Kupchan, senior fellow del Council on foreign relations e professore di International affairs alla Georgetown University, considerato vicino alle posizioni democratiche, dichiarava alla Stampa a proposito del conflitto russo-ucraino: «Nessuna delle parti coinvolte ha la forza di produrre la superiorità militare necessaria per chiudere i conti». E, rivolgendosi alla amministrazione Biden, sbuffava: «Vorrei che limitasse l’uso della terminologia “la vittoria dell’Ucraina”. Non aiuta. I governi occidentali devono avere una conversazione onesta con le loro opinioni pubbliche sullo stato della guerra e su come finirla evitando ogni retorica». Ebbene, a quanto pare i soldati al fronte sono stati ancora più schietti di lui, e persino meno ottimisti sul futuro del conflitto.A ben vedere, le notizie che giungono dal fronte non sono delle migliori per Kiev. Ieri l’Ansa informava che «le truppe russe sono entrate a Vuhledar, un importante snodo logistico ucraino nel Donetsk». A renderlo noto è stato il governatore della Regione Vadym Filashkin, «aggiungendo che i combattimenti sono in corso dopo mesi in cui la città è stata distrutta dalle bombe e cinta d’assedio. Parlando alla televisione nazionale», continuavano le fonti di agenzia, «Filashkin ha descritto la situazione come estremamente difficile aggiungendo che il nemico ha già quasi raggiunto il centro della città».Il quadro della situazione è piuttosto chiaro. Le truppe ucraine si dichiarano stremate, e i russi avanzano ancora, prendendo uno snodo chiave nel Donetsk. Nel frattempo, come riporta la Cnn, Mosca intende destinare alla difesa «il 32,5% della sua spesa nel 2025, un importo record e in aumento rispetto al 28,3% raggiunto quest’anno. La bozza di bilancio del governo pubblicata lunedì propone di spendere poco meno di 13,5 trilioni di rubli (oltre 145 miliardi di dollari) per la difesa nazionale. Si tratta di circa 3.000 miliardi di rubli (32 miliardi di dollari) in più di quanto era stato stanziato per la difesa nel 2024». A quanto sembra, i russi saranno pure provati a loro volta dal conflitto, ma sono lungi dall’implodere. E i media occidentali - almeno quelli che non hanno perso ancora ogni briciolo di dignità - lo ammettono e fanno capire che non esistono altre vie oltre alla trattativa. Prima o poi, anche in Italia i più saranno costretti a prendere atto della realtà, compresi i numerosi e illustri commentatori che da oltre due anni insistono a profetare la vittoria ucraina. Immaginiamo vagamente come andrà: una volta che Kiev avrà trattato per non soccombere, i nostri geniali analisti diranno che è la soluzione migliore, quella che loro hanno sempre suggerito e auspicato. Non avranno problemi a rimangiarsi tutto, a mistificare. Dopo tutto, qui si usa così: tanto a crepare sono gli altri.