2025-06-22
I pasdaran liquidano i negoziatori europei
Recep Tayyp Erdogan (Ansa)
Masoud Pezeshkian gela Emmanuel Macron: «Non rinunciamo ad arricchire l’uranio». Vadimir Putin lo spalleggia e offre assistenza all’Iran, che denuncia al Consiglio di sicurezza Onu il capo dell’Aiea. Recep Tayyp Erdogan si appella ai Paesi musulmani: «I confini non si ridisegnano col sangue».Il ministro degli Esteri, della Turchia, Hakan Fidan: «Il tentativo di esportare la rivoluzione islamica è stato un flop».Lo speciale contiene due articoliAll’indomani dell’incontro con le delegazioni europee per discutere sul programma nucleare iraniano, Teheran prende già le distanze dalle proposte dell’Ue e del cosiddetto E3 (Regno Unito, Francia e Germania). Un funzionario iraniano ha infatti dichiarato a Reuters che «le discussioni e le proposte avanzate dagli europei a Ginevra sono irrealistiche», pur ammettendo che l’Iran le «esaminerà» e «presenterà le sue risposte nella prossima riunione». Il cauto ottimismo esternato dalle potenze europee potrebbe quindi già subire una battuta d’arresto, con il funzionario che ha anche spiegato che Teheran non è disposta a negoziare sul programma missilistico né a rinunciare all’arricchimento dell’uranio. A mettere i puntini sulle «i» è stato anche il presidente dell’Iran, Masoud Pezeshkian, durante un colloquio telefonico con l’omologo francese, Emmanuel Macron. «Siamo pronti a dialogare e a cooperare per costruire la fiducia nel campo delle attività nucleari pacifiche», ha detto Pezeshkian, che però ha spiegato al leader francese: «Da un lato non accettiamo di ridurre a zero le attività nucleari in nessuna circostanza» e «dall’altro» la «risposta» iraniana «alla continua aggressione del regime sionista sarà più schiacciante e risoluta». E lo scontro tra la Repubblica islamica e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) entra in una nuova fase: Teheran ha presentato una denuncia contro il direttore dell’Agenzia, Rafael Grossi, al Consiglio di sicurezza Onu, accusandolo di aver «violato il principio di imparzialità» e di non aver tutelato le attività nucleari a scopo pacifico dell’Iran. Nel frattempo, a ribadire il sostegno alla causa iraniana è stato il presidente russo, Vladimir Putin, che in un’intervista rilasciata a Sky news Arabia ha sottolineato: «L’Aiea non ha prove o segnali che indichino lo sviluppo di armi nucleari». Il leader russo ha fatto presente che la fatwa in Iran «proibisce il possesso di armi nucleari» nonché il loro «sviluppo». Ma ha anche aggiunto che Teheran «ha il diritto a programmi per l’uso della tecnologia nucleare per scopi pacifici» e dunque Mosca è disponibile a offrire alla Repubblica islamica «l’assistenza e il supporto necessari allo sviluppo dell’energia nucleare pacifica». Tra l’altro, stando a quanto comunicato da Axios, domani lo stesso Putin potrebbe incontrare a Mosca il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi. Ma ieri è proseguito anche il lavoro diplomatico di Teheran per spingere i Paesi musulmani ad abbracciare le istanze iraniane contro Israele. Araghchi è infatti arrivato a Istanbul per partecipare al vertice dei ministri degli Esteri dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oci), con l’auspicio di ottenere «una dichiarazione ferma di condanna degli attacchi israeliani». Ha quindi ripetuto che «attaccare» i siti nucleari iraniani «che hanno scopo pacifico» e che sono «sotto la supervisione dell’Aiea» è «un crimine imperdonabile». A segnare l’apertura del summit sono state le parole del ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, che ha accusato Israele di «trascinare la regione sull’orlo del disastro totale attaccando l’Iran». E ha specificato che l’attacco di Gerusalemme «non è un problema della Palestina, né del Libano, né della Siria, né dello Yemen, né dell’Iran. Questa questione è chiaramente un problema di Israele». Le dure critiche contro Gerusalemme sono arrivate anche dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che dal vertice Oci ha annunciato: «Non permetteremo l’istituzione di un nuovo ordine Sykes-Picot nella nostra regione, con confini tracciati col sangue», facendo esplicito riferimento agli accordi tra l’Inghilterra e la Francia nel 1916 per spartirsi le zone di influenza in Medio Oriente. E da una parte ha invitato i Paesi islamici a «mostrare maggiore solidarietà per fermare gli atti di banditismo israeliani non solo in Palestina, ma anche in Siria, Libano e Iran», dall’altra ha sollecitato i Paesi che hanno un ascendente su Israele a non prestare attenzione al suo «veleno». Al margine del summit, Araghchi ha incontrato gli omologhi della Turchia, dell’Egitto, dell’Iraq, dell’Arabia Saudita, ma anche lo stesso Erdogan. Durante il colloquio tra i due, il leader turco ha annunciato che Ankara «è pronta a mediare per risolvere la questione nucleare». Tuttavia, Axios ha reso noto che sia Erdogan sia il presidente americano, Donald Trump, hanno già tentato di organizzare un incontro a Istanbul tra i funzionari americani e iraniani questa settimana, ma l’iniziativa non è andata in porto visto che la Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, non si è fatta trovare. Intanto, con l’intensificarsi dei raid israeliani, la Germania ha deciso di trasferire, in via temporanea, il personale dell’ambasciata tedesca da Teheran verso un Paese limitrofo. La stessa misura è stata applicata anche a dieci agenti della polizia federale addetti a proteggere la sede. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/crisi-nucleare-iran-tensioni-europa-2672411034.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="algeri-condanna-i-raid-di-netanyahu-ma-intanto-ammonisce-gli-ayatollah" data-post-id="2672411034" data-published-at="1750545969" data-use-pagination="False"> Algeri condanna i raid di Netanyahu ma intanto ammonisce gli ayatollah Il ministro degli Esteri della Turchia, Hakan Fidan, è stato uno dei primi a parlare al summit dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic) che si è tenuto ad Istanbul. Il plenipotenziario della politica estera turca, che per anni ha guidato i servizi segreti, ha sposato in toto tutte le dichiarazioni del presidente Recep Erdogan, che ha attaccato Israele invitando tutti i Paesi islamici a intensificare gli sforzi per imporre misure punitive sulla base del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite. L’uomo al quale Erdogan ha affidato le relazioni internazionali del Paese ha voluto però specificare il ruolo della Turchia come unica vera potenza su cui gli altri Paesi possano fare affidamento. «Il Medio Oriente attraversa un periodo particolarmente complicato, ma Ankara ha lo spessore internazionale per poter essere il Paese di riferimento. Israele con la sue azioni inaccettabili sta cercando di imporsi come una potenza regionale, la Turchia rimane l’unica voce dei musulmani, compresi i palestinesi, che può difendere i diritti del nostro popolo».Al vertice dell’Oic hanno partecipato ben 47 Paesi, a sottolineare la crescente importanza di questo evento che fa da introduzione anche a una riunione della Lega Araba. Venerdì è arrivato in rappresentanza della Repubblica di Algeria il ministro di Stato e ministro degli Affari esteri e della Comunità nazionale all’estero, Ahmed Attaf, che ci spiega la posizione del Paese del Maghreb. «L’Algeria con il suo rappresentante permanente presso le Nazioni Unite, Amar Bendjama, ha condannato l’aggressione dell’entità sionista contro l’Iran definendola ingiustificata e una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite. Questi atti minacciano la pace e la sicurezza internazionale e soprattutto mettono in discussione l’esistenza stessa dell’Aiea, perché azzerano la sua credibilità, non essendosi essa dimostrata capace nemmeno di difendere impianti che sono sotto la sua osservazione. Dobbiamo resistere a qualsiasi tentativo di giustificare quello che è fondamentalmente un atto di aggressione contro uno stato sovrano, membro delle Nazioni Unite, perché qualsiasi narrazione fuorviante in questo contesto è inaccettabile. Dobbiamo tornare a negoziare, utilizzando la mediazione del sultanato dell’Oman, ma serve essere costruttivi e pratici da entrambe le parti. Ci aspettiamo un ruolo attivo da parte delle Nazioni Unite e l’Algeria si mette a disposizione come mediatore». Il ministro Ahmed Attaf ribadisce con forza la posizione internazionale del Paese che si affaccia sul Mediterraneo. «Resta indispensabile fermare il genocidio del popolo palestinese che i sionisti stanno continuando senza vergogna e invito gli ispettori dell’Aiea a recarsi a Tel Aviv per controllare l’apparato nucleare a disposizione dell’entità sionista che resta un pericolo per tutto il mondo arabo. Algeri mantiene storicamente un rapporto cordiale con Teheran, ma abbiamo guardato con preoccupazione alla crescita di influenza in troppi Stati da parte degli iraniani. I tanti movimenti da loro armati e finanziati hanno destabilizzato i fratelli arabi di Iraq, Siria e Libano. L’idea di esportare la rivoluzione islamica è stato un pericoloso fallimento e oggi l’Iran deve comprendere il suo ruolo in uno scacchiere sempre più complicato. Il nostro obiettivo è quello di far crescere il ruolo della Lega Araba che troppe volte si è piegato ai voleri dei Paesi del Golfo, ma deve ritornare a essere un luogo di prese di posizione. Anche l’Organizzazione della cooperazione islamica deve accrescere la sua capacità decisionale e deve unire gli interessi e le aspettative di un mondo che ha la forza di aumentare il suo peso globale. Tutte le organizzazioni sovranazionali devono agire per il bene dei popoli, soprattutto le Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza deve abbracciare pienamente il suo mandato e affrontare qualsiasi azione che minacci la pace e la sicurezza internazionale. L’inazione non può essere un’opzione».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.