Le difficoltà dell’industria Ue riducono le operazioni e la forza della moneta locale. Tutti pazzi per la valuta Usa, mentre tra gli ex emergenti si salva solo lo yuan che raddoppia la sua quota nel commercio mondiale.
Le difficoltà dell’industria Ue riducono le operazioni e la forza della moneta locale. Tutti pazzi per la valuta Usa, mentre tra gli ex emergenti si salva solo lo yuan che raddoppia la sua quota nel commercio mondiale.In occasione della riunione dei Brics il presidente Putin aveva fatto stampare una banconota che doveva simboleggiare l’unione fra i Paesi che si considerano alternativi al G7. Il comunicato finale però ha gelato le aspettative di integrazione. Qualche dichiarazione di principio buona per tutte le occasioni. E così il padrone di casa ha riposto la banconota nel portafoglio.La realtà, infatti, detta le sue regole. La più importante emerge dai dati Swift, vale a dire il circuito dei bonifici internazionale da cui proprio la Russia era stata esclusa come prima sanzione dopo l’invasione dell’Ucraina. Le statistiche dicono che la quota del dollaro nei pagamenti globali ha raggiunto il 49%, il livello più alto degli ultimi dodici anni. Insomma circa la metà di tutti gli affari che si svolgono nel mondo vengono regolati dalla moneta Usa. L’unica, evidentemente, che l’universo della finanza, del commercio e dell’industria ritiene affidabile. Inoltre i dati Swift dicono che negli ultimi due anni l’utilizzo del biglietto verde è aumentato del 9%. Anche questa è una notazione interessante visto che l’ultimo balzo coincide con la guerra in Ucraina. Tutto questo per dire che nei momenti di incertezza il dollaro è un porto sicuro. Un bene rifugio simile all’oro. Non a caso le quotazioni del biglietto verde siano salite ai massimi così come quelle del metallo giallo.Discorso completamente diverso per l’euro. La sua presenza nelle transazioni mondiali è crollata dal 39% al 21%. Il mercato si fida sempre meno della moneta unica. Nessuno, ovviamente immagina la rottura dell’accordo monetario europeo che riporterebbe l’economia globale all’età del baratto. Le banconote non avrebbero più valore. Non importa se dollaro, yen o yuan. L’euro perde importanza perché destinato a perdere valore. Il cambio con la moneta Usa oggi prezzato a 1,08 scenderà alla parità,A determinare tanta sfiducia sono diverse ragioni. La prima è politica: tranne l’Italia dove la maggioranza che sorregge il governo Meloni appare solida non si vedono che crisi. Macron, Scholz, Sanchez al primo scossone finiscono a terra. Il virus dell’instabilità ha colpito anche il Giappone. Alle elezioni di domenica la coalizione che guida il Paese dal dopoguerra ha perso la maggioranza precipitando il Paese in un’incertezza sconosciuta.Il secondo motivo di debolezza dell’euro è rappresentato dalla fragilità della sua economia. Avere distrutto, in nome dell’ideologia verde, l’industria dell’auto che rappresenta l’eccellenza dell’economia europea è un errore che pagheremo a lungo. Senza contare la chimica e altri settori di punta. Di fronte alla desertificazione del sistema d’imprese è ovvio che anche la moneta perda valore. Le esportazioni europee, tendenzialmente, vengo regolate in euro. Se le vendite diminuiscono ne risente anche la moneta.Tanta debolezza si riflette nella finanza: Wall Street batte un record dopo l’altro. L’Europa arranca. I tassi d’interesse della Fed sono al 4,3%. Uno o due punti più alti rispetto a quelli europei. I capitali lasciano l’Europa pergli Usa che offrono condizioni migliori. Anche questo è frutto della debolezza dell’economia: il sistema americano è solido e quindi la Fed ha meno bisogno di offrire stimoli monetari. L’Europa soffre e la giacchetta della Lagarde viene strattonata per tagliare i tassi.Ma c’è di più. Il superdollaro è tale anche perché le economie dei Brics, che dovevano essere l’alternativa, faticano molto. Solo la Cina è riuscita a ottenere qualche risultato visto che il l’utilizzo dello yuan nelle transazioni internazionali è passato dal 2 al 5%. Ma è un caso isolato. Il Brasile, eterna promessa dell’economia globale non decolla. L'indice della Borsa di San Paolo si conferma il peggiore del 2024, con una perdita del 15% soprattutto a causa della svalutazione del Real. Al netto dell’effetto cambio, la performance annuale sarebbe quasi in parità.Il ministro delle Finanze brasiliano, Fernando Haddad, ha dichiarato che il suo Paese nel 2026 dovrebbe raggiungere il grado di «Investment grade» per l’agenzia di rating Moody’s.La classificazione di investment grade sottintende una qualità medio-alta dello strumento finanziario e lo configura come investimento particolarmente sicuro e poco rischioso. In attesa della promozione meglio stare lontani dal Real e da tutta la carta brasiliana.
La sede di Bankitalia. Nel riquadro, Claudio Borghi (Imagoeconomica)
Il senatore leghista torna sulle riserve auree custodite presso Bankitalia: «L’istituto detiene e gestisce il metallo prezioso in nome dei cittadini, ma non ne è il proprietario. Se Fdi riformula l’emendamento...»
«Mentre nessuno solleva il problema che le riserve auree della Bundesbank siano di proprietà dei cittadini tedeschi, e quindi dello Stato, come quelle della Banca di Francia siano di proprietà dei cittadini d’Oltralpe, non si capisce perché la Banca d’Italia rivendichi il possesso del nostro oro. L’obiettivo dell’emendamento presentato in Senato da Fratelli d’Italia, e che si ricollega a una mia proposta di legge del 2018, punta esclusivamente a stabilire il principio che anche Bankitalia, al pari delle altre Banche centrali, detiene e gestisce le riserve in oro ma non ne è la proprietaria». Continua il dibattito su misure ed emendamenti della legge di Bilancio e in particolare su quello che riguarda le riserve in oro.
Emanuele Fiano (Ansa)
L’ex deputato pd chiede di boicottare un editore ospite alla fiera patrocinata da Gualtieri e «reo» di avere un catalogo di destra.
Per architettare una censura coi fiocchi bisogna avere un prodotto «nero» ed etichettarlo con la dicitura «neofascista» o «neonazista». Se poi scegli un ebreo (si può dire in questo contesto oppure è peccato?) che è stato pure censurato come testimonial, hai fatto bingo. La questione è questa: l’ex parlamentare Pd, Emanuele Fiano, che già era passato alla cronaca come bersaglio dei pro Pal colpevoli di non averlo fatto parlare all’Università Ca’ Foscari di Venezia e contro il quale qualche idiota aveva mimato la P38, sta premendo per censurare una casa editrice colpevole di pubblicare dei libri pericolosi perché di destra. Anzi, di estrema destra.
Un frame del video dell'aggressione a Costanza Tosi (nel riquadro) nella macelleria islamica di Roubaix
Giornalista di «Fuori dal coro», sequestrata in Francia nel ghetto musulmano di Roubaix.
Sequestrata in una macelleria da un gruppo di musulmani. Minacciata, irrisa, costretta a chiedere scusa senza una colpa. È durato più di un’ora l’incubo di Costanza Tosi, giornalista e inviata per la trasmissione Fuori dal coro, a Roubaix, in Francia, una città dove il credo islamico ha ormai sostituito la cultura occidentale.
Scontri fra pro-Pal e Polizia a Torino. Nel riquadro, Walter Mazzetti (Ansa)
La tenuità del reato vale anche se la vittima è un uomo in divisa. La Corte sconfessa il principio della sua ex presidente Cartabia.
Ennesima umiliazione per le forze dell’ordine. Sarà contenta l’eurodeputata Ilaria Salis, la quale non perde mai occasione per difendere i violenti e condannare gli agenti. La mano dello Stato contro chi aggredisce poliziotti o carabinieri non è mai stata pesante, ma da oggi potrebbe diventare una piuma. A dare il colpo di grazia ai servitori dello Stato che ogni giorno vengono aggrediti da delinquenti o facinorosi è una sentenza fresca di stampa, destinata a far discutere.






