Nessuna proposta nuova per la crisi auto: solo proteste contro il taglio dei contributi statali al settore che finiscono all’elettrico. Adesso pure Assoimmobiliare bussa alle porte del governo per un maxi piano di ristrutturazione edilizia che vale 1.000 miliardi.
Ursula Von der Leyen (Ansa)
Ursula Von der Leyen durante la presentazione del Bilancio Ue: «Servono ad alimentare il Fondo per l’Ucraina, in via di esaurimento». La Slovacchia blocca ancora le nuove misure contro Mosca. Berlino smentisce Trump sui Patriot: «Non risulta alcun invio».
(Ansa)
Marina Terragni, Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza: «Il caso della bambina di Monteverde è emblematico. Serve la volontà di migliorare il sistema».
Christine Lagarde (Imagoeconomica)
Il ministro abbandona la sua sobrietà e attacca (senza i toni di Donald Trump con la Fed), la Banca centrale europea per la sua politica monetaria autoreferenziale: «L’economia è fatta di famiglie e imprese, e se scoppia una guerra non esistono regole sacre».
(Ansa)
Erano le 18:19 ora italiana del 17 luglio 1975 quando i due moduli spaziali Apollo e Soyuz si agganciavano a 222 km di distanza dalla Terra. Dal modulo americano e da quello sovietico per primi si strinsero la mano Thomas Stafford e il «collega» russo Alexey Leonov. Un gesto carico di significato, quello compiuto dai due membri della missione congiunta Usa-Urss in quel giorno di 50 anni fa quando il mondo era ancora in piena Guerra fredda.
La missione Apollo-Soyuz, che anticipò le successive portate a termine nel decennio successivo dopo il lancio della Iss (la stazione spaziale internazionale) e della Mir (la stazione spaziale sovietica), nacque dalla distensione tra le superpotenze nei primissimi anni ’70. Nello specifico nel 1972, lo stesso anno in cui gli americani compirono l’ultimo allunaggio con l’Apollo 17, i due Paesi che si erano misurati nella corsa allo spazio del decennio precedente giunsero ad un accordo siglato il 24 maggio durante la visita di Richard Nixon a Mosca. L’intesa delineò l’obiettivo della missione del 1975, che era quello di completare l’agganciamento o «docking» di due sistemi inizialmente incompatibili. In tre anni gli ingegneri americani e sovietici riuscirono a superare le molte difficoltà tecniche (e non ultime quelle linguistiche) e a realizzare un sistema in grado di unire il modulo Apollo con la Soyuz tramite una camera di compensazione che permetteva di adattare le diverse condizioni all’interno dei moduli.
L’Apollo CSM-111 (command service module) fu lanciato dal Kennedy Space Center il 15 luglio 1975, con a bordo gli astronauti Thomas Stafford, Vance Brand e Donald Slayton. La Soyuz 19 fu lanciata lo stesso giorno dal cosmodromo di Baikonur con a bordo Alexey Leonov e Valery Kubasov. Il 16 luglio furono effettuate le manovre di sincronzzazione orbitale fino al rendez-vous del giorno successivo. Per i seguenti due giorni gli astronauti sovietici e americani furono impegnati in esperimenti scientifici ma anche in pranzi collettivi e interviste che saranno viste in tutto il mondo. Dopo 44 ore le due navicelle si separarono per poi testare un nuovo e riuscito riavvicinamento in orbita. La Soyuz atterrerà il 19 luglio 1975 in Kazakistan mentre l’Apollo, rimasto più a lungo in orbita, sarà recuperato nell’Oceano pacifico dalla nave della Marina americana USS New Orleans il 24 luglio successivo.
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