2023-12-29
Scienza e spot a braccetto: il vaccino è per sempre
Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (Ansa)
Il Covid? Ci dobbiamo rassegnare: ci sarà sempre. Parola di Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, il principale centro italiano di ricerca sui farmaci. In un’intervista al Corriere della sera dedicata a ciò che ci aspetta l’anno prossimo dal punto di vista della medicina e della salute, il professore non sembra avere dubbi: «Il coronavirus è come l’influenza, dobbiamo accettare questa realtà. Però sta diventando endemico. E dovrà adattarsi (lui, non noi, ndr) a un ambiente in cui non si trova a suo agio, per cui l’impatto sarà minore».Insomma, sta diventando una malattia come le altre, come l’influenza appunto. Tuttavia, dopo averci rassicurato e aver evitato di adeguarsi agli allarmismi di certi suoi colleghi, i quali nelle scorse settimane - forse per nostalgia del periodo 2020 - minacciavano epidemie di vaste proporzioni e assalti ai pronto soccorso degli ospedali, Remuzzi ci spiega che però dovremmo continuare a vaccinarci. Perché, visto che il Covid sta diventando endemico, cosa che di regola accade con tutte le pandemie dopo che il virus ha contagiato la maggioranza della popolazione? Il professore non lo spiega. Dice solo che i vaccini sono stati utilissimi e nel solo 2021 hanno salvato 20 milioni di persone (come il dato sia stato calcolato non lo svela) e chissà quante altre vite salveranno in futuro, perché il futuro è nei vaccini. Già, il numero uno del centro Mario Negri, racconta nell’intervista che dipenderemo sempre meno da pillole e compresse e sempre più dai vaccini. «I farmaci si stanno trasformando in anticorpi, la base dell’immunoterapia» racconta il luminare. Che cosa vuol dire in concreto? Remuzzi non si tira indietro e con pazienza illustra al cronista gli sviluppi della ricerca basata sull’Rna e la terapia genica. «Una tecnica che avrà presto applicazioni molto ampie, dall’influenza ai vaccini contro il cancro». Tutto bene, dunque: il 2024 comincia sotto ottimi auspici. Certo, ci sono «ancora da studiare a fondo gli effetti negativi», ma diciamo che per una scienza che va di fretta questi sono dettagli, come appunto i problemi collaterali causati dalle fiale iniettate per combattere il Covid. «Lo scetticismo di certa stampa è ingiustificato», sentenzia il luminare. Il quale, per spiegare meglio quali vantaggi si possano ottenere con la nuova terapia che utilizza Rna, racconta che è «estremamente affascinante la possibilità di operare sull’Rna del fegato per curare una malattia del cuore come la cardiomiopatia associata a una forma di amiloidosi». Non ho dubbi sul fatto che il professore alla guida dell’Istituto Mario Negri sia affascinato dagli sviluppi della ricerca. Tuttavia, io sono rimasto affascinato anche da una curiosa coincidenza. Nello stesso giorno in cui è stata pubblicata l’intervista a Remuzzi, su Repubblica c’era un’intera pagina pubblicitaria del gruppo Pfizer, lo stesso dei vaccini, in cui compariva la seguente scritta: «Affanno, gambe gonfie, formicolio alle mani? Scopri i possibili sintomi dell’Amiloidosi cardiaca». Che concomitanza di messaggi. Da una parte si parla della possibile soluzione della malattia, dall’altra ci pensa la Pfizer e il sito appena lanciato (Il cuore lo sa) a curare la malattia. Quando si dice il caso…
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Giancarlo Tancredi (Ansa)