Sapevano già tutto dal 12 febbraio. Ma non hanno fermato l'epidemia

Sapevano già tutto dal 12 febbraio. Ma non hanno fermato l'epidemia
Giuseppe Conte (Ansa)
Ogni volta che gli è stato chiesto conto di ciò che è accaduto nei mesi dell'emergenza Covid, il presidente del Consiglio ha sempre risposto di non avere nulla da rimproverarsi, aggiungendo che se si fosse presentata l'occasione avrebbe rifatto tutto, ma proprio tutto. Giuseppe Conte, insomma, non è pentito, non pensa di aver fatto errori, ma anzi ritiene che l'azione del suo governo sia stata d'esempio per il resto d'Europa. Di più: del mondo. La narrazione del premier è stata solo lievemente contraddetta nelle scorse settimane dalla rivelazione dei ritardi con cui è stata istituita la zona rossa nella Bergamasca. Il Comitato tecnico scientifico chiese il 3 marzo la chiusura di Alzano e Nembro, i due paesi in cui si erano registrati diversi casi di coronavirus, ma il governo prese tempo fino al 9, lasciando che il virus si diffondesse. Alle obiezioni di chi ha chiesto le ragioni di tale ritardo, Conte ha replicato di non aver visto il verbale del Cts, (...)
Ragazzi sul filo di lama
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  • Investigatori e inquirenti lo dicono da tempo: «Ci troviamo di fronte a una nuova emergenza». Sono i minorenni che usano armi bianche per risolvere piccoli screzi Movida, scuole, piazze: ogni luogo può diventare un campo di battaglia E aumentano le denunce: a Milano è boom (+300%).
  • Lo scrittore Aurelio Picca: «Tra i duellanti c’era un reciproco riconoscimento, l’agguato era l’eccezione. Ora non ci si rende conto delle azioni.

Lo speciale contiene due articoli.

Morto suicida dal Duomo il killer di Milano
Ansa

Emanuele De Maria, evaso e latitante dopo aver accoltellato un uomo, si è gettato dalle terrazze della cattedrale. È stato riconosciuto per i tatuaggi. Trovata senza vita al Parco Nord la sua collega, di cui si erano perse le tracce.

Il bavaglio di Sala: non si parli di immigrati
Beppe Sala (Ansa)
Il primo cittadino meneghino e il resto della sinistra mobilitati contro il Remigration Day di sabato, un convegno programmato dalle forze identitarie europee in Lombardia per sollevare il problema della sicurezza. Minacce all’albergo che doveva ospitarlo.
Lazio e Maccabi insieme contro odio e discriminazione

Un ponte tra sport, educazione e dialogo. È questo lo spirito che ha animato la cerimonia svoltasi domenica mattina presso il centro sportivo della Lazio, dove è stato firmato un memorandum d’intesa tra il club biancoceleste e il Maccabi Israel. L’accordo segna l’inizio di una collaborazione che punta a trasformare il calcio in uno strumento di inclusione, cooperazione e lotta a ogni forma di discriminazione.

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