2021-11-29
Il Covid mutante diventa la scusa per murare Draghi a Palazzo Chigi
Chi pensa al Cav, chi al Mattarella bis. Purché si scongiurino le elezioni anticipate.Quella stretta di mano forte forte a Villa Madama tra il presidente Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi è così piaciuta alla sinistra che vorrebbe «fissarla». Anche perché è arrivata Omicron e allora meglio non disturbare i conducenti. È bastato il primo caso in Italia dell'ultima variante del Covid-19 e subito i giornali hanno rafforzato il dibattito a senso unico sul Quirinale. «Congelare i vertici istituzionali», ha consigliato ieri Marcello Sorgi sulle colonne della Stampa, raccontando che voci di corridoio consigliano di non cambiare i giocatori in campo e una ragione che basterebbe a far restare Mattarella al Colle non è l'idea di «un congelamento ma una stabilizzazione resa necessaria dal possibile aggravarsi di una situazione a tutt'oggi eccezionale e che non riguarda solo l'Italia». Quindi meglio convincere Draghi a restare a Palazzo Chigi e il presidente ad annullare il contratto d'affitto della nuova casa. Anche perché, sottolinea l'editorialista, «qualsiasi altro assetto se messo alla prova di una nuova emergenza potrebbe fornire sorprese sia sul piano interno che su quello internazionale». Evitare scossoni - ovvero, elezioni anticipate - è anche il consiglio del direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, secondo il quale il «know how sanitario maturato dal fatto che siamo stati il primo Paese colpito e dunque con maggior esperienza», può fare la differenza, con lo stato d'emergenza che andrà sicuramente rinnovato. E se il virus era il pilastro della nomina dell'ex governatore della Bce, c'è poi la crisi economica, «ancora tutta da risolvere se è vero che arrivano i soldi del Pnrr ma Comuni e Regioni, soprattutto al Sud a detta degli stessi amministratori locali, non sono in grado di redigere i progetti». Meglio lasciare tutto fermo ed evitare elezioni usando un'altra parola chiave: responsabilità. Come fa il direttore del Giornale, Augusto Minzolini, ma da un altro punto di vista rispetto al mainstream dei giornali di sinistra, avendo in Silvio Berlusconi il candidato ideale per il Quirinale. Infatti la responsabilità dovrebbe usarla Draghi, che potrebbe avere legittime ambizioni a salire al Colle ma che rischierebbe di passare «da eroe a disertore». «Ora a questo mondo si può far tutto, si può anche chiedere agli italiani pazienza e sacrifici e poi decidere di far bagagli e cambiar Palazzo e Colle. Solo che una scelta del genere, che sarebbe quasi naturale in futuro per un premier che si è speso in un momento dei più difficili della storia del Paese calandosi nei panni dell'eroe, oggi striderebbe non poco di fronte ai problemi del presente. Sarebbe un passaggio innaturale in questo momento», scrive Minzolini, secondo il quale, però, «la questione in un Paese normale neppure si porrebbe, a vedere i dati dei contagi che aumentano, le nuove varianti che incutono paura, i mercati che precipitano per il virus e tutto quello che resta da fare per rimettere in piedi l'economia quando siamo ancora sotto le bombe della pandemia». Un altro pretesto per murare Draghi a Palazzo Chigi.