2023-02-04
Cospito adesso insegue il martirio: «Non mangerò, lasciatemi morire»
Ilaria Cucchi lo incontra in galera. Le Camere penali europee: sistema al collasso.Rifiuta la visita psichiatrica nel carcere di Opera, Alfredo Cospito. E ripete, a chi ha avuto modo di incontrarlo nelle scorse ore, che non ha «alcuna intenzione» di interrompere lo sciopero della fame che lo ha portato a perdere oltre 35 chili nelle ultime settimane. Un proposito che il presunto capo della galassia anarchica ha ribadito in una comunicazione, inviata al Dap, nella quale esprime la sua ferma volontà perché non si proceda con l’alimentazione forzata, nel caso in cui le sue condizioni peggiorassero al tal punto da renderlo incosciente. Allo stato, a quanto risulta, la difesa di Cospito non ha però presentato istanze di differimento pena o di altro genere. Che cosa succederà, ora, quindi? Difficile prevederlo. Il Tribunale di sorveglianza, attraverso il monitoraggio costante delle condizioni sanitarie, potrebbe decidere in ipotesi che si renda necessario il trasferimento nell’ospedale collegato al carcere di Opera, ossia il San Paolo. Oppure potrebbe optare per un trattamento sanitario obbligatorio. Ipotesi, quest’ultima, che tuttavia richiede determinati requisiti giuridici per poter essere avviata. «Ritengo non ci sia modo di convincerlo a fare nulla. Non si preoccupa di se stesso», ha commentato la senatrice della sinistra, Ilaria Cucchi, che ieri gli ha fatto visita in carcere. «È determinato al punto di essere lucido e consapevole che sta rischiando la vita, e piuttosto si preoccupa degli altri: mi riferisco ai detenuti anziani e malati che rischiano di morire in carcere». La Cucchi ha poi sottolineato di essere uscita «provata» da «questo incontro». «Le sue condizioni peggiorano e ahimè continueranno a peggiorare di giorno in giorno e lui non ha nessuna intenzione di interrompere questo sciopero della fame».E se Cospito fosse proprio deciso a morire come ultimo gesto di lotta politica? «Se, malauguratamente, si verificasse questa circostanza», ha spiegato l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, «ne risentirà tutto il sistema normativo penale e penitenziario del nostro Paese. Con la conseguenza unica che l’articolo 41 bis vacillerà e chi ne trarrà più vantaggi saranno proprio i mafiosi, per i quali il carcere duro è stato a suo tempo promosso». «Carcere duro che», commenta ancora Tirelli, «nella sua attuale impostazione non è uno strumento di contrasto alla criminalità organizzata, ma una vera e propria tortura di Stato i cui limiti e le cui criticità vanno molto oltre il caso specifico».Intanto, la battaglia giudiziaria e politica s’infiamma. La difesa di Cospito esprime «stupore e rammarico in merito al parere inviato dalla Procura generale di Torino al ministro Nordio. Stupore perché nessuno meglio della Procura è al corrente delle precisazioni fornite dalla Corte di assise all’atto di riconoscere la sussumibilità di una porzione delle sigle Fai (Federazione anarchica informale, ndr)» nella fattispecie che punisce le «associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico». Secondo l’avvocato Flavio Rosi Albertini, infatti, «non ogni fatto illegale commesso, rivendicato, attribuito, alla compagine anarchica, anche se rivendicato dall’acronimo Fai, sia espressione, sintomo, indicazione dell’esistenza e attualità di una associazione criminale». Rappresentando quest’ultimo, ha spiegato ancora il leagale, «presupposto ossia l’esistenza di una associazione in collegamento con il detenuto la condizione indispensabile per l’applicazione del 41 bis. Nel caso di specie assolutamente mancante». L’avvocato Rossi Albertini ha ribadito, poi, «rammarico, perché alla Procura era stata concessa una occasione unica per rivalutare le proprie determinazioni, espresse anche nel recente passato allorché aveva insistito solo il 5 dicembre scorso nella richiesta di ergastolo ostativo per Alfredo Cospito, suscitando incredulità in ogni sobrio osservatore e la decisione della Corte di assise di Appello di sollevare l’incidente di costituzionalità». Una piccola vittoria, però, Cospito l’ha ottenuta: nella giornata di ieri gli sono stati restituiti i libri che gli erano stati sequestrati nei giorni scorsi.