2024-12-09
Così la lotta al «patriarcato» spinge l’islam
Striscione sui preti durante una manifestazione a Milano per la lotta al «patriarcato» (Ansa)
I dati sui reati commessi dagli immigrati danno fastidio a certe femministe perché lo scopo di queste ultime non è quello di proteggere le donne, bensì abbattere il cristianesimo. Infatti, un Occidente musulmano è il sogno finale degli adepti woke.Pirro, re dell’Epiro, sconfisse i Romani in due battaglie, ma con perdite enormi e incolmabili, per cui perse la guerra. Una vittoria di Pirro è una vittoria ottenuta a un prezzo così alto, che, in ultima analisi, diventa una sconfitta. Nella cosiddetta giornata contro la violenza sulle donne, e purtroppo anche tutti gli altri giorni dell’anno, non solo esagitate attiviste, ma anche le narrazioni ufficiali sposano la delirante teoria che uomini e donne siano gruppi etnici diversi; gli uomini cattivi, le donne tanto buone e sempre vittime. Della morte di Giulia Cecchettin evidentemente non importa molto a nessuna delle esagitate attiviste. Se per loro avesse avuto una qualche importanza, sarebbero state altrettanto indignate anche per le donne uccise e stuprate da immigrati non cristiani. Il ministro Valditara ci ha provato a ricordare le donne aggredite da immigrati, ed è stato dichiarato un violento, e le sue fotografie sono state bruciate. La signora Dietlinde Gruber, più conosciuta con il lezioso vezzeggiativo Lilly, giornalista particolarmente brillante e magnifica, una spanna sopra i colleghi nel seguire le indicazioni diciamo del mainstream, ha commentato che le parole di Valditara sono già una risposta affermativa alla domanda se il «patriarcato» esiste. Nella neolingua «patriarcato» indica la struttura sociale cristiana. I crimini di non cristiani ricordati da Valditara sono statisticamente enormemente più numerosi di quelli commessi dagli uomini italiani, quindi cristiani. Questa è un’informazione che ha infastidito perché lo scopo non è la protezione delle donne, ma l’abbattimento del cristianesimo. La giornata è stata l’ennesimo attacco alla nostra civiltà che deve essere completamente devirilizzata per essere abbattuta. Uomini e donne sono la parte maschile e femminile della razza umana, diversi e complementari. Il movimento di liberazione delle donne ha massacrato il concetto stesso di famiglia e quindi di società. Contrariamente alla teoria del buon selvaggio, sia uomini che donne hanno capacità di ferocia spaventose; le capacità di ferocia delle donne non sono in nulla minori a quelle degli uomini. Frammentare l’umanità in due gruppi apparentemente in contrasto, la parte femminile e maschile dell’umanità, ha moltiplicato la litigiosità, reso tutti più poveri e abbattuto la natalità. Si sentono idiozie, sentenziate da giornaliste e opinioniste, come «i maschi sono una sciagura biologica e sarebbe meglio che non esistessero». Quando una donna commette crimini atroci, dato che le donne sono per antonomasia buone, la soluzione è che sia «malata», sicuramente «stanca», non è stata «sostenuta». Ha buttato l’acido in faccia a un uomo? Chissà lui cosa le ha fatto? Brigitte Skudlarek, ex ballerina tedesca, nel maggio nel 2012 ha ucciso il marito Gabrio Gentilini, reo di averla tradita. L’uomo era ubriaco, lei lo ha sodomizzato con un portarotolo in marmo lungo 35 centimetri, ha sfondato l’intestino ed è rimasto a guardarlo per ore mentre lui moriva di peritonite e shock settico; una morte atroce, uno dei crimini più atroci degli ultimi decenni. I media hanno ingentilito l’episodio evitando particolari; la pena è stata di 10 anni, di cui immagino abbia scontato la metà. La misandria, l’odio isterico contro gli uomini, tutti, è camuffato sotto la parola «rabbia». Le donne sono arrabbiate perché gli uomini sono cattivi e le danneggiano; solo gli uomini cristiani, però. Fondamentale non è solo che i crimini commessi dai musulmani siano statisticamente molto più numerosi. Fondamentale è che quei crimini sono di tipo istituzionale. Un uomo che uccide una donna sta violando le regole della Bibbia e del Vangelo. Un uomo islamico che uccide una donna cristiana, cioè infedele, sta eseguendo l’ordine contenuto nel Corano: uccidi gli infedeli ovunque si trovino. Queste persone non sono disapprovate dalla loro comunità, ma ne sono gli eroi. La cosiddetta guerra al patriarcato altro non è che un passo per l’islamizzazione dell’Europa e soprattutto dell’Italia. Lo dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio l’indignazione seguita alle parole di Valditara. L’islamizzazione è lo scopo ultimo della sottocultura woke. In molte scuole italiane, quindi del cuore del cattolicesimo, vengono redarguiti comportamenti come il recitare il Padre Nostro a tavola. In sempre più scuole si festeggia il ramadan. È quindi paradigmatico il comportamento delle cosiddette femministe in occasione della cosiddetta giornata contro la violenza delle donne. La violenza islamica non è considerata violenza ma qualcosa di encomiabile. Gli assassini e gli stupri commessi contro donne israeliane sono considerati guerra giusta e resistenza eroica. È stato interiorizzato il concetto islamico dello stupro e dell’assassinio di civili inclusi bambini come atto di guerra giusto in quanto sancito dal Corano. Dopo circa un secolo di battaglie femministe abbiamo raggiunto l’apogeo: gli stupri e gli assassini di donne il 7 ottobre sono una guerra giusta e l’unica maniera che abbiamo per definire noi stesse è «individui con utero», perché se ci definiamo donne i maschi che dichiarano di sentirsi fanciulle ci restano male. Per uccidere una persona ci sono due sistemi, una è sopprimerla: ci va un certo coraggio, una qualche potenza fisica e spesso si finisce in galera. Il secondo è molto più elegante: consiste nello spingere la persona odiata al suicidio. I maschi assassinati sono più numerosi delle donne uccise, i maschi sono la stragrande maggioranza dei morti sul lavoro, la stragrande maggioranza dei clochard e soprattutto la stragrande maggioranza dei suicidi, il quadruplo di quelli delle donne, più di 3.000 suicidi l’anno. La vera emergenza è il suicidio degli uomini. Un uomo cattivo può uccidere una donna. Lo fa da solo e dovrà pagarne il fio in tribunale. Una donna cattiva può spingere un uomo al suicidio. Spesso ha una schiera di collaboratori: avvocati, giudici, assistenti sociali che vietano al padre di vedere i figli dopo averlo indotto a tornare a dormire nella sua stanzetta da ragazzo, unica alternativa al dormire in macchina, perché deve pagare il mutuo della casa dove vive la ex e gli alimenti. Colpevolizzare tutti i maschi con le parole o con iniziative come le panchine rosse o le scarpe rosse a cosa serve? Esiste qualcuno talmente sprovveduto da pensare che l’assassino di turno, mentre sta per assassinare una donna, si fermi perché c’è la panchina rossa al parco comunale? La donna che uccide i suoi neonati sta commettendo un omicidio molto più atroce di qualsiasi cosiddetto femminicidio. Dato che le donne sono buone per definizione questi omicidi ci verranno presentati come malattie di persone che in fondo sono vittime, perché le donne non sono mai responsabili delle loro azioni. Solo gli uomini lo sono e per loro non ci sono sconti. Ogni singolo aborto volontario, una donna che fa smembrare il suo bambino a spese dello Stato, è più grave di un uomo che uccide un corpo che era fuori dal suo, che non era affidato alla sua protezione. Però è necessario censurare l’immagine atroce del feto abortito e arrestare chi prega fuori dalle cliniche degli aborti perché altrimenti al cuoricino delle donne viene la bua. È possibile che tra 30 anni saremo una repubblica islamica, e questo sarà il risultato di un secolo di lotte femministe.