2024-09-13
Così la Boccia giocava col curriculum
Maria Rosaria Boccia (Ansa)
Due università smentiscono le sue «docenze». E si scopre che in meno di un mese ha corretto il cv spedito in via del Collegio romano per far sparire alcune esagerazioni e un’agenzia di pr a rischio di conflitto d’interessi. Al ministero della Cultura devono essere rimasti straniti quando hanno ricevuto il curriculum della quarantunenne pompeiana Maria Rosaria Boccia. Il momento fatidico è il 4 luglio 2024. La dottoressa campana ha iniziato da circa un mese la sua relazione intima con il ministro Gennaro Sangiuliano e potrebbe aver ottenuto il via libera per una possibile collaborazione. In quel mese la donna deve aver riempito la testa dell’ex direttore del Tg2 di tutte le sue esperienze lavorative, delle sue docenze universitarie e delle sue lauree, e il pover’uomo, frastornato, deve essersi fatto latore del pirotecnico cv. Ma nelle settimane successive qualcuno (non sappiamo chi) deve aver consigliato qualche ritocchino dentro al documento che era davvero poco credibile. E, soprattutto, come vedremo, conteneva un possibile conflitto di interessi. Sparito, nel cv, del 25 luglio. Ma iniziamo a esaminare i documenti. La signora esordisce con la voce «Esperienza». Ed è un bell’esordire. Infatti, informa i funzionari di via del Collegio romano di essere da due mesi «docente universitario» all’Università Luigi Vanvitelli. Corso d’insegnamento? «Pianificazione della comunicazione e marketing tra etica e deontologia». Nella riga successiva è specificato che non si tratta di un insegnamento svolto nell’ambito del corso di laurea, ma all’interno di un master, comunque afferente al «Dipartimento di medicina sperimentale». Mica pizza e fichi. Su Instagram ieri la Boccia, a uso e consumo di chi metteva in dubbio i suoi titoli di studio, ha pubblicato un attestato di «attività didattica integrativa» dal professor Marcellino Monda. A strettissimo giro la Vanvitelli ha ridimensionato in modo clamoroso il contributo della «professoressa»: «La dottoressa Boccia ha tenuto un unico intervento a titolo gratuito e in modalità telematica riguardante la tematica di Marketing e comunicazione nell’ambito delle attività integrative del master in “Dietetica applicata allo stile di vita: dalla sedentarietà all'attività sportiva” (diretto da Monda, ndr), dell’anno accademico corrente». Quindi la «docente» avrebbe tenuto un unico intervento gratuito online. La nostra, nel cv inviato al ministero, si è pure definita «docente universitario» di Scienze della comunicazione e media digitali per anno accademico 2024-2025 presso l’università Federico II. Un’esperienza che sarebbe iniziata ad aprile. Anche questa volta ad abbeverarsi alla sua sapienza sono stati gli studenti di un master di secondo livello di Medicina estetica diretto dal professor Francesco D’Andrea.Altro giro, altra smentita. Nonostante i documenti pubblicati sui social. «Non risulta alcuna docente o ricercatrice a nome di Maria Rosaria Boccia alle dipendenze dell'Ateneo» fanno sapere dalla Federico II. Non risulta nemmeno «alcuna documentazione attestante lo svolgimento di servizio di assistenza docenti», né «la stipula con l'Ateneo di contratti di docenza». E l’attestato firmato da D’Andrea e pubblicato dalla Boccia? Il documento è stato inviato da una mail personale e non da un indirizzo di posta elettronica dell'università, che, tra l'altro, fa riferimento all'anno accademico 2024/2025, nel quale le attività del master non sono ancora partite. D’Andrea aveva già spiegato che la Boccia gli era stata presentata in qualità di presidente dell'intergruppo parlamentare sulla Medicina estetica e la bellezza e che all’attestato non era seguita alcuna formalizzazione dell'incarico. Quanto alla formazione la Boccia al ministero ha raccontato di aver conseguito due lauree, ma come abbiamo svelato nei giorni scorsi quella all’università Parthenope non è mai stata conseguita e quella ottenuta in economia aziendale-manageriale, nel 2023, per via telematica con Pegaso sarebbe stata sottoposta a verifiche.Per la formazione secondaria superiore la donna ha inserito i nomi di tre istituti con a fianco una data. Un anno che, ai più, ha fatto immaginare fosse quello della maturità. Ma a Pompei al liceo scientifico Pascal nel 2001 non si è diplomata nessuna Maria Rosaria Boccia. E, sembra, neppure negli altri anni. Diplomi a parte, è l’attività imprenditoriale della donna la parte più interessante e, forse, il principale motivo per cui è stato sfornato un secondo cv a stretto giro. Infatti, la Boccia, il 4 luglio, fa sapere di possedere la «Cult comunication Srl», fondata nel 2022 e della quale la donna è socia e amministratrice unica. L’oggetto sociale è «pubbliche relazioni e comunicazione». Nell’unico bilancio presentato, quello del 2023, viene dichiarato un volume di affari di circa 14.000 euro e una perdita di 2.300. Dopo venti giorni, però, la Boccia sbianchetta questa voce e puntualizza che la Cult è stata chiusa nel luglio del 2024, anche se in realtà la ditta risulta tuttora attiva. Ma allora perché questa correzione? Visto che la quarantunenne punta a diventare consulente del ministero per i Grandi eventi, qualcuno deve averle spiegato che avere una società di pierre poteva rappresentare un conflitto di interessi e, così, puff, scompare l’impedimento.Ma il 26 agosto, in una mail del ministro, il problema viene esplicitamente sollevato con il capo di gabinetto Francesco Giglioli, laddove Sangiuliano fa riferimento a «potenziali situazioni di conflitto d’interesse». Non è finita. Tra la prima e la seconda versione del cv, cambiano anche molte altre cose. Per esempio, il 4 luglio, la signora si dichiara «titolare» della Boccia intimo e mare, dal maggio del 2002 («22 anni e 2 mesi» di attività). Il 25 luglio la boutique risulta aperta per soli 4 anni, dal 2002 al 2006. Alla Camera di commercio la Boccia risulta aver aperto nel 2012 una ditta individuale, cancellata nel 2021. Anche questa, nella prima versione del curriculum appariva ancora aperta. Pure la «Boccia fashion donna» è data come attiva ininterrottamente dal 2009: «15 anni e 2 mesi». Nell’aggiornamento si dà conto della chiusura avvenuta nel 2013. Insomma da un documento all’altro, la Boccia passa da essere un’imprenditrice sulla breccia da quasi un quarto di secolo e con quattro attività avviate, a essere un’imprenditrice senza più imprese. Nella sua presentazione la Boccia fa un elenco di eventi nei settori della bellezza, della salute, dell’alimentazione e della moda di cui sarebbe stata organizzatrice. Ma queste kermesse diventano tutte esperienze senza fine.Per esempio i due eventi organizzati a Sanremo (Festival della cucina italiana) e Pompei (Festival della bellezza) a febbraio e ad aprile, anche con la partecipazione di alcuni politici, vengono presentati come happening che durano sino alla data dell’invio del curriculum, rispettivamente di cinque e tre mesi. Un metro di misura che viene usato per altre esperienza. Per esempio l’«evento Ferrari» intitolato «Le Rosse in rosa» e svoltosi nel 2018 sulla Costiera amalfitana (nel paese dove viveva il suo amante), diventa un’esperienza lunga sei anni. Ogni kermesse incrociata dalla Boccia finisce dentro al suo cv e soprattutto, almeno sulla carta, sotto la sua egida a tempo indeterminato, con ogni probabilità all’insaputa degli organizzatori. Clamoroso il caso del fantomatico incarico da presidente della Fashion week Milano moda, che sarebbe stato ricoperto per 10 anni e 9 mesi sino alla scrittura del cv. Nella seconda versione la durata viene ridotta a 9 anni. Un ritocco che non è bastato a evitare la diffida da parte della Camera della moda all’utilizzo del nome della prestigiosa kermesse meneghina. Ma queste attività che durano senza soluzione di continuità spariscono, almeno in parte, nel secondo curriculum.L’impegno profuso per i Festival di Sanremo e Pompei e per l’evento Ferrari scende a un mese. Non cambiano la loro durate un paio di attività un po’ fumose: quella di organizzatrice di «eventi collaterali» a Sanremo (sette anni) e di consulente di moda per l’orchestra del concerto di Natale in Vaticano (sempre sette anni).