2024-11-27
Corvetto diventa l’epicentro della violenza d’importazione. La Questura chiede rinforzi
Dopo roghi e tafferugli rischio escalation: balordi chiamati a raccolta da altri rioni. Indagato un carabiniere. La rabbia dei residenti: «Qui gli oratori hanno i tornelli». Per chi vive il quartiere Corvetto, come il leghista Paolo Guido Bassi (ex presidente del municipio e da 25 anni consigliere), quello che sta succedendo in questi giorni altro non è che il risultato di anni di sottovalutazione di una realtà, quella delle baby gang di immigrati nordafricani di seconda e terza generazione, che qualcuno nel centrosinistra del sindaco Beppe Sala è arrivato a paragonare persino al neorealismo italiano. Siamo a poche fermate di metropolitana da via Montenapoleone, la strada più ricca del mondo, con appartamenti che toccano i 20.000 euro al metro quadro. Ma Milano non è solo un post scintillante su Instagram. È molto altro. «Qualche anno fa», ricorda Bassi alla Verità, «il parroco della chiesa di San Michele e Santa Rita è stato costretto a mettere i tornelli all’oratorio per limitare gli ingressi. Le aree giochi dove portare i bambini spesso sono piene di bottiglie di vetro rotte. Questo quartiere non è il bronx sia chiaro», precisa l’esponente leghista. «Ma le scene che abbiamo visto l’altra sera somigliano a quelle più volte trasmesse dai media francesi in diretta dalle banlieue di Parigi». Il sindaco Sala tace, eppure caso vuole che tra i suoi ultimi post su Instagram ci sia proprio una visita nel quartiere, dove il primo cittadino racconta «di una periferia che conosce le sfide dell’integrazione e della multiculturalità da diverse decadi». Qualcosa però sembra essere andato storto. «La maggior parte delle persone che vive al Corvetto è brava gente, che lavora e che purtroppo, dato un degrado per anni sottovalutato dalle giunte di centrosinistra, ora torna solo a dormirci e preferisce passare il proprio tempo altrove», aggiunge Bassi. «D’altra parte, anche i doposcuola nel pomeriggio sono ormai a prevalenza di stranieri. E spesso è persino difficile trovare un poliziotto della municipale da queste parti». Quanto accaduto negli ultimi tre giorni ha fatto subito pensare alle rivolte delle periferie parigine, dove giovani immigrati di seconda e terza generazione da anni tengono in scacco la polizia francese. Il film L’Odio di Mathieu Kassovitz ha saputo raccontare bene quella realtà. Molto simile a quanto accaduto tra sabato e domenica notte a Milano, quando Ramy Elgaml, 19 anni, di origine egiziana, è morto dopo un lungo inseguimento da parte dei carabinieri. Era su un grosso scooter nero guidato da un giovane di 22 anni tunisino, entrambi con precedenti. Sono stati inseguiti per tutta la città, quando il guidatore ha perso il controllo finendo contro un muretto. Secondo gli accertamenti non ci sarebbe stato contatto tra la volante dei carabinieri e lo scooter (anche se il carabiniere alla guida è stato indagato per omicidio stradale in concorso). Ramy, sbalzato dalla sella, non ce l’ha fatta. Il guidatore, senza patente, aveva 1.000 euro in contanti, una catenina in oro spezzata, un coltello a serramanico e una bomboletta di spray al peperoncino. Con tutta probabilità erano il frutto delle rapine in centro delle ore prima. Corvetto è la zona di Milano dove c’è la più alta concentrazione di appartamenti per affitti brevi, lo dicono le classifiche di Airbnb. C’è chi compra appartamenti e i turisti ci vanno in affitto. Eppure in questa realtà esistono delle sacche di forte malessere tra i più giovani. Già la sera di domenica si era radunato un centinaio di persone per protestare contro quanto accaduto al giovane egiziano. C’è pure stato un incidente, un Suv che passava di lì ha travolto dei ragazzi che sono finiti all’ospedale. Nella notte tra lunedì e martedì la situazione è peggiorata. Dalle 22 ci sono stati roghi, vandalismi e lanci di bottiglie e petardi verso la polizia che ha risposto con cariche e lacrimogeni. I manifestanti hanno appiccato fuoco ai bidoni dei rifiuti e danneggiato un autobus Atm. È stato arrestato un cittadino montenegrino di 21 anni, con precedenti e irregolare sul territorio nazionale, per devastazione, resistenza a pubblico ufficiale, incendio, getto pericoloso di cose, accensione ed esplosioni pericolose in concorso. Il ventunenne, nato in Italia, senza passaporto e con permesso di soggiorno scaduto, era insieme con altre 10 persone che devono ancora essere identificate. Arrivavano da zona San Siro, un altro quartiere difficile. Il tema non è di poco conto, perché Corvetto potrebbe diventare presto il centro delle proteste di antagonisti e immigrati irregolari. Anche per questo la Questura vuole chiedere rinforzi, in vista di uno dei periodi più caldi dell’anno, che passa per la prima della Scala e continua con il ricordo della strage di piazza Fontana. «Chiederemo una seduta straordinaria del Consiglio di municipio alla quale sarebbe opportuno partecipasse anche il sindaco», ribadisce Bassi. «Sarebbe facile», osserva l’esponente del Carroccio, «ricordare che solo un mese fa il Municipio 4 ha votato all’unanimità un documento sulla sicurezza e il degrado del quartiere che contiene alcune richieste alla giunta comunale e soprattutto al primo cittadino. Richieste, ad oggi, rimaste senza risposta concreta». Il problema è che il Pd e gli altri partiti di centrosinistra, in questi anni, hanno avuto un approccio quasi romantico. «Ci sono persone che vendono abusivamente roba rubata sui marciapiedi di viale Martini. Nel centrosinistra c’è chi sostiene sia povera gente che ha diritto a un sistema alternativo per procurarsi i vestiti. In realtà alimentano il clima di degrado e di abbandono». Per il consigliere Francesco Rocca (Fdi) questa «è una situazione che ha come protagonisti giovani nordafricani, molti dei quali con precedenti penali, che né studiano, né lavorano e che intendono scimmiottare i connazionali delle banlieue francesi. Le poche azioni dell’amministrazione comunale che ricordiamo nel quartiere sono le piazze tattiche dall’asfalto colorato e inutili girotondi».
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