2021-04-14
Corruzione al Miur: incarichi e appalti in cambio di denaro
Indagata Giovanna Boda: alta dirigente, renziana, moglie di un giudice. Avrebbe ricevuto 680.000 euro in cambio di affidamenti diretti.Terremoto al ministero dell'Istruzione. È indagata per corruzione dalla Procura di Roma Giovanna Boda, dirigente di prima fascia e capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, incarico a cui era assurta su proposta del ministro Lorenzo Fioramonti nel secondo governo Conte. La vicenda giudiziaria è particolarmente delicata perché la donna ha in mano i cordoni della borsa del dicastero. Ieri gli investigatori del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza hanno perquisito la sua casa romana, l'ufficio di viale Trastevere e una soffitta «nella disponibilità della donna». I finanzieri hanno passato al setaccio anche abitazioni e uffici di Federico Bianchi di Castelbianco, il presunto corruttore, e di Valentina Franco, stretta collaboratrice della Boda.Il sessantanovenne romano Bianchi è un noto psicoterapeuta, nonché editore dell'agenzia Dire, «specializzata in politiche parlamentari e di governo, politiche regionali e locali, oltre che su esteri, welfare, sanità, ambiente, scuola e giovani». Nel decreto di perquisizione si legge che la Boda, già direttore generale per lo studente, l'integrazione e la partecipazione del ministero dell'Istruzione, università e ricerca (Miur), in veste di pubblico ufficiale, «riceveva indebitamente per l'esercizio delle sue funzioni e/o dei suoi poteri» da Bianchi «somme di denaro e/o utilità per sé e/o per terzi per complessivi 679.776,65 euro». Una montagna di soldi in regali e benefit (dati e promessi) che gli investigatori, coordinati dal pm Carlo Villani, avrebbero registrato al centesimo. La donna avrebbe avuto in uso anche la carta di credito dell'uomo e la avrebbe utilizzata per ogni genere di spesa, non tutte destinate a lei. Per quanto riguarda la contropartita gli inquirenti annotano che Bianchi è il legale rappresentate dell'Istituto di ortofonologia srl nonché «socio e amministratore di fatto» della Com.e, Comunicazione ed editoria srl «società aggiudicatarie di affidamenti ciascuna di 39.950 euro da parte del Miur con decreti a firma della Boda, tramite l'indispensabile intermediazione e supporto Valentina Franco, consapevole del pactum sceleris». Ricordiamo che, secondo il Codice dei contratti, per gli appalti di importo inferiore ai 40.000 mila euro «si procede tramite affidamento diretto anche senza previa consultazione di due o più operatori economici». E nei due casi individuati dai magistrati gli affidamenti sono rimasti «sotto soglia» per appena 50 euro. I finanzieri hanno perquisito anche «i luoghi nella disponibilità» di sei collaboratori della Boda presso il ministero e anche i locali in uso alle società considerate riconducibili a Bianchi, cioè la Com.e. (di cui l'uomo possiede il 95 per cento delle quote), l'Istituto di ortofonologia (di cui l'indagato è socio al 50% e amministratore unico), la Fondazione Mite (Minori informazione tutela educazione), a cui è collegata una scuola di psicoterapia, e la Edizioni scientifiche Magi. Gli investigatori sono andati alla ricerca in particolare di «documenti relativi agli affidamenti e/o incarichi e/o appalti dati dal ministero a società riconducibili a Bianchi di Castelbianco, nonché il denaro e le utilità ricevute dalla Boda». Quest'ultima, nel 2016, da dirigente del Miur, è stata promossa dal governo di Matteo Renzi capo del dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, diventando la principale collaboratrice in questo settore dell'allora ministro Maria Elena Boschi. L'ex signora delle Riforme ha mantenuto questa delega anche quando è stata nominata sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Gentiloni e la Boda è rimasta al suo fianco sino al marzo del 2018, quando è tornata al Miur. L'indagata, laureata in psicologia dello sviluppo e già ricercatore universitario, è figlia di Titti Palazzetti, ex sindaco Pd di Casale Monferrato (Alessandria), città dove la Boda è nata nel 1974. La dirigente sotto inchiesta ha cominciato la collaborazione con il Miur nel 1999 e nel giugno 2016 è diventata dirigente di prima fascia.Nel 2010 ha ricevuto, su iniziativa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l'onorificenza di ufficiale dell'ordine al merito della Repubblica Italiana e nel 2014 quella di commendatore. Nel 2015, d'intesa con il Consiglio superiore della magistratura, la Direzione nazionale antimafia, l'Autorità nazionale anticorruzione e l'Associazione nazionale magistrati, ha «coordinato, presiedendo un apposito comitato tecnico, i tavoli regionali sulla legalità istituiti presso ciascun ufficio scolastico regionale del Miur». Tra i compiti di tali gruppi, «la diffusione della cultura della legalità nelle scuole» oltre che «la lotta al bullismo, al bullismo omofobico e al cyberbullismo e la lotta alle discriminazioni». L'allora vicepresidente del Csm Giovanni Legnini la ringraziò espressamente «per la passione e l'energia profuse nel perseguire tali rilevanti obiettivi». Il chietino Legnini è considerato uno degli sponsor della contrastata nomina a Procuratore di Chieti di Francesco Testa, marito della Boda. A quanto risulta alla Verità il magistrato sarebbe stato, però, totalmente all'oscuro dei presunti rapporti illeciti della moglie con Bianchi. La Boda è finita anche nelle chat dell'ex pm Luca Palamara. Nel febbraio 2018 scrive al magistrato: «Per vostro incontro lei (la Boschi, ndr) propone domani alle 13 al Majestic saletta Chopin riservata per voi due. Ok per te? Vuole parlarti». Poi esclama: «Siamo una squadra!». Il giorno dopo Palamara chiede: «Era contenta?». Boda: «Lei sì! Mi ha detto: ci voleva questo incontro!». Il 27 marzo, tre settimane dopo le elezioni politiche, la Boda gli dà appuntamento: «Alle 10.30 domani siamo da lei». E aggiunge: «Dobbiamo aspettare di vedere cosa succede». Palamara, che era stato lì lì per candidarsi con il Pd renziano, replica: «Ma noi superiamo ogni ostacolo». Boda: «Sì!!!! Vediamo e poi ci muoviamo». Palamara: «Non molliamo niente». Infine, la Boda, dopo una manifestazione, esulta: «Evviva la nostra rete del Bene!!!».Ha collaborato Patrizio Canestri
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)