2022-08-01
Corrado Ocone: «Da Draghi schiaffi al Parlamento»
Corrado Ocone (Imagoeconomica)
Il filosofo: «Non puoi chiedere voti ai partiti mentre contrasti quello che propongono. Il premier ha cercato lo scontro e l’ha trovato. Come la sinistra pensa da sempre, anche per lui il popolo ha torto e va rieducato».Parafrasando Woody Allen, viene da dire che la globalizzazione è morta e l’Occidente non si sente affatto bene. Temi alti e lontani si dirà. Ma dando un’occhiata sotto le coperte di una campagna elettorale «un po’ becera e per ora priva di contenuti, nasce la necessità di ragionare della crisi del globalismo per capire se, per esempio, l’europeismo della nostra sinistra non sia, come io sono convinto che sia, la riedizione del sovietismo del Pci. Quando c’è stata l’implosione dell’Urss l’hanno sostituita con l’esaltazione dell’atlantismo, ma la finalità è sempre la stessa: distruggere l’idea di nazione intesa come valori comuni e identitari che si frappongono tra il globalismo illiberale e l’individualismo selvaggio. D’altra parte, Karl Marx li ha indottrinati al grido di: proletari di tutto il mondo, unitevi!». Corrado Ocone, campano di Benevento, filosofo, 59 anni ma faccia ancora da studente e vitalità culturale strabiliante, è abituato ad agitare la polemica e portare Croce (nel senso di Benedetto di cui è il massimo cultore). Sarà in libreria a settembre con due libri: per Rubbettino una riflessione storica sul concetto di libertà e per Castelvecchi una riscrittura del suo pamphlet Europa, l’unione che ha fallito. «Ma sono strettamente legati tra loro: le restrizioni dei diritti a seguito del Covid e l’idea vincolistica dell’Europa sono ideologie normalizzanti che non ammettono la diversità e perciò portano alla decadenza». Ha un cursus honorum immenso eppure lo tengono sempre a bagnomaria: «Succede a chi è liberale; se fai il filosofo devi essere di sinistra per definizione. Altrimenti non vinci le cattedre, non hai gli incarichi. È l’eredità dell’egemonia culturale imposta da Palmiro Togliatti che era una volpe, del resto è riuscito a sopravvivere a vent’anni di condominio con Stalin. Il quale gli ha chiarito come stavano le cose: a Yalta ci siamo spartiti il mondo, l’Italia tocca a loro, vedi che devi fa. E lui ha cominciato la lunga marcia egemonica senza scrupoli. Un episodio spiega: Ranuccio Bianchi Bandinelli - storico dell’arte - fu designato da Mussolini a fare da Cicerone a Hitler. Dopo 8 anni era a capo della cultura del Pci».Che c’entra con l’oggi?«C’entra eccome. Esercitano un’egemonia culturale attraverso il politicamente corretto e ideologizzano tutto per nascondere il niente. Si preparano all’ammucchiata da Calenda a Fratoianni perché non possono elaborare un programma comune non avendo un’idea di società. Non è neppure una coalizione quella che sta nascendo a sinistra: è un cartello di desistenza. Che per stare insieme ha bisogno di evocare il fascismo, il putinismo. Arriverà anche la magistratura, s’inventeranno un nuovo caso Morisi. Questa storia della Russia è ridicola. Credo che l’ambasciatore russo parli con tutti, ma ora i giornali fiancheggiatori fanno da megafono. Quando ero piccolo mio nonno mi diceva: leggili. Il Corriere e la Stampa sono indipendenti, l’Unità fa propaganda. Oggi, fallita l’Unità, fanno propaganda loro. La ragione c’è. Il Pd è un partito-istituzione che non avendo più ceti di riferimento tende a costruire una casta autoreferenziale. È vero che è il partito della Ztl. Ma la ragione è antica.»In che senso?«Giorgio Napolitano era uno stalinista convinto, memorabile il suo discorso del 1961. Negli anni Ottanta fa il viaggio in America (all’ultima tappa alla Columbia University venne duramente contestato da uno storico marxista come Ralph Milliband), ritorna e i comunisti diventano improvvisamente atlantisti. Si convincono di potere esercitare la loro supposta superiorità antropologica e culturale all’ombra dell’atlantismo elevato a ideologia. Ma restano illiberali. E le conseguenze si vedono oggi».Ma se hanno fatto da scudo umano a Mario Draghi?«Fino al giorno prima del suo discorso alle Camere non ero convinto che fosse un bene la caduta di quel governo. Poi ho ascoltato Mario Draghi e a caldo ho detto: il centrodestra deve dimostrare dignità; è un discorso irricevibile. Non puoi pretendere i voti da una parte politica e poi contrastare tutte le cose che quella parte politica propone. Se mi fai l’attacco sul catasto e sui balneari stai cercando lo scontro. E mi sono detto: questo discorso è fatto apposta per rompere, per aprire un altro fronte e credo che pensassero a un governo Pd-Di Maio, irricevibile per la dignità del centrodestra. Inoltre Mario Draghi ha mostrato assoluto disprezzo per il Parlamento e questo è un tratto che lo accomuna alla sinistra».Beh, un po’ forte, non crede?«Nonostante la nostra sia una Repubblica parlamentare, il Parlamento è ora sentito come un impiccio. Covid docet. È la logica conseguenza di chi pensa che gli italiani siano stupidi e diventano intelligenti solo se votano come pare a loro. È un pensiero che viene da un certo contesto azionista: il popolo va educato. È molto presente nella Banca d’Italia ed è ovvio che Draghi lo incarni. Anche il dibattito sul presidenzialismo è assurdo. Sono crociano e ho una visione storicistica, è evidente che il parlamentarismo ha lentezze e va adeguato. Far votare direttamente l’esecutivo esalta la funzione democratica e anche il Parlamento come controllore. La Costituzione medesima ha ambiguità: il nostro presidente della Repubblica di fatto è un monarca repubblicano. Pensiamo a Napolitano o Sergio Mattarella che resta in carica 14 anni! Questo giustifica un decisionismo che esautora il Parlamento». Interessante quest’idea della monarchia repubblicana…«L’illuminismo portato all’esasperazione è ciò che domina oggi e ha costituito la radice del comunismo. È Rousseau il vero profeta di questa sinistra che assegna alla tecnica l’essere il Dio terreno che costruisce il paradiso terrestre. Da qui l’idea dei migliori e di presentare Draghi come il migliore dei migliori. Un’affermazione che discende dall’ideologia che è alla base dell’euro. Ciampi e Carli pensavano che per far diventare l’Italia un Paese normale - e già questa è un’aberrazione - andava costruito il vincolo esterno. Il rigore imposto dall’esterno per raddrizzare il legno storto e siamo entrati nell’euro anche se non ne avevamo né i fondamentali né le caratteristiche. Ma questa mentalità è in fondo il disprezzo per il popolo che devi guidare ed educare attraverso un’ideologia normalizzante. Ecco l’europeismo, l’ecologismo e tutto ciò che appiattisce, ecco il gender e la cancel culture. Il che significa da una parte la necessità di normalizzare, dall’altra dare spazio alla superficialità. I mercati si muovono sulle percezioni: Mario Draghi viene percepito come affidabile, che lo sia veramente è tutto da dimostrare. Se hai delle monarchie repubblicane è più semplice evitare il dubbio».Ma così non si eleva l’ipocrisia a sistema?«Esattamente. L’Europa è stata costruita sull’idea di educare il popolo, di creare la gabbia. Dove tutto deve essere perfetto e perfettamente regolamentato. Il rifiuto di tutto ciò è la prima ragione della Brexit, di un Paese liberale. L’ipocrisia di fondo è di far credere che i vincoli siano imposti da strutture democratiche, l’Europa non è democratica. Lo stesso vale per il reddito di cittadinanza. È sostenuto da un’ipocrisia: che sia possibile la vita comoda. Così come è ipocrita dire che Salvini strizza l’occhio ai no vax o la Meloni a Casapound. Non ha senso, non spostano un voto. Ma dirlo serve ad affermare che solo la sinistra ha le chiavi della felicità che - ad esempio nel caso del Covid - passa attraverso la scienza imposta come dogma, come se la scienza non fosse dubbio in sé e gli scienziati fallaci in quanto uomini. Se si leggesse l’ultimo Croce, si saprebbe che ciò che deve guidarci è l’elogio dell’imperfezione».Un’altra Europa è possibile?«Sì, è di fatto il titolo del mio libro. È l’Europa delle diversità, delle nazioni e della dialettica tra culture che oggi viene repressa dal tecnicismo che produce, ha ragione papa Ratzinger, il deserto di fede e la negazione di Dio in quanto senso del limite. L’Europa deve avere queste due caratteristiche. La prima, come scrive Machiavelli in Sopra la prima decade di Tito Livio, che Roma fu grande quando c’era la lotta di fazione e cominciò a deperire quando con l’Impero ci fu appiattimento; la seconda, che deve avere il senso del limite.» Sta copiando la Meloni?«Veramente è la Meloni che sembra aver letto il mio libro, ma se l’Europa vuole salvare l’Occidente deve abbandonare il dirigismo».Anche in economia?«Ralf Dahrendorf, che fu commissario europeo, diventò euroscettico perché visse l’Europa del rigore, dei regolamenti, dell’ubbidienza ai mercati come un’Europa che soffoca la libertà d’impresa. Lo stesso vale in Italia. Noi abbiamo in più il macigno del debito, ma lo puoi erodere solo se dai retta a Einaudi, se fai il liberalismo buono che dà spazio all’impresa, la libera dal fisco, se torni all’economia delle nazioni e non ti metti a capo del globalismo che tra l’altro ha condannato l’Occidente».A proposito di Occidente: ce l’hanno tutti con noi?«L’Occidente ha nemici interni ed esterni. Prendiamo Francesco, questo papa ha un’ideologia terzomondista che giustifica anche la sua posizione molto tiepida verso Vladimir Putin. Va in Canada a chiedere scusa del colonialismo perché non gli piace l’Occidente. In realtà la civiltà occidentale per sua natura tende a espandersi. L’India e il Sudafrica non sono putiniani, ma ce l’hanno con noi perché l’Occidente non sa spiegare il buono della civilizzazione. E però ora vogliamo colonizzarli con l’ecologismo. Ci diranno che anche loro hanno diritto allo sviluppo e hanno ragione. Il nuovo secolo è la prosecuzione del Novecento. Allora le teologie politiche si sono messe alla prova nella conquista del mondo con i totalitarismi; oggi a queste ideologie si sostituiscono il deserto spirituale e la potenza tecnocratica. Solo un Dio ci può salvare - diceva Martin Heidegger - un mondo dominato dalla tecnica. Ma anche il lievito del liberalismo, che in Italia è inoculabile solo nel centrodestra».
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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