2020-01-19
Contro la minaccia delle etichette Ue un decreto scudo per Parmigiano & C.
Nonostante le pressioni della Commissione, al via l'intesa di governo per tutelare i prodotti di eccellenza Dop e Igp. La legge permetterà di non usare i loghi a semaforo del sistema Nutri Score, per noi penalizzante.Ciò che la «Gregoretti» divide il prosciutto e il Parmigiano uniscono. La politica è compatta a difesa del made in Italy di qualità dell'agroalimentare e sta per essere varato un decreto che mette al riparo Dop e Igp dalle etichette a semaforo, pensate proprio per far fuori i nostri migliori prodotti. La Lega è stata la prima battersi contro il Nutri Score a difesa dei nostri prodotti, ma osa si sono convinti tutti. Giochiamo d'anticipo, stavolta. Anche perché è in ballo un quarto del Pil. La mossa del governo - l'intesa è stata raggiunta a margine del Consiglio dei ministri tra i tre dicasteri interessati: Teresa Bellanova Agricoltura, Roberto Speranza Salute e Stefano Patuanelli sviluppo economico - serve ad opporsi in Europa al Nutri Score il sistema di etichettatura a «semaforo» che i francesi guidati da Serge Hercberg, epidemiologo dell'Università di Parigi Nord, hanno messo a punto sofisticando quella inventata dagli inglesi. Herceberg sostiene che la sua «invenzione» consente di mangiare meglio, di evitare infarti e diabete e giura e spergiura che le multinazionali dell'alimentare - roba da 700 miliardi di fatturato messe tutte insieme - vedono il Nutri Score come il fumo negli occhi. La Nestlé però accetta di sperimentarlo in sette paesi e la Coca Cola light - nonostante sia edulcorata con dolcificanti di sintesi - si trova premiata come alimento sano mentre il nostro olio extravergine di oliva si becca tutti gli accidenti del mondo. Spiega - senza troppo convincere per la verità - il francese che «Bisogna paragonare i cibi nella loro categoria: Coca Cola contro extravergine non ha senso perché l'extravergine tra gli oli è comunque quello trattato meglio». Il sistema francese è basato su di un algoritmo, non tiene conto della qualità né dell'origine classifica gli alimenti in una scala di cinque colori dal verde al rosso con delle lettere dalla A alla E come i frigoriferi. Per capire che non funziona basta questo esempio: classifica come verde un'insalata al salmone e come arancione un' insalata con la mozzarella, ma non ci dice quanti antibiotici ci sono in quel salmone! Oltretutto essendo basato su porzioni da 100 grammi e confezionate il Nutri Score non dovrebbe piacere neppure a Greta Thunberg perché incentiva lo spreco di imballaggi di plastica. Ciò detto però il Nutri Score piace moltissimo a Ursula Von der Leyen e a tutte le lobby europee. Ormai è passato in Francia, in Spagna, in Belgio e stanno per adottarlo in Germania e nei paesi del Nord Europa. L'Europa s'avvia a trasformarlo da facoltativo in obbligatorio. In quel caso il Parmigiano Reggiano, o il prosciutto, la mozzarella o il miele italiani, i nostri oli e i nostri vini sarebbero fuorigioco. L'Italia stavolta è pronta a passare al contrattacco. Abbiamo già proposto all'Europa - con scarsa possibilità di successo, a Bruxelles le lobby contano - un sistema di etichettatura alternativo. È quello a batteria: che è basato sulle quantità a porzione dei nutrienti e indica in modo molto semplice quanto quel dato alimento contribuisce a saturare i fabbisogni quotidiani calorici, di grasso, di proteine, di zuccheri. Questo sistema a batteria a Bruxelles è sostenuto da tutte le forze politiche italiane anche contro i gruppi di appartenenza (il Pd contro i socialisti, Forza Italia contro i popolari). Ma ieri si è fatto un passo in avanti molto significativo con l'annunciato «ombrello» per Dop e Igp. «Questa mossa», commenta positivamente Luigi Scordamaglia presidente di Filiera Italia, «ci consente di escludere in sede europea che il Nutri Score possa essere applicato sul Parmigiano, il Prosciutto, gli oli Dop, i vini; insomma mettiamo l'eccellenza del made in Italy al riparo dalle offensive delle lobbies dell'alimentare. In più facciamo un piacere all'Europa. Come sa ogni studente di marketing avere troppi marchi sulle confezioni vuol dire far si che si elidano a vicenda e non si possono sottoporre i marchi di garanzia europei alla concorrenza del Nutri Score: è un errore marchiano per l'Europa». Dello stesso parere è anche Cesare Baldrighi presidente di Origin Italia - associa i consorzi Dop e Igp - che commenta: «Sosteniamo l'impegno politico per escludere le Dop ed Igp da sistemi innovativi di etichettatura nutrizionale» . Quanto prima serve non solo l'ombrello per Dop e Igp, ma anche l'adozione per legge dell'etichetta nutrizionale a batteria, oltre a continuare la battaglia perché questo sistema sia adottato in Europa in alternativa al Nutri-score. Adottarlo comunque in Italia ci consentirebbe di opporre la reciprocità agli altri paesi. Cosa significa? Vuol dire che se un prodotto italiano è etichettato secondo la legge italiana che non viola i principi europei, un altro paese non può imporre una diversa etichettatura. Dunque i paesi che adottano il Nutri Score non potrebbero applicarlo ai prodotti italiani. Su questa linea si muove Federalimentare (riunisce le industrie dell'agroalimentare nazionale che per lo più sono piccole e medie imprese che però non voleva l'esclusione di Dop e Igp: sono uno scudo molto forte per difendere anche gli altri prodotti ed è strano che si divida il mondo dell'impresa mentre la politica si unisce) per cercare riparo alla tempesta Nutri Score. Che chissà perché piace tanto ai «padroni della fame» che non vedono l'ora di mettere al tappeto, col benestare dell'Europa, l'unico vero concorrente che hanno: il sistema italiano dell'agroalimentare. Insomma la nostra etichetta a batteria potrebbe essere il sasso che Davide ancora una volta scaglia contro Golia.
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