2024-12-29
Contro la manovra a scatola chiusa. Parlamento aperto due giorni in più
Le proposte dopo le parole di Giorgetti e le polemiche sul monocameralismo di fatto. Gasparri (Fi): «Basta ai lavori a scartamento ridotto lunedì e venerdì». Borghi (Lega): «Fondo per emendamenti sui micro interventi». Sì alla fiducia. Il premier festeggia: «Testo di grande equilibrio»Tutte le misure, dal taglio dell’Ires agli aiuti alle famiglie.Lo speciale contiene due articoli.Le proteste sono sempre le stesse da quando, sei anni fa, è diventata prassi far esaminare la manovra da uno solo dei due rami del Parlamento, relegando l’altro a un ruolo di mera ratifica. La scadenza del 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio è un limite invalicabile, mentre la manovra viene presentata dal governo al Parlamento, giorno più giorno meno, alla fine di ottobre. Funziona così: la Camera (o il Senato, i due rami si alternano anno per anno) riceve dal governo la manovra e la esamina in commissione Bilancio; il testo poi viene discusso in Aula e approvato; a quel punto, la manovra passa all’altro ramo del Parlamento, che discute, valuta e apporta modifiche; essendo cambiato il testo, questo torna di nuovo alla prima Camera che lo ha esaminato, che lo approva in maniera definitiva. Tre letture, di cui una di pura ratifica, in due mesi: il tempo ci sarebbe, eppure sono ormai sei anni che la manovra resta per quasi tutto il tempo a disposizione nella commissione Bilancio di uno dei due rami del Parlamento, costringendo l’altro a limitarsi a un via libera, trasformandoci in un monocameralismo di fatto. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in aula al Senato, ha riservato a questo problema un passaggio non scontato: «Il governo», ha ricordato innanzitutto Giorgetti, «ha presentato in Parlamento, alla Camera dei deputati, il 23 ottobre il disegno di legge di bilancio. Questo è semplicemente per dire che probabilmente c’è un piccolo problema di procedure parlamentari che va risolto e che fa riferimento anche a come funzionano le Aule e le commissioni. Non so da quanti anni purtroppo è così», ha aggiunto Giorgetti, «ma siccome la legge bisogna comunque riformarla in base alle nuove regole europee, è già partito un lavoro preliminare. Essendo materia parlamentare e non di governo, l’iniziativa su queste cose deve essere parlamentare e noi», ha garantito Giorgetti, «siamo assolutamente disponibili». La Verità ha consultato due senatori di primissimo piano della maggioranza, l’economista della Lega Claudio Borghi e il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, per capire i motivi di questo problema e ascoltare le proposte per poterlo risolvere. Borghi, in particolare, da presidente della commissione Bilancio della Camera, nel 2018 riuscì a far approvare la manovra il 3 dicembre, dando modo così al Senato di esaminarla nel dettaglio: è stata l’ultima volta che le due Camere hanno avuto pari dignità. Cosa è successo, poi? «L’anno dopo», ricorda Borghi, «la manovra passò prima per il Senato, dove c’era un presidente di commissione del M5s un po’ inesperto, e l’approvazione arrivò a ridosso di Natale, non consentendo quindi alla Camera di esaminarla. Poi ci fu il Covid, e da quel momento purtroppo è saltato tutto. Credo che questa consuetudine», aggiunge Borghi, «sia da addebitare al fatto che ormai succede la stessa cosa per i decreti legge del governo, che vanno convertiti dal Parlamento entro 60 giorni altrimenti decadono. Molto spesso uno dei due rami del Parlamento si prende quasi tutto il tempo per l’approvazione, e l’altro non può fare altro che ratificare». Rimedi possibili? «Bisognerebbe eliminare», riflette Borghi, «dalla legge di bilancio i piccoli e piccolissimi interventi, quelli che stanno a cuore ai singoli parlamentari perché riguardano i territori o determinate categorie, e fanno perdere un sacco di tempo, tra pareri del Mef e discussioni. Basterebbe prevedere un fondo per le proposte dei singoli parlamentari, che verrebbe poi ripartito successivamente, con una discussione apposita». Molto interessanti anche le considerazioni di Gasparri: «Occorre intervenire», dice alla Verità il leader dei senatori di Forza Italia, «sui regolamenti dei due rami del Parlamento. Al Senato abbiamo introdotto alcune modifiche dopo il taglio dei parlamentari, la Camera è ancora indietro. Suggerirei che prima di esaminare una legge importante, connessa al programma elettorale della coalizione che ha vinto le elezioni, si voti una sorta di pregiudiziale in positivo, che imponga una tempistica certa per l’approvazione di quel provvedimento per ciascuna Camera. In questo modo», sottolinea Gasparri, «la commissione deve calendarizzare i lavori sapendo di dover rispettare una scadenza precisa, dando modo all’altro ramo del Parlamento di poter esaminare con gli stessi tempi quella legge. Bisognerebbe fare la stessa cosa anche per i decreti legge, che devono essere convertiti entro 60 giorni. Succede spesso che un ramo del Parlamento impieghi 50 giorni per l’approvazione, e così l’altra Camera non può far altro che ratificare. Imponendo 30 giorni per ciascuna Camera», aggiunge Gasparri, «anche i decreti legge verrebbero esaminati dai due rami del Parlamento in maniera approfondita. Si può infine intervenire sul lunedì e il venerdì, giornate nelle quali il Parlamento lavora a scartamento ridotto, facendoli diventare giorni di lavoro come il martedì, il mercoledì e il giovedì». Dal governo invece non arrivano segnali di particolare attivismo rispetto a quanto segnalato da Giorgetti, anche se il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani ha chiosato dicendo che «il Parlamento, nella sua totalità, potrebbe decidere di intervenire per darsi delle regole più stringenti così da garantire a entrambi i rami di intervenire sul testo della manovra». Mentre il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari ha dichiarato: «Trovare il modo di avere più di un mese sia per la Camera sia per il Senato è una cosa che si può provare a fare». E ancora: «Sono delle dinamiche che fanno parte del nostro meccanismo, del sistema, che cerchiamo di migliorare ma che abbiamo ereditato». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/contro-la-manovra-scatola-chiusa-2670697224.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="legge-di-bilancio-approvata-per-la-sanita-in-arrivo-risorse-record" data-post-id="2670697224" data-published-at="1735491259" data-use-pagination="False"> Legge di bilancio approvata. «Per la sanità in arrivo risorse record» Dopo il via libera del Senato, la manovra è legge con 108 sì, 63 no e un astenuto. «È una manovra di grande equilibrio, che sostiene i redditi medio bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia risorse record per la sanità, riduce la pressione fiscale e dà una mano a chi produce e crea occupazione e benessere», ha riassunto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Vediamo le misure chiave, a partire da cuneo e Irpef: bonus ai redditi fino a 20.000 euro, per quelli tra 20 e 40.000 una detrazione con décalage. Irpef su tre scaglioni: 35% per redditi oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 23% fino a 28.000 euro e 43% oltre 50.000 euro. Prevista anche per il 2025 la maxideduzione al 120% del costo del lavoro per le nuove assunzioni che sale al 130% per i lavoratori fragili. Il tetto dei fringe benefit sale a 1.000 euro per tutti, a 2.000 per chi ha figli; importi maggiorati per i neoassunti che accettano di trasferirsi di oltre 100 chilometri. Prorogata per tre anni la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività per i redditi fino a 80.000 euro. L’Ires, l’imposta sui redditi delle società, è ridotta di 4 punti per chi accantona almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinveste in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili del 2023). Contro l’abuso della Naspi, arriva un nuovo requisito: servono 13 settimane di contribuzione dall’ultima cessazione di lavoro a tempo indeterminato interrotto per dimissioni volontarie. Sale dal 25 al 30% il limite di detassazione per le mance ricevute dai camerieri e da 30 a 35.000 euro il tetto di reddito da lavoro dipendente per accedere alla flat tax per la parte di lavoro autonomo. Per quel che riguarda la pubblica amministrazione, blocco parziale del turnover nel limite del 75% delle uscite. Esclusi enti locali, Forze dell’ordine, Vigili del fuoco e ricercatori. Per il rinnovo dei contratti sono previsti 1,7 miliardi per il 2025, 3,55 per il 2026 e 5,55 dal 2027.Tante le misure a favore della natalità, a partire dai 1.000 euro una tantum per ogni nuovo nato o adottato da gennaio 2025 ai nuclei con Isee fino a 40.000 euro. Viene poi introdotto il quoziente familiare per calcolare le detrazioni, con una stretta per i redditi oltre i 75.000 euro. Il tetto cresce in base al numero dei figli. Si allunga da due a tre mesi il congedo parentale all’80%. Bonus nido con Isee fino a 40.000 euro. Per le mamme lavoratrici, confermata ed estesa alle autonome (con reddito fino a 40.000 euro) la decontribuzione al 100% per le donne con almeno due figli. Sale da 800 a 1.000 euro il tetto delle detrazioni per le rette delle scuole paritarie e aumenta il contributo per le paritarie che accolgono alunni con disabilità. Inoltre arriva un contributo per le attività extra scolastiche dei giovani da 6 a 14 anni in nuclei con Isee fino a 15.000 euro. Previsti pure fondi per gli oratori. Passiamo al capitolo immobili, a partire dal rinnovo fino al 2027 delle agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e le giovani coppie. Per l’acquisto di un nuovo elettrodomestico ad alta efficienza energetica è previsto un contributo del 30% del costo, fino a 100 euro. Il sostegno sale a 200 euro per famiglie con un Isee inferiore a 25.000 euro. Confermata la carta Dedicata a te per i redditi bassi.Sul fronte della salute, arriva la psicologo nelle scuole e per il bonus psicologo vengono stanziati 1,5 milioni in più. Il Fondo sanitario sale nel 2025 di 2,5 miliardi a 136,5 miliardi. Cinquanta milioni per il finanziamento del nuovo piano pandemico nel 2025, 150 nel 2026 e 300 milioni annui dal 2027. Incrementate le indennità per i lavoratori del Pronto soccorso e la parte fissa e variabile del trattamento economico dei medici in formazione specialistica. Borse di studio per specializzazioni sanitarie non mediche. Fondo da 3 milioni in tre anni per la cura e prevenzione dell’obesità. Stop alla ricetta cartacea.Per finire, il turismo: nel 2025, rifinanziamento da oltre 152 milioni del trattamento integrativo speciale per il lavoro notturno e straordinario e 110 milioni per i contratti di sviluppo.