2025-04-26
Contro la guerra Mattarella arruola Spinelli e l’Ue che intanto si riarma
Cortocircuito del Colle nell’intervento sul 25 aprile: la Bruxelles che celebra è la stessa che alimenta il conflitto nell’Est Europa.Nemmeno Sergio Mattarella ha voluto esimersi dal citare il defunto pontefice per celebrare il 25 aprile. In visita a Genova, il presidente della Repubblica ha pronunciato un discorso gravido d’emozione: «Non ci può essere pace soltanto per alcuni. Benessere per pochi, lasciando miseria, fame, sottosviluppo, guerre, agli altri», ha detto. «È la grande lezione che ci ha consegnato papa Francesco. Nella sua Fratelli tutti, ci ha esortato a superare conflitti anacronistici ricordandoci che ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte… Non è possibile accontentarsi di quello che si è già ottenuto nel passato e fermarsi, e goderlo come se tale situazione ci facesse ignorare che molti nostri fratelli soffrono ancora situazioni di ingiustizia che ci interpellano tutti. Ecco perché è sempre tempo di Resistenza, ecco perché sono sempre attuali i valori che l’hanno ispirata».È sempre tempo di Resistenza, molto bene. Resta solo da capire a che cosa si debba resistere. All’oppressione? Alle guerre? A sentire il presidente, parrebbe proprio questa l’idea. «L’aspirazione profonda del popolo italiano, dopo le guerre del fascismo, era la pace. Il regime aveva reso costume degli italiani la guerra come condizione normale: non la guerra per la vita ma la vita per la guerra», ha detto Mattarella. «La Resistenza si pose l’obiettivo di raggiungere la pace come condizione normale delle relazioni fra popoli». Insomma, al cuore della lotta partigiana ci sarebbe l’aspirazione alla pace, il rifiuto della guerra e dei regimi. Concetti nobili e condivisibili, senza dubbio. Di cui tuttavia resta leggermente problematica la declinazione nello scenario attuale. Soprattutto, appare lievemente dissonante, all’interno di questo alato ragionamento, il riferimento all’Europa. Secondo Mattarella, «anche dalle diverse Resistenze nacque l’idea dell’Europa dei popoli, oggi incarnata dalla sovranità popolare espressa dal Parlamento di Strasburgo. Furono esponenti antifascisti coloro che elaborarono l’idea d’Europa unita, contro la tragedia dei nazionalismi che avevano scatenato le guerre civili europee. Un nome per tutti qui a Genova, quello di Luciano Bolis, esponente del Partito d’azione, orrendamente torturato dalle Brigate nere nel febbraio 1945, miracolosamente sopravvissuto. Medaglia d’argento al valor militare, riposa ora a Ventotene, accanto ad Altiero Spinelli». Ecco, il riferimento a Ventotene e ai «patrioti europei» fa drizzare un poco le antenne, se non altro perché di recente sono stati chiamati in causa per manifestazioni che chiedevano la prosecuzione del conflitto in Ucraina, e non la sua cessazione e dunque la pace. E a quanto risulta Mattarella si muove felpatamente proprio su questa stessa linea. «Difendere la libertà dei popoli europei è compito condiviso. Ora, l’eguaglianza, l’affermazione dello Stato di diritto, la cooperazione, la stessa libertà e la stessa democrazia, sono divenuti beni comuni dei popoli europei da tutelare da parte di tutti i contraenti del patto dell’Unione europea», afferma il presidente. «La libertà delle diverse patrie è divenuta la liberazione dell’Europa da chi pretendeva di sottometterla». Il gioco di rimandi fra la Resistenza italiana e l’azione militare degli ucraini è ovviamente implicita, ma è molto difficile non richiamarla alla mente mentre si ascoltano le parole di Mattarella. Ed è esattamente qui che si palesano i cortocircuiti. Intanto perché viene citato papa Francesco, il quale certo non condivideva la posizione bellicista europea, anzi fece di tutto per favorire il dialogo con la Russia, e per questo si prese infamanti accuse di putinismo. Ma la contraddizione più evidente emerge proprio quando si esamina ciò che i vertici dell’Ue stanno facendo in queste ore. Come noto, la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) ha approvato all’unanimità un parere del servizio giuridico che ha respinto il ricorso della Commissione europea all’articolo 122 per approvare il cosiddetto Safe, il fondo prestiti da 150 miliardi di euro per il «riarmo europeo». Insomma l’unico voto europeo sul tema ha rigettato il ricorso alla procedura di urgenza per l’acquisto di armamenti. Incurante di ciò, la Commissione Ue ha fatto sapere che andrà avanti ugualmente, facendo approvare il piano solamente da Commissione e Consiglio Ue, senza il parere dell’Eurocamera. Nel frattempo, Francia, Germania e Gran Bretagna - le prime due per il tramite di leader scarsamente rappresentativi, la terza senza nemmeno far parte dell’Ue - lavorano assieme alle autorità ucraine per opporsi al piano di pace proposto dagli Stati Uniti. Un sabotaggio che come unica conseguenza avrà la prosecuzione del conflitto. Non si capisce allora dove starebbe l’anelito alla pace tanto caro alla Resistenza e dunque all’Europa. Tanto meno risulta chiaro in quale modo le parole di papa Francesco sulla pace avrebbero influenzato i vertici Ue e la loro azione. Al contrario, viene da pensare che ogni parallelo tra la lotta italiana e quanto accade ora in Ucraina serva soltanto a rafforzare l’idea che si debba continuare a combattere la Russia e il nuovo Adolf Hitler (Vladimir Putin), brigando per chiudere gli spiragli di trattativa aperti dagli Stati Uniti. È sempre l’ora della Resistenza, in soldoni, significa che è sempre l’ora della guerra. Anche se i popoli europei non la vogliono.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.