2019-09-23
Contro «Adam» diventano legittime pure le stroncature preventive
Luigi Bona, direttore del museo che premiò l'illustratore della nostra graphic novel, dice che l'opera è «disegnata e scritta male». Peccato che lui stesso ammetta di aver visto solo qualche tavola, e che non abbia letto i testi.La lettera che ci ha inviato Luigi F. Bona - direttore dello Spazio Wow, il museo del fumetto di Milano - merita di essere letta per un solo motivo: perché mostra con estrema chiarezza il modo di ragionare di un certo ambiente culturale. Bona è stato uno dei primi a «recensire» Adam. Una storia di immigrazione, la graphic novel di prossima uscita con La Verità. L'illustre critico ha mosso diverse accuse al povero Adam (l'unico migrante che la sinistra vuole respingere) e le ribadisce una per una nella missiva che trovate in questa pagina. La prima è piuttosto pesante. Accusa gli autori, cioè il sottoscritto e Giuseppe Rava, che ha curato i disegni, di essere dei plagiatori. Avremmo copiato da un bel fumetto di Manlio Truscia e Giancarlo Malagutti intitolato appunto Adam. Purtroppo non ho avuto occasione di leggerlo, e farò in modo di procurarmelo quanto prima. Ma, stando a quanto si può leggere sul Web, si capisce che quell'Adam non parla affatto di immigrazione, non si svolge in Italia e non ha un africano come protagonista. I due Adam, dunque, hanno in comune solo il nome. Il fatto, però, è che l'Adam realizzato da me e Rava è ispirato a un signore di nome Adam Kabobo, il clandestino che ammazzò a picconate dei poveri innocenti per le vie di Milano. Se Bona avesse sfogliato il volume, lo saprebbe, perché è scritto chiaramente nella postfazione. L'accusa di plagio, tuttavia, è lo stesso Bona ad attenuarla nella sua lettera. Egli ribadisce che il nostro Adam è «talmente disegnato e scritto male da non costituire neppure un vero plagio». Si decida: abbiamo copiato o no? E veniamo ora alle altre osservazioni. Bona sostiene che Adam sia disegnato malissimo. A leggere ciò che scrive, sembra che il malcapitato Giuseppe Rava sia un incapace totale, un dilettante che non sa tenere una matita in mano. Peccato che, come abbiamo già notato su queste pagine, alcuni anni fa sia stato proprio lo Spazio Wow gestito da Bona a conferire un premio prestigioso al nostro Giuseppe, celebrandolo come un maestro. Dice Bona: un bravo illustratore può essere un pessimo fumettista. Può anche darsi. Ma ci sembra piuttosto difficile sostenere che Rava abbia completamente disimparato a disegnare. Su che cosa si basa, poi, il giudizio di Bona? Su alcune tavole che abbiamo pubblicato in anteprima sulla Verità e sulla copertina di Adam. Un bravo fumettista racconta attraverso l'immagine, un po' come un bravo regista cinematografico. Mi chiedo: come fa Bona a sapere se Rava sa raccontare o no, non avendo letto il fumetto? Come fa a stabilire che è un fumettista incapace dopo aver visto, sostanzialmente, soltanto delle illustrazioni? Sembra abbastanza chiaro che il buon Bona, resosi conto della figuraccia (ha irriso un professionista che fino a poco fa considerava un maestro), abbia tentato di recuperare in malo modo, facendo riferimento a questioni tecniche piuttosto risibili. Ma il punto più interessante è il seguente. Bona sostiene che Adam non solo è disegnato male, ma è pure scritto male. Di nuovo, può anche darsi. Ma come fa lui a saperlo, non avendolo letto? I disegni può persino dire di averli intravisti, ma i testi? Forse ci troviamo davanti a un critico fenomenale: l'inventore della recensione preventiva. Sarà per questo merito che a Bona hanno affidato la direzione del prestigioso Spazio Wow. Non pago, il nostro insiste e fa riferimento alla «propaganda» che porteremmo avanti. Certo: il romanzo grafico che celebra Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, appena edito da Feltrinelli è un gioiello dell'arte fumettistica, anche se per pagine e pagine riporta semplicemente la sbobinatura delle dichiarazioni del suddetto Lucano. Adam, invece, poiché racconta l'immigrazione da un altro punto di vista, è «propaganda». Da che cosa lo deduce, il caro Bona? Non è dato sapere. Egli non ha letto i testi, non conosce nulla di Adam, se non il suo aspetto. Da un buon critico ci si aspetterebbe, per lo meno, un esame più dettagliato. Ma questa è la maniera in cui agiscono molti intellettuali italiani, veri e presunti. Individuano un nemico ideologico e lo attaccano a prescindere. Noi, prima di giudicarla, la graphic novel sul sindaco di Riace la abbiamo letta (ed è disegnata molto bene, fra l'altro). Tutti coloro che hanno attaccato ferocemente Adam, invece, lo hanno fatto a prescindere dal contenuto. Hanno recensito gli autori e l'editore, non l'opera. Ne hanno approfittato per spargere odio, e per fare professione (non richiesta) di fede progressista. Stia pure tranquillo il caro Bona: il messaggio è giunto forte e chiaro, lei detesta chiunque sia in odore di «sovranismo» o di «destra». Ancora per un po', il suo posto è assicurato.