2020-09-18
Contratti annullati: mancano 400.000 banchi
Oltre a quella da 180.000 unità della Nexus, è venuta meno la fornitura di 220.000 arredi dell'altra ditta (ignota) appena estromessa dall'appalto: non si sa chi garantirà la commessa. E adesso affiora un nuovo mistero sulle aziende estere incaricate dal commissario.Più si va avanti, più s'infittiscono i misteri sui banchi a rotelle, che dovrebbe procurare alle scuole la struttura di Domenico Arcuri.Ieri, ad esempio, su Repubblica - noi la citiamo, non ricambiati dal quotidiano romano, che pure parla diffusamente dello scandalo Nexus - si leggeva un'informazione interessante: la ditta di Ostia e l'altra, tuttora ignota, escluse dall'appalto in quanto inadeguate, hanno lasciato un «buco» di 400.000 arredi scolastici. Se si considera che l'azienda dei fratelli Aubry doveva realizzarne 180.000, per circa 45 milioni, se ne deduce che la seconda impresa estromessa ne avrebbe dovuti fornire 220.000. Importo e nome della società rimangono, appunto, avvolti nelle tenebre. La nebbia dovrebbe dissiparsi verso la fine del mese, quando sarà possibile pubblicare i contratti, in virtù della normativa sulla trasparenza, poiché saranno trascorsi 30 giorni dalla loro sottoscrizione. Invitalia, dunque, li ha ultimati a gara già chiusa (non il 12 settembre, come prometteva Arcuri in televisione e sui giornali, bensì il 26 agosto, presumibilmente in seguito a trattative private con i produttori). Certo, se, come aveva spiegato il commissario straordinario sempre a Repubblica, i contratti con le ditte inadempienti sono stati «risolti» o «non sottoscritti», viene da domandarsi per quale motivo occorra aspettare ancora per vederli. Quei documenti, sul piano giuridico, dovrebbero ormai essere carta straccia. Per l'opinione pubblica, al contrario, sarebbe utilissimo consultarli e analizzarli il prima possibile. Soprattutto, sarebbe importante sapere al più presto chi dovrebbe far fronte al lotto di arredi che Nexus e l'altra azienda ignota non potranno garantire.In effetti, con la gestione Arcuri, a un interrogativo mezzo svelato si aggiunge subito un ulteriore enigma. Da un lato, è ormai ufficiosamente nota la lista di imprese italiane che stanno lavorando alla fornitura di banchi: l'associazione temporanea composta da Vastarredo, Mobilferro, Siriani, Sudarredo, Arredalascuola, Paci e Biga (800.000 pezzi); Quadrifoglio (400.000); Gonzagarredi (100.000) ed Estel, quella che aveva spedito a Cadoneghe, nel Padovano, alcuni dei suoi 200.000 banchetti, suscitando l'ira del sindaco leghista Marco Schiesaro, che li trovava scomodi e pericolosi. Dall'altro lato, però, viene fuori che all'approvvigionamento stanno partecipando anche cinque aziende straniere. Chi sono? Da che Paese provengono? Impossibile saperlo, per ora. Quanto le pagheremo? Inutile domandarlo: i contratti, appunto, sono ancora riservati. Quanti arredi dovrebbero consegnare? Su questo, si può formulare qualche ipotesi.Alle scuole italiane dovrebbero arrivarne due milioni e mezzo. Quelli in capo alle aziende nostrane sono 1.900.000 (inclusi i 400.000 per ora desaparecidos). Dunque, dall'estero dovrebbero essere importati 600.000 banchi. Una cifra consistente. E qui scatta un altro quesito sui cui la struttura commissariale dovrebbe avere la grazia di fare un po' di chiarezza.Cosa ci garantisce che un'impresa che opera in terra straniera non ci consegni prodotti di risulta, magari assemblati in Europa, ma a partire da componenti fabbricate in Asia? Insomma, come fanno le famiglie a sapere se, prima o poi (più poi che prima, visti i ritardi), i loro figli non si siederanno su un attrezzo sostanzialmente made in China? Anche questo lo potremo scoprire solamente il 27 settembre, quando, come da manualetti burocratici, cadrà il velo di riservatezza, al quale, chi ha gestito questo dossier tiene tanto?Nel frattempo, diventa davvero molto complicato rispettare la tempistica delle consegne, già oggetto delle roboanti quanto mendaci promesse di Arcuri. Il quale, ad agosto, andava a In Onda, su La 7, a pontificare: i banchi saranno tutti nelle aule entro l'8 settembre. La scadenza l'abbiamo superata da dieci giorni, eppure è giunto a destinazione solamente il 10% delle sedute da «autoscontro». Alla fine, il capo di Invitalia ha dovuto correggere il tiro: i banchi arriveranno entro fine ottobre. Peccato che pure questa deadline paia irrealistica: secondo Assufficio, la cui stima è stata riferita da Repubblica, bisognerebbe mettere in strada 4.000 camion nell'arco di 44 giorni. Praticamente, 91 vetture al dì. Tanti auguri al commissario - e soprattutto a chi dovrà stare alla guida.Nel frattempo, qualche figuraccia, Arcuri la rimedia pure sulle mascherine. A parte le numerose scuole che dichiarano di non averne ricevute abbastanza (i Dpi, comunque, dovrebbero essere spediti in continuazione), Le Iene hanno mostrato quelle fatte pervenire a una scuola della provincia di Varese. Sono le mascherine alla «Bunny il coniglietto», come le definì il governatore campano, Vincenzo De Luca. E, per stessa ammissione del produttore, sono di una misura «non adatta ai bambini». Roba da cartone animato.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
(Ansa)
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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