2025-10-19
Tutti i conti dei tagli Irpef fino a 200.000 euro di reddito. Sorridono 12 milioni di italiani
Il risparmio è di 140 euro per chi ne guadagna 35.000 e di 240 se ne dichiari 40.000. Beneficio di 440 euro a partire da 50.000 fino alla soglia di sterilizzazione.Il risparmio sulla tassazione può raggiungere al massimo 440 euro l’anno. La rimodulazione della seconda aliquota dell’Irpef rappresenta il pilastro del pacchetto fiscale contenuto nella legge di Bilancio. La misura prevede la riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per lo scaglione che comprende i redditi da 28.000 a 50.000 euro ma i benefici si faranno sentire anche per la fascia fino a 200.000 euro. Oltre a questo livello, come viene sottolineato nella nota di Palazzo Chigi, la riduzione verrà sterilizzata, ovvero non ci sarà alcun taglio delle tasse. La manovra per il capitolo tasse prevede anche un aumento della flat tax sui ricchi stranieri con un prelievo forfettario che sale da 200.000 a 300.000 euro e da 25.000 a 50.000 euro per i familiari che decidono di usufruire dell’agevolazione. È stata poi confermata l’imposta sostitutiva del 15% per i redditi incrementali da lavoro dipendente o da pensione fino a 35.000 euro.Tornando all’Irpef, cosa significa, concretamente, il taglio dell’aliquota? Quanto si risparmia in minore imposte?La Fondazione nazionale dei Commercialisti ha fatto alcune stime sull’impatto della nuova aliquota per fasce di reddito.Sulla base dei dati delle ultime dichiarazioni Irpef rese disponibili dal ministero dell’Economia (dichiarazioni 2024, anno d’imposta 2023), i contribuenti interessati, cioè tutti quelli che dichiarano più di 28.000 euro di reddito imponibile, sono circa 12 milioni su 40,4 milioni, il 31,2% del totale. Questa platea di contribuenti dichiara il 60,1% del reddito imponibile totale e versa il 78,6% dell’imposta netta totale. I contribuenti nella fascia interessata, compresa tra 28.000 e 50.000 euro di reddito, sono circa 9,6 milioni, cioè il 76% di tutta la platea considerata. Sopra i 50.000 euro ci sono 3 milioni di contribuenti la cui larghissima maggioranza si colloca tra 50.000 e 200.000 euro.Per questi, il beneficio annuo sarebbe piuttosto limitato e variabile da 20 euro (1,7 euro mensili) per chi dichiara 29.000 euro a 440 euro (36,7 euro mensili) per chi dichiara 50.000 euro. Il costo della manovra per questa fascia di contribuenti sarebbe pari a circa 1,24 miliardi di euro. Nella platea reddituale superiore a 50.000 euro, il beneficio annuo è costante ed è pari a 440 euro (36,7 euro mensili) per chi dichiara 51.000 euro di reddito imponibile ma anche per chi dichiara 100.000 o come tetto massimo 200.000. Facciamo qualche altra simulazione. Un reddito da 35.000 euro avrà un beneficio annuo netto di 100 euro pari a 8,3 euro mensili. Questo vantaggio mensile sale a 15 euro (per un totale di 180 euro l’anno) per chi denuncia introiti per 37.000 euro. Si sale a 20 euro al mese (240 l’anno) per un reddito di 40.000 euro. Il beneficio cresce a 30 euro mensili (360 euro all’anno) per un reddito di 46.000 euro. Nella fascia di 48.000 euro il risparmio sull’Iperf è di 400 euro tondi l’anno pari a poco più di 33 euro mensili. E si arriva a 440, pari a 36,6 euro al mese, per chi dichiara 50.000 euro. Questo stesso beneficio andrà a tutti coloro che come abbiamo detto hanno un reddito compreso tra 50.000 e 200.000 euro l’anno. Al momento è sfumata, per mancanza di risorse, l’ipotesi di abbassare l’aliquota fino a 60.000 euro di imponibile. Ne aveva parlato il segretario della Cisl, Daniela Fumarola riferendo che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti aveva ventilato la possibilità che ci fossero margini per superare la soglia dei 50.000 euro nel corso dell’incontro del 10 ottobre a Palazzo Chigi.Ma il comunicato del Consiglio dei ministri parla esplicitamente della riduzione dell’aliquota per la fascia 28.000-50.000. Comunque è una suggestione che potrebbe riemergere durante il dibattito parlamentare. «Il beneficio massimo, come emerge dalle simulazioni, è di 440 euro. Certo si poteva fare di più perché con un reddito lordo di 29.000 euro il risparmio di imposta è di 20 euro l’anno. Se però all’operazione sull’Irpef uniamo le altre misure come la detassazione degli straordinari e dei turni notturni e l’aumento dei buoni pasto, ecco che il vantaggio per il lavoratore si fa consistente», spiega il commercialista Federico Grigoli che è ottimista sul volano per l’economia. «Non parliamo di grandi cifre ma sono soldi in più che è più facile vadano ad incrementare la spesa piuttosto che il risparmio. D’altronde bisogna considerare che la platea è ampia e la coperta del bilancio pubblico è stretta. Insomma non si possono fare miracoli ma un certo vantaggio per il ceto medio c’è. Non siamo in una situazione come quella della Grecia in cui il Parlamento ha votato la possibilità di lavorare 13 ore al giorno per un massimo di 37 giorni all’anno con un aumento della retribuzione del 40% che si riflette sul reddito disponibile dei lavoratori. Una misura che in Italia sarebbe difficile da far passare».
Chiara Appendino (Imagoeconomica)
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