2020-07-30
Conte è un pericolo: superpoteri
e subito attacco all’opposizione
In Germania hanno il triplo, o forse il quadruplo, di nuovi casi di coronavirus. Però ad Angela Merkel non passa neanche per la testa l'idea di chiedere poteri speciali per bypassare il Parlamento. Vero, i sistemi sono diversi e pure la Costituzione. La Cancelliera ha più potere di quanto ne abbia Giuseppe Conte, ma fatte le debite differenze vi immaginate come sarebbe trattato a Berlino un tizio che, pur non essendo risultato vincitore neppure nell'assemblea di condominio che nomina l'amministratore, si presentasse al Bundestag, cioè all'equivalente del nostro Montecitorio, e chiedesse di avere mano libera nelle decisioni, dicendo di non aver tempo da perdere? Come minimo lo farebbero accompagnare fuori dalle forze dell'ordine, perché di gente che voleva levarsi l'ingombro delle regole democratiche hanno una certa esperienza e non vogliono riprovare l'eccitazione di un uomo solo al comando. No, in Germania l'avvocato di Volturara Appula non avrebbe molta fortuna, ma probabilmente non andrebbe meglio in altri Paesi che hanno ancora accesi focolai di Covid. In Spagna, dove prima di riuscire a trovare una soluzione per guidare il Paese sono tornati alle urne per tre volte, non si governa di certo con i Dpcm. Il premier socialista Pedro Sanchez non fa di testa sua, rispondendo piccato a chiunque gli muova obiezioni, ma governa una coalizione. Conte no. Ha una tale autostima che non accetta nemmeno una critica, non solo all'interno della propria maggioranza, ma pure dall'opposizione. Ieri, per esempio, dopo essersi presentato in Parlamento per chiedere di prolungare lo Stato di emergenza nonostante i contagi siano ridotti al minimo, a Matteo Salvini e Giorgia Meloni che si erano permessi di parlare di regole violate, di spregio delle norme costituzionali e volontà autoritaria, il presidente del Consiglio ha risposto indignato, quasi che muovergli delle critiche fosse un insulto. Già. Conte vorrebbe una minoranza obbediente, che non si lamentasse delle scelte del governo. Anche quando non viene consultata, ma informata a cose fatte, pretenderebbe da questa un ossequioso assenso alle proprie decisioni, perché qualsiasi altro comportamento equivale secondo lui a un atto di lesa maestà.La considerazione che il premier ha di sé stesso è cresciuta dopo la trattativa sul Recovery fund. Nonostante le molte perplessità sul risultato conseguito (l'ultima è quella messa nero su bianco dall'Ufficio parlamentare di Bilancio, ossia dall'authority indipendente che vigila sui nostri conti), il capo del governo è convinto di aver compiuto un capolavoro degno di Francesco Totti. Per spiegare com'era andata, il presidente del Consiglio ha infatti rispolverato la semifinale degli europei del 2000 giocata ad Amsterdam: «Abbiamo fatto il cucchiaio all'Olanda». In pratica, nel negoziato per il fondi Ue sarebbe finita come vent'anni fa nel calcio, con un 3 a 1 per l'Italia.Uno che è convinto di essere Totti, di saper fare il pallonetto a corto raggio per stendere il portiere avversario, può mai curarsi di rispettare le norme che prevedono passaggi parlamentari prima di prendere una qualsiasi decisione? Ovvio che no. A maggior ragione se a settembre si profilano elezioni regionali che potrebbero far traballare la sua poltrona, in quanto perdere alcune amministrazioni da tempo guidate dalla sinistra sarebbe una brutta botta per il governo. Dunque, a scanso di equivoci e soprattutto di tranelli sempre pronti in una maggioranza così variopinta come quella giallorossa, meglio evitare. E cosa c'è di meglio che prolungare lo stato di emergenza e tenersi i poteri speciali? Non si tratta di colpo di Stato e neppure di deriva autoritaria, come qualche malizioso ha detto e scritto. No, è un semplice modo per mettersi al riparo dalle turbolenze politiche di una rissosa compagine che, se si tornasse al voto, sarebbe rispedita a casa.Peraltro, le preoccupazioni per l'accentramento in capo a Palazzo Chigi non sono solo di Salvini e Meloni, ma anche di Maria Elisabetta Alberti Casellati, ossia della seconda carica dello Stato. Ieri, salutando i giornalisti, la presidente del Senato si è levata qualche sassolino dalle scarpe e lo ha lanciato contro la pochette con gli artigli (copyright Dagospia), dicendo che non si governa con i Dpcm e soprattutto non si congela la democrazia parlamentare con la scusa dell'emergenza. Se Conte vuole rimanere a Palazzo Chigi si candidi: così si scoprirà se il 60 per cento di consenso che i sondaggisti gli attribuiscono fra gli elettori sta solo nella sua testa e in quella del portavoce che li ispira o anche in quella degli italiani.
Il valico di Rafah (Getty Images)
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa del 15 ottobre con Flaminia Camilletti