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Ci danno le multe, non le mascherine

Ci danno le multe, non le mascherine
Ansa
Stai a vedere che, alla fine della fiera, questa epidemia è un toccasana. Una medicina amara che, però, ci temprerà. «È una prova durissima, ci renderà migliori», dice il naso arrossato di Giuseppe Conte in conferenza stampa. Più che un presidente del Consiglio, sembra un consulente spirituale: «Ognuno di noi sta riflettendo sulla propria vita e sulla scala di valori», sermoneggia, «e questa è un'occasione per fermarsi per fare riflessioni che uno con il tran tran frenetico non riesce a fare. Ne approfitteremo per trarne il giusto insegnamento». Ma certo, ci voleva proprio, questo coronavirus. Così, tappati in casa, avremo l'opportunità di migliorare noi stessi, di fare un po' di «self empowerment», come lo chiamano gli autori americani di bestseller a buon mercato. Ne usciremo migliori, come no: a parte quelli che non ne usciranno.

Tutti gli altri, che si godano la purga. E stiano tranquilli, perché pensa a ogni cosa lui, Giuseppi l'Infallibile, il Siddharta di Volturara Appula. Solo che, nell'aria assieme al virus, aleggia anche il fantasma di antiche smargiassate: «Stai sereno», ve lo ricordate?

Il fatto è che non stiamo sereni per niente, specie osservando il comportamento di questo esecutivo che vuol fare il coreano con il corona degli altri. Adesso mostra il volto marziale: multe da 500 fino a 4.000 euro per chi viola le disposizioni, «chiusura dell'esercizio o dell'attività da 5 a 30 giorni» per i commercianti che sgarrano. Droni che volteggiano per seguire i cittadini, app per controllarne i movimenti. «Stiamo cercando delle applicazioni anche per il tracciamento», dichiara enfatica Paola Pisano, ministro per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. «La call che abbiamo lanciato oggi rimarrà aperta tre giorni e in queste ore stiamo già valutando le prime applicazioni arrivate». Roba da Seul, appunto (o da Pechino).

Piccolo problema: questo governo così attrezzato e tecnoefficiente, che ci bastona per il nostro bene, ancora non è riuscito a farci avere le mascherine per proteggere noi stessi e gli altri. Con le multe non ha problemi, con le fanfaronate ha la massima confidenza. Però non è stato in grado di muoversi per tempo al fine di procurarci i dispositivi di sicurezza necessari.

«Le mascherine non sono come la pasta», fa sapere Domenico Arcuri, commissario straordinario per la gestione dell'emergenza coronavirus, in conferenza alla Protezione Civile. Pensa te, ma davvero?


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La risposta alla scoppiettante Atreju è stata una grigia assemblea piddina

Xmas Comics & Games, il racconto pop che passa dal fumetto al palco

All’Oval del Lingotto due giorni dedicati alla cultura pop tra autori di fumetti, cosplay, musica e gioco. L’undicesima edizione di Xmas Comics & Games conferma Torino come spazio di incontro tra linguaggi, generazioni e immaginari diversi.

Torino si è trasformata per due giorni in un crocevia di creatività e passioni. L’undicesima edizione di Xmas Comics & Games, svoltasi il 13 e 14 dicembre all’Oval – Lingotto Fiere, ha confermato il suo ruolo di appuntamento culturale invernale per gli amanti del fumetto, dei videogiochi, del cosplay e della musica. Un festival che non si limita a intrattenere, ma racconta la cultura pop contemporanea attraverso molteplici linguaggi.

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Mogadiscio di nuovo nella morsa jihadista
i,Hamza Abdi Barre (Getty Images)
Dietro l’aumento delle violenze nei mari ci sono gli islamisti, che controllano la costa della nostra ex colonia.

Quando, nella primavera del 2025, una serie di assalti coordinati colpì la fascia costiera centrale della Somalia, nelle ambasciate affacciate sull’Oceano Indiano iniziò a serpeggiare un interrogativo inquietante: il crollo dell’ordine statale avrebbe ricordato di più la caduta di Kabul o l’implosione graduale di altri teatri dominati da milizie jihadiste? Le bande armate che oggi si muovono tra porti improvvisati e villaggi costieri hanno sottratto porzioni strategiche del litorale alle già fragili forze governative, spingendosi fino alle porte di Mogadiscio senza incontrare resistenza significativa. A luglio, gli equipaggi delle navi in transito segnalavano check point pirata a meno di 50 chilometri dalla capitale, mentre diverse missioni diplomatiche trasferivano il personale non essenziale in Kenya. Poi, quasi all’improvviso, l’avanzata si arrestò, lasciando il governo a celebrare una vittoria più propagandistica che reale, mentre gli osservatori più avvertiti attendevano solo il momento in cui i predoni del mare avrebbero ripreso il loro slancio.

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Il trionfo di Kast sposta il Cile a destra
Il presidente eletto del Cile José Antonio Kast e sua moglie Maria Pia Adriasola (Ansa)

Il Cile vira a destra. Il candidato presidenziale conservatore, José Antonio Kast, ha battuto al ballottaggio l’avversaria di sinistra, Jeannette Jara, ottenendo il 58% dei voti contro il 41% conseguito dalla rivale.

«Il Cile tornerà ad essere libero dalla criminalità, libero dall'angoscia, libero dalla paura», ha dichiarato il vincitore. «Criminali, delinquenti: le loro vite cambieranno. Li cercheremo, li troveremo, li giudicheremo e poi li rinchiuderemo», ha aggiunto. Sostenitore di Donald Trump, Kast, durante la campagna elettorale, ha promosso un programma politico securitario e all’insegna di una stretta contro l’immigrazione clandestina. Non solo. Ha anche promesso una politica economica liberista e improntata alla deregulation in determinati settori.

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