2022-03-23
Conte confessa le balle sul Covid. «L’Italia era impreparata su tutto»
Per giustificare gli aiuti russi accettati nel 2020, l’ex premier rivela: «Eravamo senza Dpi, ventilatori e piano d’azione». Eppure, fin da inizio emergenza, sosteneva di aver adottato ogni misura necessaria contro il virus.Negli ultimi giorni, forse a causa di un malfunzionamento del nostro filtro anti spam, continuiamo a ricevere non richieste lezioni di libertà e democrazia. L’intervista con Aleksandr Dugin che abbiamo pubblicato lunedì ha stuzzicato le altrimenti timide passioni di molti sinceri sostenitori dell’ordine occidentale, i quali si sono precipitati a spiegare che quella in corso in Ucraina è, in effetti, una guerra di civiltà (dando così ragione al pensatore russo che tanto detestano). Stimati e autorevoli colleghi come Massimo Gramellini e Mattia Feltri, in particolare, ci tengono a farci sapere che sì, si sta combattendo anche per i valori, e quelli giusti per cui parteggiare sono ovviamente quelli euroatlantici. I quali certo avranno tanti difetti ma sono pur sempre migliori dell’autoritarismo putiniano che cancella i diritti, oscura la libera informazione e auspica un mondo più oscuro e dispotico.Sono tutte argomentazioni molto suggestive, come no. Forse, tuttavia, l’entusiasmo per la «democrazia che è liberale o non è» (così la politologa Sofia Ventura) e per «i nostri valori di libertà» andrebbe leggermente temperato alla luce di quanto accaduto negli ultimi due anni. Pare che i corifei della libertà-tà-tà non si siano accorti che la nostra democrazia matura e radiosa ha imposto forme di controllo sociale inaudite nella storia occidentale. I sinceri liberali di casa nostra, che esibiscono elmetto e spingarda a beneficio della causa ucraina, fino all’altro giorno ragliavano da ogni pulpito contro gli odiosi untori no vax, ne auspicavano la reclusione, la punizione esemplare. E hanno ottenuto soddisfazione, senza che il caro popolo italiano tanto amante dei diritti e della tolleranza si scomodasse più di tanto a protestare. Ancora oggi ci sono persone private del lavoro e di alcune delle libertà più basilari, tra cui quella di movimento.Viene da chiedersi dove fosse, mesi fa, la sbandierata fede atlantista dei nostri più illustri maestri del pensiero. Fior di accademici statunitensi e occidentali invocavano la fine della reclusione, e venivano trattati da sabotatori. Fior di giornalisti pubblicavano inchieste sulla misteriosa origine del virus e venivano snobbati e derisi. Fiumi di fake news provenienti dalle istituzioni inondavano stampa e televisioni, eppure erano ben pochi i «liberal» disposti a chiedere chiarezza.Preveniamo l’obiezione pavloviana: «Qui da noi», dice il solito coretto, «durante tutto il periodo della pandemia i critici della gestione governativa hanno potuto esprimersi. In Russia non sarebbe stato possibile». Posto che qui molti critici non hanno avuto esattamente vita facile, e non sembra che il livello del dibattito sia destinato a migliorare, giova rammentare che su quanto accaduto dalla fine del 2019 a oggi rimane ancora piuttosto oscuro, a dispetto delle inchieste giornalistiche e giudiziarie.Molto istruttiva, a tale proposito, è l’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera da Giuseppe Conte, uno che sul versante autocratico si è fatto mancare ben poco, nei primi mesi di pandemia. A testimonianza di quanto sia libera e serena la discussione pubblica dalle nostre parti, il capo dei 5 stelle è costretto a giustificarsi di aver accettato - in piena emergenza - l’aiuto della Russia. Curiosamente, chi oggi teme una missione di spionaggio da parte del Cremlino evita di chiedersi (come nota Robert Lingard dell’associazione dei famigliari delle vittime di Bergamo) dove fossero «i francesi, i danesi, gli svedesi, o gli olandesi quando la gente crepava nei ripostigli degli ospedali. E nonostante la richiesta a fine febbraio da parte dell’Italia di attivazione del meccanismo di protezione civile europeo». Ma sono dettagli.Il nodo vero sta in una delle risposte fornite dallo zelante avvocato Conte. Egli spiega di aver accettato una mano da Mosca perché, in quei giorni «noi eravamo in grandissima difficoltà. Non avevamo mascherine, non avevamo ventilatori. I nostri esperti non avevano neppure un protocollo di azione e non avevamo neppure sequenziato il virus. Ogni aiuto era ben accetto».Per chi avesse la memoria corta, un breve riepilogo. Il personale russo giunge in Italia il 23 marzo del 2020. Apprendiamo ora dall’ex presidente del Consiglio che, in quel momento, eravamo sprovvisti di tutto. Dunque ci chiediamo: per quale motivo, il 27 gennaio 2020, Conte si presentò nello studio di Lilli Gruber e disse che «l’Italia in questo momento è il Paese che ha adottato misure cautelative all’avanguardia rispetto agli altri, misure incisive»? Se mancavano mascherine e respiratori, come poteva egli affermare che fossimo preparatissimi ad affrontare il virus? E perché, se non avevamo mascherine, fu deciso di mandarne un pesante carico in Cina nonostante fosse stata fatta presente al ministro Roberto Speranza la carenza di dispositivi di protezione?E ancora. Conte dice che «non avevamo un protocollo d’azione». Eppure un protocollo lo avevamo: il piano pandemico. Era risalente al 2006, era datato e non era stato adeguatamente testato, eppure sarebbe stato meglio di niente. Ma non fu attivato. Il ministro Speranza ha negato strenuamente e fino alla fine che quel piano servisse, e ha sempre ripetuto di aver gestito al meglio la situazione. Ha persino scritto un libro (poi ritirato) per vantarsi dei suoi successi.Nella nostra splendida e libera democrazia liberale, nessuno ha dovuto rendere conto di queste atroci menzogne, di queste omissioni e di questi fallimenti. Questi argomenti sono stati di fatto cancellati dal dibattito, al ministro e al presidente del Consiglio non è stato possibile porre domande sul tema, per ottenere documenti dalle istituzioni sono serviti mesi di enormi fatiche, i giornalisti che si sono occupati della materia hanno subito pesanti pressioni, uno studioso di valore come Francesco Zambon è stato insultato, censurato e costretto a dimettersi dall’Oms. Dov’erano, allora gli stimati liberal che oggi agiscono come la Scuola Radio Elettra della democrazia? Erano schierati con gli Usa? Certo che no, perché c’era ancora Donald Trump. Invocavano trasparenza e libertà? Certo che no, perché come tanti liberali tenevano famiglia. Si sono preoccupati dei diritti delle minoranze discriminate? No di nuovo, perché hanno scoperto che i no vax erano esseri umani solo dopo aver ascoltato Djokovic.Oggi vogliono la guerra di civiltà? Ottimo: la civiltà l’hanno già persa da tempo, ma la guerra l’hanno ottenuta.
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)
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