2024-10-04
«Assistiamo i parenti delle vittime per dar loro giustizia, non per arricchirci»
L'avvocato Consuelo Locati (Imagoeconomica)
La legale Consuelo Locati replica al «Corriere», che evoca un tentativo di lucrare sui morti: «Più familiari aderivano alla causa, più si rafforzava».Non bastava il continuo boicottaggio della sinistra, che ha rallentato l’avvio della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia. C’era bisogno di un aiutino, offerto da certa stampa compiacente ed ecco che sul Corriere della Sera ha trovato spazio un vergognoso tentativo di delegittimare l’azione civile del team di legali, impegnato nella richiesta di risarcimento per i familiari delle vittime del Covid. Stiamo parlando di figli, genitori, persone che persero una persona cara, finita accatastata senza un rito funebre. Dall’estate del 2020, i cinque avvocati del gruppo Sereni, poi diventato associazione #Sereniesempreuniti, hanno presentato esposti a diverse Procure, soprattutto quella di Bergamo, per accertare responsabilità istituzionali. E hanno avviato procedure legali, per assicurare un ristoro a chi ha subito un danno enorme perdendo un congiunto. Vite che avrebbero potuto essere salvate se fosse esistito un piano pandemico, e se fossero state adottate scelte politiche e sanitarie capaci di influenzare l’andamento della curva pandemica. Secondo il giornalista Armando Di Landro, che ha visionato le querele presentate dall’ex portavoce dell’associazione Claudio Calzoni, alias Robert Lingard (vive nel Regno Unito ed è in rotta con i familiari delle vittime), o che forse ha ricevuto imbeccate da oltre Manica, ad animare il team ci sarebbe la prospettiva di una ricca parcella. A Consuelo Locati, riferimento storico dei legali che si battono perché si faccia chiarezza e non si dimentichi quella strage, chiediamo una doverosa replica.«La Bergamasca la devono risarcire tutta. Ecco perché bisognerebbe raccattarne altri 500. Oggi arriviamo a 250?», si legge in una chat diffusa dal Corriere. Voi avvocati siete andati in cerca di familiari vittime del Covid per far cassa?«Sicuramente il termine è poco ortodosso. L’ha utilizzato un collega del team in una chat tra di noi, in cui si parlava in maniera informale. Raccattare, così decontestualizzato, fa orrore, ma bisogna conoscere l’intera conversazione».Ce la spieghi.«Nella tarda primavera del 2021 prese forma l’ipotesi che un nuovo governo avrebbe potuto presentare un emendamento, per dare un indennizzo ai familiari. Come quello che era stato rivolto alle vittime di danni irreversibili, causati da somministrazioni di emoderivati o da trasfusioni sangue infetto. In quella prospettiva abbiamo cominciato a parlare di una eventuale transazione».Perché avevate bisogno di tante adesioni alla causa civile?«Attenzione. Nel dicembre del 2020 avevamo chiesto per ogni familiare un risarcimento da 100.000 a 300.000 euro, come da tabelle del tribunale di Roma. Bisogna quantificare il danno, secondo il codice di Procedura civile, perché altrimenti la domanda è dichiarata inammissibile. Stiamo parlando di 430 adulti e circa 100 minori, a fronte di 130.000 vittime Covid. Se ci fosse stata offerta una transazione, assolutamente normale nelle cause civili per evitare di andare a sentenza e con valutazione a scalare, più persone la chiedevano, più forza contrattuale avremmo avuto. Ecco il significato di quell’andare a “raccattare”: cercare altri familiari. Perché abbiano il dovuto ristoro, come è loro diritto. Non basta riconoscere che hanno ragione». Siete stati accusati di pensare troppo alla parcella.«Abbiamo sottoscritto un contratto con tutti i familiari dell’associazione - solo per chi aveva capacità reddittuale - in base al quale si sono impegnati a versare ciascuno 500 euro, Iva inclusa, per l’avvio dell’azione civile. Cifra suddivisa tra noi cinque avvocati, che avremo diritto a un compenso secondo i parametri previsti dalla legge solo in caso di giudizio positivo. Se non vinciamo, non prendiamo nulla. Ma se la nostra domanda di risarcimento verrà accolta, c’è forse da stupirsi perché la competenza professionale viene retribuita dalla parte soccombente? Di certo non abbiamo fatto questa causa per arricchirci».«Nessuno è indagato per queste parole, queste frasi raccontano quale fu l’approccio, in quella fase, alla causa civile», scrive il Corriere. «È un’altra volontà denigratoria del nostro operato. Nella lingua italiana approccio significa primo contatto, mentre la causa civile è iniziata nel dicembre del 2020».Perché circolano le vostre chat private?«Non lo so. Nel fascicolo della mia querela per diffamazione, e mi risulta sia una sola, non ho trovato questi atti».Come mai è stata querelata da Lingard?«Per un post che avevo fatto su Facebook nell’agosto del 2022, durante la mia campagna elettorale, e che venne interpretato come attacco personale. Gli ho chiesto più volte di spiegare questo comportamento, il perché di un simile allontanamento, ma non mi ha mai risposto».La querela come è finita?«Il pm chiese l’archiviazione, confermata dal gip. Oggetto di reclamo, è stata rimessa al gip per una questione formale e il provvedimento, guarda caso mi è stato notificato due giorni prima dell’articolo sul Corriere. Articolo pubblicato il giorno in cui era attesa la decisione del gip del tribunale di Roma, circa l’archiviazione dello “stralcio romano” sul mancato adeguamento del piano pandemico e il reato di falso nelle autovalutazioni».Un tempismo notevole, a conferma di quanta paura fa la commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia. «Purtroppo questa volontà di discredito coinvolge persone che già hanno sofferto lutti indicibili. Familiari di un’associazione che a inizio settembre sono stati oggetto di analogo attacco dalle pagine di Repubblica».
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