2020-06-19
Consip, trame finite: assoluzione per Woodcock
Henry John Woodcock (Ansa)
Il magistrato era accusato di aver violato il silenzio stampa imposto dal procuratore.Si chiude con un'assoluzione il procedimento disciplinare a carico del pm napoletano Henry John Woodcock per l'intervista a Repubblica sull'inchiesta Consip e sul ruolo dell'allora capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, autore delle informative su Tiziano Renzi e Alfredo Romeo. Intervista che in realtà Woodcock non aveva rilasciato e che vedeva assieme pensieri espressi in forma privata alla cronista che aveva pure promesso di non pubblicare.Dopo l'annullamento con rinvio, nel novembre scorso, da parte della Cassazione, la sezione del Csm che giudica i magistrati ha qualificato la contestazione di «scarsa rilevanza». Non ci fu, dunque, alcuna scorrettezza nei confronti dell'allora procuratore reggente Nunzio Fragliasso che aveva imposto il silenzio stampa. Difeso da Marcello Maddalena, Woodcock ha rilasciato dichiarazioni spontanee, poco prima della sentenza, per sottolineare che «ancora oggi, con i colleghi della procura di Roma lavoriamo gomito a gomito condividendo indagini, con la correttezza che riguarda non solo i rapporti tra colleghi, ma tra tutti gli operatori della cittadella giudiziaria».Eppure, e questo Woodcock non poteva certamente saperlo all'epoca, nella Capitale c'era chi voleva tenerlo sotto tiro ancora a lungo davanti ai giudici di Palazzo dei marescialli per indebolirlo e di fatto delegittimarlo. Come emerge chiaramente dai messaggi Whatsapp, allegati all'inchiesta di Perugia che vede indagato per corruzione Luca Palamara, e ancor meglio dalla trascrizione di una intercettazione ambientale tra lo stesso ex boss di Unicost e Giovanni Legnini, a quel tempo vicepresidente del Csm. I due parlano pochi giorni dopo l'esplosione, sui quotidiani, del fascicolo umbro. E Palamara ammette di aver subito pressioni (da chi?) per tenere Woodcock alla gogna. «Nel disciplinare non l'ho finito il processo [...] non è stato possibile finirlo [...] quindi è evidente che ho avuto scambi di idee con Pignatone (Giuseppe, ex procuratore di Roma, ndr) sì... non capivo perché Scafarto una parte la vedevano e una parte no». Di sicuro fu proprio l'ex pm capitolino a scrivere al suo superiore, durante la celebrazione delle udienze, per informarlo in tempo reale delle audizioni dei magistrati napoletani che scaricavano Woodcock. Chat a cui l'allora capo dell'ufficio giudiziario, che peraltro aveva pure indagato il pm partenopeo e Scafarto, rispondeva con un secco: «Ottimo».