2020-09-15
Consegnato solo l’8% dei banchi. E c’è un’altra azienda come la Nexus
Domenico Arcuri (Silvia Lore, NurPhoto via Getty Images)
Domenico Arcuri ammette che, dai controlli, è risultata inadeguata anche una seconda ditta: «Però i contratti sono stati risolti». Mistero sull'identità dell'impresa, sull'entità dell'appalto e su chi sopperirà alla commessa saltata.Abbiamo fatto del nostro meglio - solo che il loro meglio non è bastato. Il commissario straordinario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, intervistato ieri da Repubblica, ha elogiato lo «sforzo ciclopico dei suoi uffici». I risultati non sono esaltanti, però, quando le cose non vanno bene, la colpa è ovviamente degli altri. Così, se qualche scuola non ha le mascherine, garantisce Arcuri, è perché quando gliele hanno consegnate era chiusa, o perché le ha perse. Non si sa se ridere o piangere. Non si sa nemmeno se sia un bene o un male che, a (falsa) ripartenza avvenuta, sia stato consegnato soltanto l'8% dei banchi a rotelle, come ha certificato ieri il numero uno dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli. A giudicare dalla freddezza con cui certi sindaci e tante famiglie hanno accolto i primi lotti, con le sedute traballanti e i tavolini sui quali si farebbe fatica a poggiare un sussidiario, la sensazione è che sarebbe stato meglio arrangiarsi con gli arredi vecchio stampo. La frittata, comunque, è fatta. Sempre il commissario, sempre a Repubblica, ha infatti confermato ciò che La Verità temeva: quello della Nexus made Srl non è un caso isolato. Parliamo della ditta di Ostia, con un solo dipendente, nonché suo socio principale, entrato in cassa integrazione a marzo, che, nondimeno, era stata selezionata per realizzare 180.000 banchi, al prezzo di circa 45 milioni di euro complessivi. Ieri, Arcuri ha ammesso che «le verifiche» sulle aziende fornitrici «hanno prodotto risultati negativi» anche in un altro caso, tanto che «i contratti non sono stati sottoscritti, ovvero sono stati risolti». Quindi, delle 11 aziende che, tra le 14 inizialmente interessate alla gara, avevano superato la fase preliminare, ce ne sono già due inadeguate. I quesiti, a questo punto, si moltiplicano. Già non era chiaro chi avrebbe sopperito alla commessa saltata con la Nexus. Chi, insomma, avrebbe prodotto i 180.000 banchi che l'impresa ostiense non consegnerà. Adesso, sarebbe interessante sapere pure, nell'ordine: qual è l'azienda sulla quale le «verifiche» hanno dato «risultati negativi»? Quanti arredi doveva fabbricare? Per quanti soldi? E chi li realizzerà al posto suo? Domande cui Invitalia dovrebbe fornire risposta verso la fine di settembre, trascorsi 30 giorni dall'effettiva sottoscrizione dei contratti. Che, dunque, non sono stati ultimati il 12 agosto, come Arcuri diceva in tv e sui giornali, bensì il 26 agosto, come dalla sua Agenzia ci hanno fatto sapere domenica. La partecipata del Mef aveva già precisato che quei documenti non erano stati «perfezionati». Eppure, in calce alla stipula con la Nexus compare la firma digitale del commissario. Cosa vuol dire, precisamente, che i contratti con i fornitori risultati inidonei ai controlli «non sono stati sottoscritti, ovvero sono stati risolti», o, per usare la formula precedente, che «non sono stati perfezionati»? Forse, che quello con la Nexus era stato siglato e, dunque, è stato successivamente annullato, mentre quello con l'altra azienda misteriosa non è stato ultimato? O che sono rimasti lettera morta? Inoltre, come mai, se tutte le procedure con i fornitori dovevano essere espletate entro il 12 agosto, in realtà la struttura commissariale ha completato le pratiche solo due settimane dopo, senza che, in tale lasso di tempo, la commissione si accorgesse di ciò che La Verità ha scoperto nell'arco di un paio di giorni, pur non avendo accesso diretto agli atti?Sono dubbi che il commissario non sembra particolarmente interessato a dissipare, dal momento che, con il quotidiano di via Cristoforo Colombo, si è vantato di non aver voluto ricorrere ai pieni poteri, che gli consentivano di evitare la gara d'appalto e procedere per affidamenti diretti. Arcuri il misericordioso.Di sicuro, la Lega è interessata ad andare fino in fondo a questa storia. Le due interrogazioni parlamentari presentate dagli onorevoli del Carroccio non hanno ancora avuto risposta. Questa settimana, l'Aula non sarà convocata. Tuttavia, la deputata Laura Cavandoli ribadisce che lei e i suoi colleghi cercheranno di inserirla «in un question time o in un'interpellanza urgente».È ancora tutto fermo, invece, sul versante dell'esposto in Procura, che gli stessi ambienti del Carroccio starebbero valutando se presentare. In effetti, un conto sono le responsabilità politiche o gli errori amministrativi, un conto i profili penali. Prima di fare passi falsi, bisognerà «studiare», come chiariscono i tecnici vicini al partito.Si è arenata, infine, l'iniziativa del vicepresidente della commissione Finanze della Camera, Alberto Gusmeroli: il leghista avrebbe voluto far audire Arcuri e aveva ottenuto, dal numero uno dell'organismo parlamentare, Luigi Marattin di Italia viva, l'impegno a presentare la proposta in ufficio di presidenza, questa settimana. Raggiunto dalla Verità, però, il deputato renziano ha spiegato che «l'audizione in commissione Finanze non è lo strumento adeguato per ottenere chiarimenti su un bando pubblico. Se un parlamentare ritiene che vi siano state irregolarità, deve ricorrere al sindacato ispettivo. Io non potrei fare niente, anche volendo». C'è da scommettere che l'affaire Nexus terrà - letteralmente - banco ancora per un bel po'.