2023-12-05
Sparò e uccise due rapinatori, gioielliere condannato a 17 anni
Gli investigatori a Grinzane Cavour il 28 aprile 2021. Nel riquadro, Mario Roggero (Ansa)
Pena più severa di quanto chiesto dalla Procura: «Non è stata legittima difesa». Matteo Salvini: «Solidarietà, ha protetto la sua vita».È stato condannato a 17 anni di carcere Mario Roggero, il gioielliere di 68 anni di Grinzane Cavour, in Provincia di Cuneo, che uccise due rapinatori e ne ferì gravemente un terzo al termine di un drammatico assalto alla sua gioielleria avvenuto il 28 aprile del 2021. Roggero è stato ritenuto colpevole di due omicidi (quelli dei rapinatori Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli) e di un tentato omicidio.Ieri la Corte d’Assise di Asti, presieduta da Alberto Giannone, ha pronunciato la sentenza infliggendo una pena più alta rispetto alla richiesta del pm Davide Greco, che era di 14 anni. È stata, inoltre, anche deliberata una provvisionale da 460.000 euro in favore delle parti civili, ovvero i familiari dei due rapinatori rimasti uccisi. Subito dopo la sentenza, Roggero è sbottato: «È una follia, viva la delinquenza, viva la criminalità. Bel segnale per l’Italia». E poi ancora: ««Ognuno ha il proprio destino, loro hanno avuto il loro. Non c’era alternativa, non potevo fare diversamente. Cosa è successo è successo. Non si può recriminare. Io potevo essere morto, mi avevano puntato la pistola alla testa. Quella sembrava una Glock vera, i periti ci hanno messo tempo per esaminarla e capire che era falsa. Poi comunque poteva sparare a gas, quindi era davvero un’arma pericolosa e avevo ragione ad avere paura». Roggero ha sempre sostenuto di avere sparato quattro colpi di pistola contro l’auto parcheggiata dei rapinatori nei pressi del suo negozio perché temeva che i banditi avessero rapito sua moglie. «Le ero passato di fianco con la pistola in mano, senza vederla. Ancora adesso sono rimasto stupito quando ho visto i filmati, non ho quel fotogramma in testa», ha detto. La sentenza? «Sono sconcertato e deluso. Anche i giudici popolari, evidentemente, l’hanno pensata come i togati. Però io continuo a credere che il 95% della popolazione sia con me». Per poi aggiungere sempre: «Ho temuto di morire. E mi sono detto: se spara lui per primo, è finita. E allora ho sparato». Una tesi quella sostenuta dalla difesa (che chiedeva l’assoluzione per legittima difesa putativa) completamente rigettata dal pubblico ministero, Davide Greco, che aveva detto: «La parola difesa stona con un video in cui abbiamo visto un’esecuzione». Secondo quanto ricostruito durante le indagini e poi anche nel corso del dibattimento processuale, il giorno della rapina i tre malviventi fecero irruzione nella gioielleria di Roggero impugnando delle armi giocattolo. Un fatto che, ovviamente, non era noto a quanti si trovavano all’interno del negozio in quel momento, vale a dire lo stesso Roggero, la moglie e la figlia. Le due donne erano state, infatti, prese in ostaggio dai rapinatori messi, in un secondo momento, in fuga dall’entrata in funzione del sistema di allarme.Le telecamere interne ed esterne del negozio riprendono sia l’irruzione dei tre uomini, sia la loro precipitosa uscita e anche l’inseguimento di Roggero: il gioielliere, estratta la sua pistola calibro 38 (un’arma che aveva acquistato qualche anno fa, dopo un’altra rapina subita), ha raggiunto l’automobile dei rapinatori e ha sparato i colpi presenti nel caricatori contro i malviventi proprio mentre salendo sulla vettura. Uno di loro, il guidatore, viene ferito e rimane all’interno dell’abitacolo; il secondo viene freddato mentre tenta di fuggire; il terzo, anch’esso ferito, riesce a fuggire per qualche metro prima di accasciarsi a terra davanti alla saracinesca di un altro negozio. Le telecamere dell’ufficio postale di fronte riprendono quest’ultima scena. Si vede Roggero che arriva vicino al corpo del malvivente e inizia a prenderlo a calci sulla testa. Il rapinatore, che inizialmente pare morto, poi si rialza, si azzuffa per qualche secondo con il suo aggressore e tenta di tornare indietro ma poi si accascia in strada: un episodio, quest’ultimo, ripreso nuovamente dalle telecamere della gioielleria di Roggero. Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Dario Bolognesi, Roggero agì per legittima difesa mentre la Procura ha sempre sostenuto l’accusa dell’omicidio consumato per vendetta ma con l’attenuante della provocazione: la condotta dell’uomo, è la tesi dell’accusa accettata dalla Corte, contraddice la teoria della legittima difesa.Sulla vicenda ha fatto sentire la sua voce anche il vicepremier, Matteo Salvini: «Piena solidarietà a un uomo di 68 anni che, dopo una vita di impegno e di sacrifici, ha difeso la propria vita e il proprio lavoro. A meritare il carcere dovrebbero essere altri, veri delinquenti, non persone come Mario», ha detto il leader della Lega.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
Continua a leggereRiduci
«The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)