2024-06-29
Mini rialzo dei casi: «Fate il booster». Ma con più dosi i morti sono cresciuti
La stampa rispolvera il bollettino corredato da previsioni nefaste dei soliti «esperti», che consigliano di ricorrere ancora alla puntura. Però i dati europei dimostrano che con più iniezioni i decessi sono saliti.In attesa del caldo già messo all’indice dai talebani della lotta al riscaldamento globale, non si fanno attendere i «consigli per la salute». Intesi come ennesimi allarmi sul Covid che tornerebbe a circolare in bella compagnia di altri virus respiratori. A fornire un prontuario dei mali estivi, anticipatori di un autunno funestato da malattie, ricoveri e morti, ci pensa Repubblica. Ha rispolverato il bollettino pandemico di nuovi positivi, ospedalizzati e decessi per Covid, corredato da commenti e previsioni dei soliti «esperti» in perenne ansia da emergenza sanitaria. Apprendiamo che dal 13 al 19 giugno in tutta Italia sono stati registrati 2.085 casi di Covid (+15,7% rispetto alla settimana precedente), che sono entrate «in terapia intensiva Covid nove persone (-30,8%)», e che ci sono stati 14 decessi, come al solito non specificati se per o con Covid. Possiamo tranquillamente aggiungere anche i dati aggiornati del ministero della Salute, relativi alla settimana dal 20 al 26 giugno, con 2.504 nuovi casi, 21 decessi e un tasso di positività cresciuto dal 2,7 al 3,2%, ma la domanda rimane uguale: perché dovremmo allarmarci? L’estate scorsa, nella settimana dal 23 al 29 giugno i nuovi casi furono più del doppio (5.660), i morti quattro volte tanto (86) eppure non ci furono emergenze ricoveri, ospedali al collasso. È proprio così difficile accettare la normalità post pandemia? Si sapeva che il virus non sarebbe sparito, che dovevamo aspettarci nuove varianti come le attuali KP.3 e LB.1, ma è inaccettabile continuare a mettere il Covid in cima alle nostre preoccupazioni. L’epidemiologo Cesare Cislaghi informa che il Sars-CoV-2 in Italia, «è in costante e progressivo aumento», con una crescita dei casi pari al «20% in più ogni settimana negli ultimi due mesi», ma non si limita a descrivere la circolazione attuale del virus. Si sente in dovere di delineare lo scenario nei prossimi mesi, qualora l’incremento non si arrestasse: «Arriveremmo a inizio autunno, la stagione più a rischio, con dei numeri preoccupanti». Eppure i Cdc, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie negli Stati Uniti, affermano che non ci sono segnali che le nuove varianti stiano causando una malattia più grave. Forse la mutazione LB.1 è più contagiosa e più abile nell’eludere il sistema immunitario, come sostiene uno studio giapponese non ancora sottoposto a revisione paritaria, ma non ci sono allarmi di salute pubblica. Cislaghi azzarda ipotesi di un «autunno preoccupante», con circa 300.000 nuovi casi alla settimana, e addirittura 100.000 ricoverati». Aggiunge: «Situazione molto improbabile, direi impossibile, ma che dovrebbe far riflettere». Bisogna risvegliare paure di contagi, ansia di fare un tampone per scoprire se si è infetti e ancora una volta rinchiudersi in casa, magari con la mascherina per non respirare il proprio virus. L’obiettivo dell’epidemiologo è spingere la popolazione a fare nuovi richiami, accusa la «politica sanitaria inerte e scaramantica che non se la sente di riproporre misure sgradite alla gente e neppure di insistere con una campagna vaccinale che trova sempre più opposizioni». Sempre lì vanno a parare, altre dosi di vaccino per meritarsi la normalità. Raccomandate ovviamente anche da Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, assieme a vaccini contro un lungo elenco di virus respiratori. Secondo Giovanni Gabutti della Società italiana di Igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), pazienti reumatologici e immunocompressi dovrebbero vaccinarsi contro «influenza stagionale, pneumococco, papilloma virus umano, haemophilus influenzae b, epatite A, epatite B, polio inattivato, meningococco B, meningococco Acwy coniugato, tetano, difterite e pertosse, tifo, zoster», oltre a nuovi richiami contro il Covid. Tutto il contrario di quanto dichiarava ad aprile di quest’anno il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), riportando l’analisi dell’efficacia contro l’ospedalizzazione e il decesso del primo, secondo e terzo richiamo di vaccino anti Covid, verificato tra aprile 2022 e luglio 2023 utilizzando cartelle cliniche elettroniche di otto Paesi europei, Italia inclusa. Solo alcuni dati, di quelle tabelle, per avere l’idea della non efficacia dei richiami nel proteggere dalla morte. Rispetto al ciclo vaccinale primario, negli ottantenni e over 80 dopo il primo richiamo era calata del 30,8% con un intervallo che dava numeri impressionanti di inefficacia, quindi di decessi che non venivano contrasti da dosi aggiuntive. Dopo il terzo booster, l’efficacia risultava pari al -172,8%. Pensare che la campagna martellante è continuare a dare dosi ad anziani e fragili «per proteggerli e non farli morire». Nei soggetti di età compresa tra 50 e 64 anni, dopo il primo richiamo l’efficacia era del 5,6% e dopo due booster era -86,0%. Mario Draghi sosteneva: «Non i vaccini, ti ammali, muori». Invece più ti vaccini più crepi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.