2020-03-01
«Con mia moglie rilancio Gentryportofino»
Sfilata di Rick Owens (Ansa)
L'imprenditore Giambattista Tirelli, che produce e commercializza marchi come Fisico e Rick Owens: «Siamo passati da abiti di cashmere per pochi a un brand apprezzato in tutto il mondo per la sua qualità italiana. Andiamo bene in Giappone, Russia e Stati Uniti». La moda per il prossimo autunno/inverno arriva a Parigi, in barba all'allarme coronavirus. Lo speciale contiene due articoli e gallery fotografiche È una storia romantica. Che parte da un matrimonio d'amore e attraversa una vita di successi. Sempre insieme. Giambattista e Mirta Tirelli sono la coppia d'oro di Olmar and Mirta, società che ha creato, prodotto e distribuito negli anni le collezioni di Maurizio Pecoraro, Rick Owens, Gareth Pugh, Gentryportofino, Uma Wang e Fisico, ma anche molti altri. Se lui è il braccio che si occupa di numeri e strategie, lei è la mente creativa sempre accesa su modernità e capi all'avanguardia. Un orgoglio mantovano che prese il via negli anni Settanta e continua il suo cammino con il vento in poppa. Non solo marchi di successo, noti al grande pubblico, ma nomi quasi nascosti, qualità artigianale portata su scala industriale e messa a disposizione dei creativi di tutto il mondo «che spesso vengono da noi quando vogliono produrre creazioni di assoluta eccellenza. Una ricchezza che ci rende unici», racconta Giambattista Tirelli alla Verità. Come siete arrivati a occuparvi di moda? «Ero un agente per il Consorzio agrario di Mantova. Mirta e io decidemmo di sposarci, lei faceva già la modellista e la stilista per un'azienda. Ma mi sembrava un mestiere inutile e le dissi di smetterla e di venire a lavorare con me in agenzia. Mentre aspettava il primo figlio, di nascosto, faceva delle camicie che vendeva, aveva trovato anche un rappresentante. Dopo un anno e mezzo era in attesa del secondo figlio e smise di lavorare definitivamente per il Consorzio, dove era rimasta circa un anno. Ma la moda ce l'aveva nel cuore e allora le organizzai un laboratorio a Quistello, un paese in provincia di Mantova. E le costruii un piccolo marchio, Creazioni Mirta, prendendo qualche persona a lavorare con lei. Mia moglie è sempre stata una creatrice molto brava». Dal piccolo marchio ne avete fatta di strada. «Nel 1997 è andata in crisi la Olmar di Concordia, nella bassa modenese, un'impresa famosa per il conformato, le cosiddette taglie forti. Compro il fallimento con 25/30 persone. E inizio a interessarmi per fare delle licenze. La prima con Maurizio Pecoraro e poi continuo per altri brand, alcuni fanno fortuna, altri meno e poi vado a incappare in Rick Owens che esplode: così nasce tutto». Owens, californiano, è considerato uno dei più grandi stilisti d'avanguardia del mondo, amato da attrici e rockstar. Si può dire sia anche un po' italiano? «Quando è scaduta la licenza avuta per 15 anni, erano interessati ad acquistarlo molti investitori internazionali. Ma con Owens abbiamo costituito una società, la Owens corps Italia tra lo stilista, Elsa Lanzo, Luca Ruggeri e la mia società Olmar and Mirta, con varie sedi sul territorio e a Parigi, dove lui abita. Però ha anche un appartamento a Concordia sulla Secchia dove c'è l'azienda, dislocata pure a San Giacomo delle Segnate. Sono nel triangolo tra il Lombardo Veneto e gli Stati controllati dal Papa». Ma la Olmar and Mirta si occupa anche di altri brand. «Esatto, produce e gestisce a Quistello dove abbiamo anche rilevato la Christies, azienda in crisi che faceva corsetteria. Avendo un'impresa organizzata sui costumi, il know how l'ho trasferito su Fisico, marchio che ho acquistato nel 2016. Abbiamo negozi di Fisico monomarca a Torino, Saint Tropez e Porto Rotondo». E non finisce qui. «Ho una licenza con la cinese Uma Wang, una stilista importante che sfila a Parigi e viene prodotta in Italia dalla mia società. Il 40% del fatturato viene venduto in Cina, il resto in tutto il mondo con il made in Italy». E si arriva a Gentryportofino, marchio nato a Genova nel 1974 dalla brillante intuizione di Camillo Bertelli, acquisito nel 2011. «Gentryportofino fino agli anni Ottanta e Novanta era una marchio molto importante, acquistato nel 2000 dalla Ittierre di Bologna insieme a Malo, altro marchio di cashmere. In un momento di crisi la Ittierre lo vende a un maglificio di Concordia che produce anche altri marchi ma purtroppo anche questo fallisce e io acquisto dal curatore il brand e pure il maglificio. Purtroppo è arrivato il terremoto a Concordia e tutto si è fermato. Dopo diversi mesi, quando si è potuto riprendere in mano il progetto, ho spostato l'attività del maglificio a San Giacomo delle Segnate dove avevo da poco rilevato un'azienda con un'ottantina di dipendenti dove si trovano la logistica, il controllo qualità e la commercializzazione di Rick Owens. Vogliamo riprendere il cammino interrotto ridando slancio alle grandi potenzialità del marchio, che oggi conta su cinque negozi monomarca in Italia e su ottime performance in mercati come Giappone, Russia e Stati Uniti». Oltre all'alta qualità, il valore aggiunto è dato dall'estro creativo di sua moglie Mirta e da Matteo Smaniotto. «Insieme hanno creato un prodotto di altissima qualità, sempre più contemporaneo nello stile e nel design. Il frutto del rinnovamento è rappresentato dalle collezioni che via via si sono susseguite e il cammino prosegue con quella del prossimo inverno. Gentryportofino ha iniziato un percorso di forte innovazione da cashmere brand, inteso come materiale di lusso, a brand globale, portavoce dell'artigianalità made in Italy, capace di mantenere saldi i valori che da sempre lo caratterizzano - qualità, artigianalità e sperimentazione - interpretandoli in chiave attuale con un design essenziale ed elegante».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson
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