La stima media nazionale, elaborata dalla Uil, smentisce Draghi: dal 2026, valori in crescita da Nord a Sud. Sos di Confedilizia: è una manovra del governo per arrivare a tassare le prime abitazioni. Rincari record sulle seconde case a Roma, Palermo e Trento.
La stima media nazionale, elaborata dalla Uil, smentisce Draghi: dal 2026, valori in crescita da Nord a Sud. Sos di Confedilizia: è una manovra del governo per arrivare a tassare le prime abitazioni. Rincari record sulle seconde case a Roma, Palermo e Trento.Ancora una volta il premier Mario Draghi, nel corso di una interrogazione di Fratelli d’Italia, ha ribadito che la riforma del catasto «non porterà a una maggiore imposizione fiscale» sulla casa. Purtroppo, però, le simulazioni realizzate dal sindacato Uil dimostrano il contrario. I numeri non lasciano spazio a dubbi. A partire dal 2026, quando la riforma dovrebbe partire, i valori catastali saliranno in media del 128%.«Le ipotesi di riduzione rimangono ormai puramente teoriche», spiega alla Verità, il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. «Noi contestiamo l’ipotesi di un catasto di natura patrimoniale, rispetto a una tradizione italiana di catasto reddituale. Il meccanismo della riforma è vago e ancora tutto da vedere, ma è chiaro che l’intento sia quello di creare un rubinetto da aprire o chiudere a piacimento del governo di turno. Gli aumenti sarebbero notevoli, devastanti e diffusi», dice Spaziani Testa. «Inoltre, che facciano attenzione coloro che non si sentono toccati da questi futuri rincari, perché al momento valgono solo per la seconda casa o per le prime case di lusso. La Commissione europea», dice, «da tempo chiede in Italia una riforma del catasto e la reintroduzione dell’imposta sulla prima casa. Ora stiamo partendo con la prima richiesta, non ci vorrà molto per procedere con la seconda».«Vogliamo trasparenza», ha detto due giorni fa Draghi durante il question time della Camera. «La legge delega non porta nessun incremento sull’imposizione fiscale degli immobili regolarmente accatastati. Nessuno pagherà più tasse su questo. L’impianto del catasto», ha detto, «è del 1939, ci sono state tante cose in mezzo, anche una seconda guerra mondiale». Fatto sta che in tutti i capoluoghi di regione i valori catastali, secondo le simulazioni, sono destinati a salire. Del resto, il problema (che sta spaccando a metà il governo) è noto. In virtù della trasparenza citata da Draghi, di fatto, si predispone un aumento della tassazione per tutti gli italiani.Più in dettaglio, la Uil servizio lavoro, coesione e territorio ha elaborato delle simulazioni prendendo in considerazione i valori Omi (Osservatorio mercato immobiliare) sulle compravendite degli immobili aggiornati al secondo semestre del 2020 (gli ultimi disponibili) di un appartamento ubicato in zona semi centrale, mettendo a raffronto tali dati con le rendite catastali medie attuali (A/2 e A/3), nelle città capoluogo di regione.Dallo studio è emerso che a livello nazionale i nuovi valori catastali mediamente cresceranno del 128,3% con punte del 189% a Trento, 183% a Roma, 164% a Palermo. La botta, inoltre, si vedrà sulle seconde case con valori Imu che passeranno in media da 896 a 2046 euro annui. A Roma il rincaro della tassa sugli immobili sarà di 3.648 euro passando dagli attuali 1.992 euro a 5.640 euro. Sempre secondo la Uil, a Venezia l’aumento sarà di 2.341 euro; a Milano di 2.260 euro.I rincari, insomma, saranno quasi tutti a doppia cifra. Oltre ai picchi di Trento, Roma, Palermo, Venezia e Milano, ci sono i ragguardevoli valori in aumento di Aosta (+50%), Bari (+57,7%), Bolzano (63,8%), Cagliari (70,8%), Catanzaro (70,5%), Firenze (+81,1%), L’Aquila (80,5%), Napoli (75,3), Perugia (87,3%) e Potenza (70,9%).Per le maggiori città italiane, lo studio Uil ha preso ad esempio esempi di immobili in zone periferiche o in centro. «Le differenze che emergono sono marcate perché alcune città hanno più di recente rivalutato gli estimi catastali», dice alla Verità Luigi Veltro, l’esperto Uil che ha redatto lo studio. A Milano, ad esempio, un appartamento in centro del valore di 951.000 euro subirà con la riforma una rivalutazione catastale del 151,2%. In periferia dell’87,2%. A Genova, dove sono stati rivisti gli estimi, in centro la rivalutazione media sarà del 27,7% e in periferia del 12,2%. Anche a Bari le cifre sono più contenute, con aumenti medi in centro del 32,7% e in periferia del 23,7%. A Firenze la media in centro è di rincari nell’ordine dell’87%, mentre in periferia si parla dell’84,9%.
Zohran Mamdani (Ansa)
Le battaglie ideologiche fondamentali per spostare i voti alle elezioni. Green e woke usati per arruolare i giovani, che puntano a vivere le loro esistenze in vacanza nelle metropoli. Ma il sistema non può reggere.
Uno degli aspetti più evidenti dell’instaurazione dei due mondi sta nella polarizzazione elettorale tra le metropoli e le aree suburbane, tra quelle che in Italia si definiscono «città» e «provincia». Questa riflessione è ben chiara agli specialisti da anni, rappresenta un fattore determinante per impostare ogni campagna elettorale almeno negli ultimi vent’anni, ed è indice di una divisione sociale, culturale ed antropologica realmente decisiva.
Il fatto che a New York abbia vinto le elezioni per la carica di sindaco un musulmano nato in Uganda, di origini iraniane, marxista dichiarato, che qualche mese fa ha fatto comizi nei quali auspicava il «superamento della proprietà privata» e sosteneva che la violenza in sé non esista ma sia sempre un «costrutto sociale», così come il genere sessuale, ha aperto un dibattito interno alla Sinistra.
Jean-Eudes Gannat
L’attivista francese Jean-Eudes Gannat: «È bastato documentare lo scempio della mia città, con gli afghani che chiedono l’elemosina. La polizia mi ha trattenuto, mia moglie è stata interrogata. Dietro la denuncia ci sono i servizi sociali. Il procuratore? Odia la destra».
Jean-Eudes Gannat è un attivista e giornalista francese piuttosto noto in patria. Nei giorni scorsi è stato fermato dalla polizia e tenuto per 48 ore in custodia. E per aver fatto che cosa? Per aver pubblicato un video su TikTok in cui filmava alcuni immigrati fuori da un supermercato della sua città.
«Quello che mi è successo è piuttosto sorprendente, direi persino incredibile», ci racconta. «Martedì sera ho fatto un video in cui passavo davanti a un gruppo di migranti afghani che si trovano nella città dove sono cresciuto. Sono lì da alcuni anni, e ogni sera, vestiti in abiti tradizionali, stanno per strada a chiedere l’elemosina; non si capisce bene cosa facciano.
Emanuele Orsini (Ansa)
Dopo aver proposto di ridurre le sovvenzioni da 6,3 a 2,5 miliardi per Transizione 5.0., Viale dell’Astronomia lamenta la fine dei finanziamenti. Assolombarda: «Segnale deludente la comunicazione improvvisa».
Confindustria piange sui fondi che aveva chiesto lei di tagliare? La domanda sorge spontanea dopo l’ennesimo ribaltamento di fronte sul piano Transizione 5.0, la misura con dote iniziale da 6,3 miliardi di euro pensata per accompagnare le imprese nella doppia rivoluzione digitale ed energetica. Dopo mesi di lamentele sulla difficoltà di accesso allo strumento e sul rischio di scarse adesioni, lo strumento è riuscito nel più classico dei colpi di scena: i fondi sono finiti. E subito gli industriali, che fino a ieri lo giudicavano un fallimento, oggi denunciano «forte preoccupazione» e chiedono di «tutelare chi è rimasto in lista d’attesa».
Emmanuel Macron (Ansa)
L’intesa risponderebbe al bisogno europeo di terre rare sottraendoci dal giogo cinese.
Il tema è come rendere l’Ue un moltiplicatore di vantaggi per le nazioni partecipanti. Mettendo a lato la priorità della sicurezza, la seconda urgenza è spingere l’Ue a siglare accordi commerciali nel mondo come leva per l’export delle sue nazioni, in particolare per quelle che non riescono a ridurre la dipendenza dall’export stesso aumentando i consumi interni e con il problema di ridurre i costi di importazione di minerali critici, in particolare Italia e Germania. Tra i tanti negoziati in corso tra Ue e diverse nazioni del globo, quello con il Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay ed Uruguay) è tra i più maturi (dopo 20 anni circa di trattative) e ha raggiunto una bozza abbastanza strutturata.






