2019-02-01
Con il «dittatore buono» muoiono più bimbi
L'autorevole rivista scientifica «Lancet» pubblica dati sconcertanti sull'aumento dei decessi infantili in Venezuela. Numeri che gli ultimi due governi hanno tenuto accuratamente nascosti e che mostrano a quale stato di prostrazione sia giunto il Paese.Il dittatore «buono» Nicolas Maduro, che dice di cercare sinceramente il dialogo con il giovane presidente del Parlamento Juan Guaidò (nel frattempo però costretto a una sostanziale clandestinità), oltre a uccidere gli avversari politici, durante la sua presidenza ha anche fatto morire con il suo malgoverno migliaia di bambini. Continuando però a coprire la cosa con statistiche false, e non comunicando i dati reali neppure agli organismi internazionali preposti ai controlli sanitari. È questo uno degli aspetti più sinistri del regime che ha portato alla rovina uno dei Paesi più ricchi del mondo (soprattutto per via dei suoi giacimenti di petrolio), attraverso un governo apparentemente pacioso e politicamente corretto, e in realtà spietato e senza ritegno nel mentire quando gli serve.La scoperta della verità sulla mortalità infantile venezuelana è stata rivelata tre giorni fa sul numero di gennaio del mensile scientifico internazionale Lancet, ed è dovuta a uno studio coordinato dalla ricercatrice Jenny Garcia, dell'Istituto nazionale di Studi demografici di Parigi, e condotto dai professori Gerardo Correa, dell'Università Cattolica di Caracas, e Brenda Rousset, del dipartimento di statistica dell'Università centrale di Caracas. Gli studiosi erano preoccupati dal fatto che, fin dal 2013, l'anno in cui morì il precedente presidente del Venezuela, Hugo Chávez, le diverse fonti per conoscere i dati sulla mortalità infantile non erano state più aggiornate ed erano diventate praticamente inaccessibili. Il fatto era ancora più inquietante perché diverse organizzazioni mediche e non governative andavano segnalando, assieme al drammatico peggioramento nelle condizioni di vita e di nutrizione, la ricomparsa di epidemie dovute alle diverse malattie infettive e parassitarie, come difterite, malaria, morbillo, ormai scarsamente controllate. Capire cosa stava accadendo era inoltre reso più difficile dalle ripetute smentite del governo, impegnato a diffondere dati che confermavano il trend precedente di diminuzione della mortalità infantile, palesemente in contrasto con i diversi dati parziali che i ricercatori riuscivano ad accertare.Il tutto era reso più complicato dal fatto che in effetti il Venezuela veniva da un lungo periodo di diminuzione della mortalità infantile dal 1985, iniziato già vent'anni prima della «rivoluzione marxista- bolivariana» che aveva nel 1998 portato al potere Chávez. Già con quest'ultimo, seguendo i dati della ricerca, il calo della mortalità si arresta a 20 su mille, mentre le aspettative e gli impegni internazionali erano di continuare la discesa verso il 9 per mille entro il 2015. In realtà dalla morte di Chávez (2013) in poi, il tasso di mortalità infantile reale (al di là delle stime propagandistiche prive di ogni fondamento comunicate dal governo), torna ad impennarsi verso il 25 per mille del 1985, unico caso in tutto il Sud America. Non è l'unico dato che segnala una gravissima crisi sanitaria del Paese. Per esempio la malaria, che all'inizio di questo secolo si era stabilizzata a 1,5 casi ogni mille abitanti, è aumentata da allora al 2016 di 5 volte, e nel 20017 era a 10.1 per mille. Ma la mortalità infantile è considerata negli standard internazionali un fattore chiave per valutare lo stato di salute, sociale e ambientale complessivo di un Paese. Le spettacolari cadute di gusto - come il figlio di Maduro che in piena crisi viene fotografato alla festa di un miliardario in un orrendo grande albergo, mentre si fa una doccia di dollari americani - ne fanno parte, ma sono infinitamente meno importanti. È per questi aspetti strutturali di rapina e impoverimento di un intero Paese che l'Osservatorio Venezuelano sulla salute, Amnesty International, e l'Organizzazione internazionale per i rifugiati hanno già riconosciuto lo stato di crisi umanitaria in Venezuela. Anche l'Assemblea nazionale venezuelana, l'organo dei rappresentanti eletti nel Paese, presieduto da Juan Guaidò, (il nuovo capo dello Stato riconosciuto ieri dal Parlamento Ue), ha dichiarato anch'esso la crisi umanitaria del Venezuela chiedendo alla comunità internazionale gli aiuti per fronteggiarla. Ma il governo Maduro ha finora posto il veto ad ogni iniziativa che diminuisse il suo potere assoluto sulla nazione.Ci saranno certamente anche questioni politiche e economiche, e andranno affrontate. Oggi però (come raccontano le ricerche pubblicate da Lancet ) la partenza di Maduro è per il Venezuela innanzitutto questione di vita o di morte. A cominciare dai bambini appena nati.