2020-04-05
Comuni in rosso. Servono 5 miliardi
Il sindaco di Bari, Antonio Decaro (Ansa)
Crollano tutte le entrate, come multe, tasse e dividendi, mentre le spese restano fisse: le casse si stanno prosciugando. «Senza altri fondi entro agosto crisi di liquidità».La tempesta economica scatenata dal coronavirus si abbatte anche sui Comuni. Non ci sono solo i mancati incassi da multe, imposte e tributi, ma tutte le entrate da parcheggi, turismo e ingressi nei musei e la drastica diminuzione o l'azzeramento dei dividendi delle società partecipate. I cittadini non pagheranno le rette degli asili chiusi ma l'ente dovrà comunque stipendiare le maestre e il personale. Impensabile chiedere la tassa di occupazione del suolo pubblico ad attività che hanno dovuto abbassare la serranda; i tavoli e le sedie all'aperto sono vuoti. Secondo le ultime stime, per le amministrazioni comunali si prevede una stangata da 3 miliardi di euro, sotto forma di mancati introiti, come effetto delle misure di contenimento del virus. Per non parlare degli effetti della dieta di dividendi imposta da molte multiutilities partecipate che hanno deciso lo stop alla distribuzione delle cedole per gli azionisti. I 4,3 miliardi annunciati dal premier Giuseppe Conte il 28 marzo scorso in realtà sono solo un anticipo (e per giunta di appena un mese) di soldi che sarebbero comunque arrivati agli enti locali in termini di liquidità per l'amministrazione ordinaria. Non solo. Il Fondo di solidarietà comunale non può essere trasformato in aiuti diretti. La somma che, diversamente, è destinata agli aiuti diretti è molto più bassa: 400 milioni che, suddivisi tra i quasi 8.000 Comuni, naturalmente si riducono e sono da stimarsi con il criterio di perequazione.«Con 400 milioni andiamo avanti per due o tre settimane», ha detto Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci. E da Nord a Sud, l'allarme è a una sola voce. Il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, delegata per Anci Toscana alla finanza locale, ha fatto qualche conto. «La media delle uscite dei primi tre mesi 2020 di tutti i Comuni toscani è stata pari a circa 405 milioni di euro al mese. A fine marzo 2020 la cassa si aggirava su circa 1,2 miliardi Se la media delle entrate dei prossimi mesi crollasse, come è avvenuto nel mese di marzo, per cifre che oscillano tra il 70 e l'85%, è evidente che i nostri Comuni non potranno più far fronte ai pagamenti ed entrerebbero in una crisi di liquidità che possiamo stimare entro agosto». A differenza di un privato ovviamente un Comune deve continuare a pagare interamente gli stipendi al personale, gli appalti in essere, le utenze, i servizi di prima necessità, come la raccolta e smaltimento dei rifiuti, i pagamenti verso le ditte che hanno già lavorato per l'ente e verso le quali avvengono i pagamenti per gli stati di avanzamento. Per non andare incontro al disastro il governo deve intervenire subito o mettendo risorse nuove (a livello nazionale servono almeno 5 miliardi) o consentendo ai Comuni ulteriori anticipazioni di cassa a costo zero da ristorare entro la fine del 2020, senza interessi. Anche Palazzo Vecchio, a Firenze, rischia il default: in questo momento la giunta di Dario Nardella ha in cassa 80 milioni di euro e ogni mese ne deve spendere 25 di stipendi per i suoi 4.000 dipendenti. Nel frattempo deve pagare i contratti vincolati, come la gestione dei rifiuti. In Emilia Romagna, il Comune di Parma probabilmente posticiperà il pagamento della Tari, quindi altri soldi in meno in cassa. Crollano le imposte per la pubblicità, scenderanno i dividendi delle partecipate, Tep e Fiere in primis. L'assessore regionale al Bilancio Paolo Calvano ha annunciato un fondo supplementare di 5 milioni per i nidi che servirà ai Comuni per far fronte a questo momento di spese senza entrate. Ci saranno anche 1,7 milioni destinati alle situazioni di povertà. «Il rischio è che economicamente saltiamo per aria. Abbiamo ottenuto il rinvio al 31 maggio dei bilanci preventivi e consuntivi. Ma servono almeno due miliardi» ha detto Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente dell'associazione (Ali) che raggruppa i sindaci di centrosinistra e civici.
Era il più veloce di tutti gli altri aeroplani ma anche il più brutto. Il suo segreto? Che era esso stesso un segreto. E lo rimase fino agli anni Settanta