2023-03-17
Il Paese soffriva, questi si scannavano
Nicola Magrini, ex direttore generale dell'Aifa (Ansa)
Dopo i veleni tra Sandra Zampa e Silvio Brusaferro, la deposizione di Pierpaolo Sileri fa emergere la guerra intestina che si consumava nel Palazzo durante la pandemia. Quelle di Giuseppe Conte erano favole, la commissione d’inchiesta ora è necessaria.Gli italiani che avevano contratto il Covid morivano su una barella, senza neppure il conforto di parenti e amici. I sanitari invece lottavano a mani nude contro l’epidemia, senza nemmeno i camici e le mascherine per proteggersi dall’infezione. E loro? Loro che avevano la responsabilità di prendere provvedimenti per impedire che il contagio dilagasse, che cosa facevano? Niente, salvo litigare. Sì, dai telefoni dei protagonisti di quella stagione e dalle testimonianze rese davanti alla magistratura, emerge il quadro inquietante di una classe dirigente che al ministero della Salute era non solo divisa e impreparata ad affrontare una pandemia, ma addirittura in preda a una guerra intestina, al punto da diffidare delle persone con cui doveva collaborare, dicendone tutto il male possibile. Un clima di intrighi e cialtronaggine, in cui non sono mancate le spiate e addirittura le minacce. Abbiamo dato conto nei giorni scorsi dei messaggi scambiati tra uno dei sottosegretari alla Sanità, la prodiana Sandra Zampa, e alcuni funzionari, da cui si capisce che alla guida del ministero c’erano tecnici incompetenti, ma quanto emerge dalla deposizione del viceministro Pierpaolo Sileri è anche peggio. L’ex grillino, oggi tornato a fare il medico, ai pm di Bergamo ha raccontato di un’intrusione nel proprio ufficio al ministero da parte di una persona della segreteria di Roberto Speranza. Che ci faceva lì, mentre Sileri era assente? Cercava qualche cosa? E che cosa? Domande legittime, soprattutto a seguito di una minaccia che il capo di gabinetto del ministro gli avrebbe sibilato di persona, dicendo di avere nel proprio cassetto documenti compromettenti proprio a carico del viceministro. Un ambiente decisamente poco collaborativo, soprattutto se risultassero vere altre accuse rappresentate dall’onorevole dei 5 stelle. Il quale, non solo ha raccontato di essere stato escluso da diverse riunioni, ma ha detto di aver più volte sollecitato l’acquisto di respiratori e di avere avvisato, dopo una visita in Cina, del pericolo che l’Italia avrebbe corso qualora il Covid si fosse diffuso, ma di non essere stato ascoltato. Le sue richieste alle riunioni della task force per fronteggiare il virus non venivano neppure messe a verbale e i suoi allarmi erano accolti con gli scongiuri perfino dai luminari. Insomma, al ministero non avevano capito niente di quanto stava per arrivare, dimostrandosi impreparati e incapaci di affrontare una pandemia. In più, di fronte alle sollecitazioni erano pronti a reagire con qualsiasi mezzo, ricorrendo se necessario anche alle minacce di ritorsioni.Giorno dopo giorno, testimonianza dopo testimonianza, va dunque in pezzi l’immagine costruita da Giuseppe Conte e compagni. Per l’allora presidente del Consiglio, tutto era stato fatto al meglio e il suo governo non aveva nulla di cui rimproverarsi. Lo stesso diceva Speranza, ma dalle parole di sottosegretari, viceministri e funzionari emerge un’altra verità, ben più inquietante e allarmante. L’Italia non era prontissima. E nemmeno la task force di esperti, quelli sempre in servizio permanente per sostenere in tv qualsiasi decisione, anche la più ingiustificata come il green pass, era preparata. Se c’erano ancora incertezze sulla necessità di una commissione d’inchiesta che faccia chiarezza su quanto accaduto, la deposizione di Sileri ha tolto ogni dubbio. La maggioranza di centrodestra l’aveva promessa e l’opposizione di centrosinistra di cui fanno parte Conte e Speranza sta facendo qualsiasi cosa per impedirla. Ma Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno i numeri per imporla. Dunque, che aspettano? Non vediamo l’ora che si alzi il velo sui segreti del Covid e credo che, come noi, siano in attesa molti italiani.