2021-05-16
Commissaria Ue alla Salute nei guai per un prestito sospetto da 4 milioni
Stella Kyriakidou (Pietro Naj-Oleari, Wikipedia)
Bufera sull'ingente versamento della Banca di Cipro al marito di Stella Kyriakidou, tramite la società Maralo, di cui è amministratore. Ruolo tuttavia omesso dalla funzionaria nella dichiarazione d'interessi finanziari.Non è il portafoglio dei vaccini a mettere in serio imbarazzo in questi ultimi tempi Stella Kyriakidou, commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare, bensì quello infilato nella tasca del marito Kyriakos Kyriakides. Stando a quanto riporta la stampa locale che cita un rapporto pubblicato dalla Corte dei conti cipriota, sul conto corrente della dolce metà della commissaria sarebbero atterrati la bellezza di quattro milioni di euro. L'ingente accredito arriverebbe dalla Cyprus cooperative bank, istituto di credito di proprietà statale, più volte salvato grazie al denaro dei contribuenti. Nel corso di un'indagine volta a ricostruire i movimenti di denaro legati alle persone politicamente esposte, i revisori hanno scoperto il finanziamento a favore del marito della Kyriakidou. Un trasferimento che nel rapporto viene etichettato come «molto problematico», non fosse altro perché Kyriakos Kyriakides non sarebbe stato in grado di fornire sufficienti garanzie per ottenere il prestito. E allora da dove arrivano questi soldi? Interpellato dal programma tedesco Panorama, il presidente della Corte dei conti cipriota Odysseas Michaelides ha dichiarato: «Siamo qui per documentare dei fatti, non per esprimere giudizi, ogni cittadino può farsi un'idea se tali transazioni siano legittime o meno». Parole che di certo non contribuiscono a gettare acqua sul fuoco di una vicenda dagli inevitabili risvolti politici. Possibile che Kyriakides abbia approfittato della posizione della moglie, in passato deputato del Parlamento cipriota e dal 2019 in carica come commissario europeo, per garantirsi il favore della banca? Un interrogativo pesante, in grado di gettare un'ombra minacciosa sulla figura della Kyriakidou. La cui firma, lo ricordiamo, è in calce a tutti i contratti dei vaccini anti-Covid sottoscritti da Bruxelles. Chiarire gli aspetti della gestione finanziaria, anche familiare, e scongiurare eventuali conflitti d'interesse è perciò un atto dovuto da parte del commissario nei confronti dei cittadini europei. Anche perché la vicenda presenta un altro lato oscuro. Lo scorso 6 aprile, l'eurodeputato tedesco dei Verdi Sven Giegold ha presentato un'interrogazione alla Commissione europea. Oggetto, per l'appunto, i conflitti di interesse della Kyriakidou. Nella dichiarazione presentata dal commissario, osserva Giegold, viene riportata una lunga lista di «posizioni da dirigente ricoperte dal marito Kyriakos Kyriakides». E in effetti, consultando la scheda della Kyriakidou sul sito ufficiale della Commissione, si scopre che il coniuge riveste ben dieci ruoli di punta (da manager a presidente) in altrettante società, più un incarico in passato da direttore generale nella National bank of Greece. Nulla di male per un uomo d'affari come il signor Kyriakos. Ma all'appello ne manca una: quella relativa alla Maralo limited, con sede a Nicosia, di cui Kyriakides risulta uno dei manager di punta. E proprio la Maralo avrebbe ricevuto, stando a quanto afferma Giegold, i «grossi finanziamenti» concessi dalla Cyprus cooperative bank e di recente oggetto dei rilievi della Corte dei conti cipriota. Sono tre le domande poste dell'eurodeputato all'attenzione della Commissione europea. Primo: è confermato che Kyriakos Kyriakides, marito di Stella Kyriakidou, è manager della Maralo limited e, se ciò corrisponde a verità, da quando? Secondo: perché tale posizione e i prestiti ricevuti non sono stati riportati nella dichiarazione di interessi del commissario? Terzo: la dichiarazione di interessi della commissaria risulta incompleta, e in tal caso è previsto che la corregga in tempi brevi? Domande che, per il momento, sembrano essere cadute nel vuoto. Nel frattempo, la commissaria si difende dalle accuse che le sono state rivolte, in particolare dalla stampa tedesca, a seguito delle rivelazioni. «Nessun coinvolgimento personale», ha precisato la Kyriakidou in una nota scritta, aggiungendo che «le attività imprenditoriali a cui partecipa il marito si sono sempre basate sulle regole fissate dalle autorità deputate al controllo». Spiacevole malinteso oppure tentativo di nascondere la polvere sotto al tappeto, non è dato sapere. Una cosa è certa, e cioè che uno scandalo finanziario di queste proporzioni rischierebbe di far tremare i palazzi del potere a Bruxelles. E in un contesto nel quale - complice anche la maldestra gestione della strategia di acquisto centralizzato dei vaccini - la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee cola già a picco, rappresenterebbe dal punto di vista politico un colpo potenzialmente fatale alla squadra guidata dalla presidente Ursula von der Leyen. Ma d'altro canto, considerato il potere di cui gode la Kyriakidou e i rapporti di forza che si trova a gestire con le potentissime case farmaceutiche, fare chiarezza sull'argomento pare quanto mai necessario e urgente.