2025-02-14
Commerz taglia 3.900 dipendenti pur di fermare l’assalto di Unicredit
I tedeschi riducono il personale per alzare gli utili e spingere i soci a dire no a Orcel. L’obiettivo è aumentare anche i dividendi.L’ad: «Vivendi partner razionale». Giorgetti: «Il Mef ha ampi poteri su Sparkle».Lo speciale contiene due articoli.Tutti contro Andrea Orcel: tanto in Italia dove Banco Bpm si prepara ad una lunga guerra di posizione per difendere la propria indipendenza. Sia in Germania dove Commerzbank ha messo da parte le mezze misure pur fermare l’avanzata del gruppo italiano. In attesa magari che l’arrivo del nuovo governo, dopo le elezioni del 23 febbraio aiuti a costruire argini più robusti. Ieri la banca ha annunciato che eliminerà ben 3.900 posti di lavoro entro il 2028. Non si tratta di una decisione qualsiasi. Fa parte di un piano di ristrutturazione che dovrebbe portare a un forte risparmio sui costi e all’aumento della redditività per gli azionisti. L’obiettivo è chiaro: fermare Unicredit, che ha in mano il 28% del capitale e punta alla maggioranza assoluta.Per bloccare il progetto il management dell’istituto guidato da Bettina a Orlopp non intende usare mezze misura. Ha annunciato un severo piano industriale nonostante conti del 2024 molto positivi. Commerzbank ha registrato un aumento dei suoi utili netti del 20% (2,7 miliardi) e ha migliorato l’utile operativo del 12% (3,8 miliardi). Sarà distribuito un dividendo di 0,65 euro. Ma per convincere il mercato a non accettare l’offerta di Unicredit non basta. «Abbiamo costruito basi solide e ora possiamo fare leva sulle opportunità di mercato e sugli avanzamenti tecnologici», dice l’ad. Nessun riferimento a esplicito a Unicredit. La giustificazione ufficiale dei tagli è un’altra: «Digitalizzazione» e «espansione delle sedi internazionali».La banca promette di «compensare» gli esodi con l’ingresso di nuovo personale in «aree selezionate». La cura non si ferma qua. Sul piatto ci sono 700 milioni di euro di investimenti. Bettina Orlopp definisce il piano «realizzabile e ambizioso». Non ci sarà «macelleria sociale» considerando che il governo tedesco possiede ancora l’11% del capitale. Tuttavia la direzione di marcia intrapresa non contempla vie di fuga Commerzbank punta a un utile di 4,2 miliardi di euro nel 2028 con forti recuperi di produttività. La banca confida che la serie di annunci di oggi possa convincere gli investitori che l’istituto può avere un futuro di successo rimanendo indipendente. Commerz ha infatti annunciato di voler aumentare tutti gli obiettivi anche in corso di piano: ora punta a un utile netto di 3,8 miliardi di euro nel 2027, rispetto al precedente obiettivo di 3,6 miliardi di euro e a un rapporto costi/ricavi del 53% nel 2027, rispetto al precedente obiettivo del 54%.Una mossa che incassa il sostegno del sindacato Ver.Di . «Per noi, il principio più importante è che nessuno perderà il proprio lavoro in banca contro la propria volontà», sottolinea il segretario, Kevin Voß che è anche nel Consiglio di Sorveglianza della banca. L’organico è, comunque, destinato a rimanere stabile perché ci saranno assunzioni in aree selezionate, come le sedi internazionali con la filiale polacca mBank e i centri a più alta digitalizzazione ma anche a più basso costo in Bulgaria, Repubblica Ceca e Malesia. Allo stesso tempo Commerz punta a far salire il rendimento del capitale netto tangibile al 15% entro il 2028. In precedenza la previsione era del 12,3% per il 2027. «Siamo molto orgogliosi dei risultati ottenuti negli ultimi quattro anni. È un dato di fatto che abbiamo raggiunto o addirittura superato i nostri obiettivi di rendimento del rapporto costi/ricavi in ogni singolo anno dal 2021», aggiunge ancora la Orlopp. E l’istituto, forte di questo slancio, intende fare ancora di più. Nel piano che è «ambizioso e realizzabile» c'è anche un ritorno di capitale attraente. Per quest'anno è previsto la distribuzione dell’intero utile di risultato. Per il 2026-2028 la previsione è la stessa ma legata al successo dell’attuazione della strategia e al contesto macroeconomico. «La Germania ha più che mai bisogno di una banca tedesca forte e Commerzbank è oggi più forte che mai», assicura la Orlopp. Un ulteriore messaggio alle mire di Unicredit con Orcel che ora guarda e valuta, consapevole che per vedere gli effetti del piano ci vorranno tre-quattro trimestri. Ma, soprattutto, il tempo sembra essere dalla sua parte con le elezioni tedesche alle porte e la possibilità di riannodare un dialogo con la futura Cancelleria.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/commerz-taglia-dipendenti-2671157144.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="labriola-lima-la-lista-dei-pretendenti-tim-puo-crescere-con-poste-o-iliad" data-post-id="2671157144" data-published-at="1739547344" data-use-pagination="False"> Labriola lima la lista dei pretendenti: «Tim può crescere con Poste o Iliad» Ogni giorno che passa, l’arrivo di un azionista rilevante in Tim come Poste o Iliad si fa sempre più probabile. Dal punto di vista industriale, Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, ha ribadito che «gli unici possibili obiettivi di fusione e acquisizione sono Iliad o Poste italiane», sottolineando però che la scelta dipenderà dal risultato finale per l’azienda, e non da una preferenza personale. Per aiutare l’azienda sul dossier, Bloomberg fa sapere che l’ex monopolista delle telecomunicazioni avrebbe incaricato Unicredit di vagliare le opzioni sul tavolo. Durante la presentazione dei risultati preliminari di gruppo 2024 e l’aggiornamento del piano strategico 2025-2027, il dirigente ha precisato di non aver ancora avuto interlocuzioni con le due società, poiché «eravamo troppo concentrati sulla chiusura dei numeri del piano, un passaggio essenziale per la nostra azienda». Così, ha aggiunto il manager, «valuteremo qualsiasi opzione strategica per gli azionisti, poiché è chiaro che il consolidamento è fondamentale per sistemare l’attuale panorama». «Siamo a un punto di svolta», ha dichiarato, evidenziando la flessibilità strategica dell’azienda nel cogliere le opportunità del mercato, e affermando che la remunerazione agli azionisti - un traguardo che sembrava irraggiungibile solo un anno fa - ora è a portata di mano. La modalità di tale remunerazione sarà definita nel 2026, in linea con una corretta allocazione del capitale e seguendo un approccio market-friendly. In aggiunta, Labriola ha annunciato che, per il canone concessorio del 1998, si prevede un incasso di un miliardo di euro nel 2025, mentre la sentenza della Corte di cassazione non è attesa prima del 2026. Parlando degli azionisti, Labriola ha definito Vivendi come un partner «estremamente razionale», evidenziando la positività e il carattere professionale dei rapporti attuali e auspicando un dialogo più intenso tra gli azionisti per migliorare ulteriormente i numeri dell’azienda. Concludendo, inoltre, l’amministratore delegato ha ricordato le preoccupazioni iniziali sulla sostenibilità finanziaria dell’azienda all’inizio del 2022, affermando che Tim ha compiuto progressi straordinari, mantenendo le proprie promesse e ripristinando la flessibilità finanziaria. «Oggi iniziamo una nuova era per la nostra società, destinata a diventare l’attore migliore di sempre in Italia», ha dichiarato Labriola. Sul tema, ieri, è intervenuto anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al question time in Senato. «Il coinvolgimento di Retelit consente di attivare sinergie industriali importanti per Sparkle, in quanto opera nello stesso settore ed è in grado di contribuire allo sviluppo degli investimenti nella rete e all’efficientamento della gestione», ha detto il ministro. Sottolineo che il controllo di Sparkle sarà del ministero, che deterrà una quota del 70% del capitale, «conserverà il diritto di nominare la maggioranza del Consiglio di amministrazione e avrà ampi poteri di governance e di indirizzo strategico», ha detto Giorgetti. Inoltre, ha spiegato il numero uno di via XX Settembre, il coinvolgimento del fondo spagnolo Asterion nell’operazione Sparkle con una partecipazione di minoranza "prevede una partnership a natura prettamente industriale e non pregiudica in alcun modo le prerogative di indirizzo strategico dello Stato sull'asset». Il titolo del gruppo ieri a Piazza Affari ha chiuso in calo del 2,1% a 0,29 euro.