
Con il franco Cfa, i transalpini rapinano 500 miliardi l'anno all'Africa, provocando l'esodo. Se denunciamo questa ingiustizia e utilizziamo gli immigrati come uno strumento di pressione, possiamo cambiare le cose.Il governo cerca risorse mentre le lacerazioni crescono. Ci arrendiamo a Francia e Germania? Allora spremiamo i cittadini, oppure ce la prendiamo con gli immigrati; senza tuttavia arrestare la rapina iniziata nel 1992. Cerchiamo invece - a similitudine della Gran Bretagna -una strategia per riprenderci il futuro. Sia chiaro: una strategia non è un raggiro o un espediente. Una vera strategia è attuabile solo disponendo di uomini per pianificarla e gestirla, passo dopo passo. L'Italia smise di fare strategia con la morte di Aldo Moro. Allo statista pugliese, in tutti i palazzi, sono succeduti dei camerieri. Questo governo sarà un'eccezione? Vedremo.Riconosciamolo, non siamo forti. Possiamo dunque attaccare solo i punti deboli degli avversari. Chi è più debole tra Francia e Germania? Apparentemente nessuna delle due. Sono ricche; dominano la Ue; hanno eserciti ben equipaggiati; la Francia è pure una potenza nucleare; hanno servizi segreti efficienti e spregiudicati, specialmente la Francia. Insomma, Francia e Germania sembrano ossi durissimi. Allora rinunciamo? Neppure per idea. La Francia è la nostra preda; vediamo perché e come, facendo leva sull'immigrazione.Il 7%, almeno 4 milioni della popolazione francese, proviene dall'Africa. Parigi, area metropolitana di 17.000 chilometri quadrati ad alta densità, ne è invasa. A questi si giustappongono 90 milioni di africani nei 14 Paesi colonizzati da Parigi con il «franco africano». Altri 100 milioni sono vessati dai traffici di Parigi, Berlino e Pechino, fra Corno d'Africa e Atlantico.Fame e malattie, grazie ai colonialisti, sono di nuovo apocalittiche in Africa. Le migrazioni nascono così e a causa dei giovani africani determinati a entrare in Francia e in Germania per «riprendersi» le ricchezze depredate dai colonialisti. La Francia rapina ogni anno almeno 500 miliardi all'Africa. La Francia è odiata in Africa e in casa sua. È fortemente vulnerabile sul colonialismo; è vulnerabile in Africa; è vulnerabile a Bruxelles; è vulnerabile a Parigi. Ecco come può operare l'Italia.1 Mentre prosegue il contenimento dell'assalto immigratorio, dobbiamo portare a Ventimiglia quanti desiderino transitare in Francia, dai centri di accoglienza italiani, mettendoli sotto l'occhio del mondo intero. Da Ventimiglia agevoleremo in ogni modo - palese e occulto - il transito dei clandestini in Francia. Qualora i francesi tentino di riportarli in Italia, dobbiamo opporci anche con la forza, sotto l'occhio delle telecamere. Più d'una troupe documenti ogni giorno le crudeltà dei francesi - sparano e bastonano a sangue, anche donne incinte. Il messaggio sia: l'Italia è amica dei migranti che vogliono raggiungere la Francia.2 Denunciamo i protocolli aggiuntivi ai trattati Ue che consentono alla Francia di stampare il franco africano, con parità fissa sull'euro, sotto l'esclusivo controllo della Banca centrale francese. Quei protocolli consentono alla Francia di stampare euro sotto le mentite spoglie del franco africano. Questo viola anche l'articolo 11 della nostra Costituzione («L'Italia [...] consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità...»). La parità non c'è: noi non stampiamo cartamoneta e non importiamo nella Ue le conseguenze neocolonialiste dei francesi. Il messaggio sia: l'Italia non vuole lo sfruttamento coloniale della Francia a danno dell'Africa, tanto meno con la complicità della Ue.3 L'Assemblea della Nazioni Unite sia investita della questione coloniale francese, perché tuteli la libertà dei popoli africani dalla Francia. Il messaggio sia: l'Italia non vuole lo sfruttamento coloniale della Francia sull'Africa, tanto meno con la complicità dell'Onu.4 Dobbiamo coordinarci con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna al fine di liberare l'Africa dalla Francia e promuovere le economie locali. Il messaggio sia: l'Italia promuove politiche che aiutano davvero l'Africa in casa propria contro il colonialismo francese.5 Dobbiamo esigere che la Ue intervenga affinché la Francia cessi le sue politiche di sfruttamento dell'Africa. Il messaggio sia: l'Italia vuole una Ue ripulita dal colonialismo che riporti la Francia nella legalità della Ue.6 Dobbiamo esigere dalla Francia il risarcimento per ogni immigrato che transiti in Italia da Togo, Benin, Burkina Faso, Guinea Bissau, Costa d'Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo Brazzaville, Guinea Equatoriale e Gabon. Tale richiesta è fondata sulla responsabilità incontrovertibile della Francia per le spinte a emigrare. Il messaggio sia: l'Italia pretende che la Francia paghi e smetta di sfruttare noi e gli africani.7 Dobbiamo modificare radicalmente l'immagine dell'Italia nei confronti degli immigrati. Il messaggio sia: l'Italia è amica degli africani, l'Italia è nemica di chi li costringe a emigrare, la Francia.In conclusione, togliamo alla Francia ogni credibilità e ogni seguito, in Europa e in Africa, accendendo l'opposizione al colonialismo, in Europa come in Africa.La Francia risponderà violentemente, ma è tuttavia debolissima. I 4 milioni di africani in Francia e l'odio che serpeggia in ogni angolo dell'Africa sono come due secchi di benzina in attesa d'un cerino. La Francia sa bene che, alzandosi la tensione, i rischi le risulteranno insostenibili. Se l'Italia troverà la forza di resistere a ogni tentativo esterno (come pure interno, da piazza del Quirinale e piazza San Pietro), allora l'Europa cambierà. Sarà dura, ma cambierà.Ripetiamolo, possiamo avere due alleati importanti e alquanto motivati: Stati Uniti e Gran Bretagna. Con un po' di fortuna avremmo dalla nostra anche Russia e Israele, ambedue con parecchi conti da regolare con i francesi. Superiamo quindi le politiche di corto respiro, come la guerra alle Ong e ai poveracci sui barconi. Prendiamocela con i veri criminali internazionali. Questo è il Piave della nostra generazione, per riprenderci l'Italia.
I tagli del governo degli ultimi anni hanno favorito soprattutto le fasce di reddito più basse. Ora viene attuato un riequilibrio.
Man mano che si chiariscono i dettagli della legge di bilancio, emerge che i provvedimenti vanno in direzione di una maggiore attenzione al ceto medio. Ma è una impostazione che si spiega guardandola in prospettiva, in quanto viene dopo due manovre che si erano concentrate sui percettori di redditi più bassi e, quindi, più sfavoriti. Anche le analisi di istituti autorevoli come la Banca d’Italia e l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) tengono conto dei provvedimenti varati negli anni passati.
Maurizio Landini (Ansa)
La Cgil proclama l’ennesima protesta di venerdì (per la manovra). Reazione ironica di Meloni e Salvini: quando cade il 12 dicembre? In realtà il sindacato ha stoppato gli incrementi alle paghe degli statali, mentre dal 2022 i rinnovi dei privati si sono velocizzati.
Sembra che al governo avessero aperto una sorta di riffa. Scavallato novembre, alcuni esponenti dell’esecutivo hanno messo in fila tutti i venerdì dell’ultimo mese dell’anno e aperto le scommesse: quando cadrà il «telefonatissimo» sciopero generale di Landini contro la manovra? Cinque, dodici e diciannove di dicembre le date segnate con un circoletto rosso. C’è chi aveva puntato sul primo fine settimana disponibile mettendo in conto che il segretario questa volta volesse fare le cose in grande: un super-ponte attaccato all’Immacolata. Pochi invece avevano messo le loro fiches sul 19, troppo vicino al Natale e all’approvazione della legge di Bilancio. La maggioranza dei partecipanti alla serratissima competizione si diceva sicura: vedrete che si organizzerà sul 12, gli manca pure la fantasia per sparigliare. Tant’è che all’annuncio di ieri, in molti anche nella maggioranza hanno stappato: evviva.
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)
L’aggressore è un gambiano con una lunga fila di precedenti, però si era visto accordare la protezione speciale per restare in Italia. I clandestini sono 50 volte più pericolosi, ma sinistra e magistrati legano le mani agli agenti.
Vittime sacrificali di criminali senza pietà o effetti collaterali della «inevitabile» migrazione di massa? In questo caso il grande abbraccio che tanto intenerisce la Cei si concretizza con un pugno, una bottigliata, un tentativo di strangolamento, qualche calcione mentre era a terra, sputi, insulti. «Mi diceva che mi avrebbe ammazzata», scrive sui social Stephanie A., modella di origini brasiliane, aggredita lunedì sera nello scompartimento di un treno regionale Trenord della linea Ponte San Pietro-Milano Garibaldi, nella zona di Arcore. La giovane ha postato gli scatti dei colpi subìti ma anche alcune foto che ritraggono l’aggressore, fondamentali per identificarlo. Il suo appello non è caduto nel vuoto.
Per la sinistra, il crimine aumenta a causa dei tagli alle forze dell’ordine. Il governo ha assunto uomini, però polizia e carabinieri hanno le mani legate. Mentre le toghe usano i guanti di velluto con facinorosi e stranieri.
Ogni giorno ha la sua rapina e la sua aggressione. La maggior parte delle quali fatte da clandestini. L’ultima è quella compiuta da uno straniero su un treno lombardo ai danni di una modella. Ma nonostante l’evidenza dei fatti c’è ancora chi si arrampica sugli specchi per negare la realtà. Non sono bastati gli ultimi dati del ministero dell’Interno, che mostrano un aumento dei reati commessi da immigrati quasi sempre senza permesso di soggiorno o addirittura con in tasca un foglio di espulsione dal Paese.




