
Attacco di Coldiretti all’accordo con l’America Latina. Francesco Lollobrigida annuncia aiuti anti siccità al Sud.Tre italiani su quattro sono convinti che il Mercosur sia un pessimo affare. Con buona pace di Brando Benifei, capodelegazione del Pd a Strasburgo, che ha definito l’accordo con i Paesi del Sud America «storico» e del senatore dem Fabio Porta che da anni segue gli italiani d’Argentina e Brasile e dice: «È un patto win win, l’Italia non si chiuda a questa enorme possibilità». Mentre Dario Nardella che sempre per il Pd sta nella commissione Agricoltura di Strasburgo dice che «è un azzardo della Von der Leyen». Perché occuparsi del Pd? Perché è la spia della confusione che in Europa regna sovrana e dimostra come a Bruxelles vada continuamente in scena un gioco delle parti distantissimo dalla realtà. Ci hanno pensato Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo - presidente e segretario generale di Coldiretti - a riportare i rischi del Mercosur, è il caso di dirlo, sulla terra; meglio, sui campi. Il pasticciaccio brutto di Montevideo è stato al centro, ieri a Roma, dell’assembla di Coldiretti che ha commissionato il sondaggio al Censis per sapere se gli italiani hanno capito la posta in gioco. La risposta è sì e il 74% boccia il Mercosur ed è preoccupato. La baronessa Ursula von der Leyen ha siglato quel patto dopo una ultraventennale trattativa sull’onda di due emergenze: accontentare i suoi connazionali tedeschi che sperano di vendere le loro automobili che emettono CO2, ma siccome capita fuori dall’Europa va bene; e cercare di ovviare ai temuti dazi che Donald Trump potrebbe mettere. È partita infatti la macchina della retorica - la Commissione sa come usare le cripto profilature via social che contesta a Elon Musk per fare persuasione occulta - che dice: costruiamo un’area di libero mercato per 720 milioni di consumatori, risparmieremo oltre 4 miliardi di dazi. Il fatto è che la Francia ha già detto no, lì i contadini contano, la Polonia idem e l’Italia non è da meno. Ha chiarito Prandini: «Senza reciprocità i prodotti agroalimentari che arrivano dal Mercosur faranno dumping economico e sanitario ai nostri». Il Brasile, primo produttore di carne al mondo, usa antibiotici da noi vietati per allevare gli animali, ha aumentato l’uso di agrofarmaci del 600% negli ultimi 30 anni, mentre l’Italia lo ha ridotto del 50%, tagliando anche le emissioni del 24%, contro una media europea del 20%. In Brasile, invece, le emissioni sono aumentate del 50%. Senza reciprocità il Mercosur è inaccettabile. Lo stesso vale per il riso (i Paesi latinoamericani ne esportano 2,3 milioni di tonnellate) che minaccia seriamente la produzione italiana: la prima per quantità e qualità in Europa. Mentre la Von der Layen piange sull’ambiente in pericolo, Luiz Inácio Lula da Silva, presidente brasiliano, impegni tipo il Green deal, compresa la deforestazione dell’Amazzonia, non ne prende. C’è poi un ulteriore problema: i prodotti che arrivano da quei Paesi sbarcano a Rotterdam dove i controlli rischiano di essere blandi - l’Olanda campa di traffici portuali - e ne sappiamo qualcosa con la xylella per cui o si rivede il Mercosur alla radice o non c’è garanzia. Ne sono convinti anche i tre ministri intervenuti ieri all’assemblea di Coldiretti. Per Guido Crosetto (Difesa): «Non possiamo ripetere gli errori fatti nel mondo industriale con la Cina». Per il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Non si può penalizzare il settore agricolo. Per come è scritto oggi, soprattutto per la carne, l’accordo non è utile. Bisogna lavorare per una giusta soluzione e siamo ottimisti di riuscirci». Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha sostenuto: «Valutiamo il Mercosur come una potenziale buona carta, ma tutti i settori devono vederne un vantaggio. Non si possono sacrificare i campi per favorire solo alcuni comparti». Lollobrigida si è presentato da Coldiretti con una buona notizia: è stata raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul decreto ministeriale che destina 112,2 milioni di euro a favore delle imprese agricole del Sud Italia e delle Isole, gravemente danneggiate dalla siccità. Il ministro ha sottolineato: «Avevamo preso un impegno, ribadito anche durante il G7 agricoltura di Siracusa, e lo abbiamo mantenuto. L’azione, comprende una superficie complessiva stimata in 797.000 ettari. Gli agricoltori non sono soli». Insomma è toccato a Lollobrigida mettere una pezza ai danni che Bruxelles provoca ai nostri campi. Lo ha ricordato Ettore Prandini: «Sono 9 miliardi di euro i danni causati nel 2024 dai cambiamenti climatici e dalle epidemie, con un impatto dirompente sulle aziende già alle prese con la concorrenza sleale delle importazioni dall’estero e gli elevati costi di produzione. L’Europa aveva promesso un piano invasi che non si vede. Resta il dato che la siccità per alcune produzioni, dal grano (-20%) all’olio d’oliva (-32%), ha pesato troppo. Neppure il vino si è salvato». Dal governo Meloni arrivano però aiuti: in finanziaria c’è un pacchetto (dal ristoro agli allevamenti per la lingua blu, alla pesca, dalle accise tagliate sulla birra al fondo acquisto per gli indigenti) che passa il miliardo.
(Getty Images)
Dopo 90 anni al timone, cessione da 3 miliardi. Il governo può valutare il golden power.
Ansa
Dieci anni fa scoppiò il Dieselgate, la truffa di Volkswagen sulle emissioni scoperta dagli statunitensi, già in guerra commerciale con Berlino. Per riprendersi, l’azienda puntò sull’elettrico e ottenne il sostegno di Ursula. Ma ad approfittarne sono stati i cinesi.
Alice Weidel (Ansa)
I Maga sfidano le censure del Vecchio continente: la vice di Alice Weidel e un militante escluso dalle elezioni per sospetti sulla sua «lealtà alla Costituzione» vanno a Washington dai funzionari di Marco Rubio e di Jd Vance.
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Il presidente di Unimpresa: «Va data sicurezza alle transazioni delle pmi che operano in più valute. L’Occidente imponga standard di qualità contro la concorrenza sleale».