2025-06-25
Codice Rosso, verso la riforma: più tutele e incidente probatorio da subito
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Nel nuovo disegno di legge previsto l’incidente probatorio anticipato, l’istituzione dell’albo dei criminologi e interrogatori affidati solo ai pubblici ministeri. Oggi il 67,7% dei casi viene archiviato durante le indagini preliminari.Prende forma una nuova proposta di modifica al Codice Rosso, attualmente in discussione, promossa dal gruppo parlamentare “Noi Moderati” e guidata dalla psicologa Annamaria Casale, presidente dell'iniziativa. L’intervento legislativo nasce con l’obiettivo di rispondere all’aumento dei casi di violenza di genere, introducendo strumenti che mirano a rendere più efficace e garantista il sistema giudiziario in questa materia.Un elemento particolarmente critico emerge dai dati: circa il 67 % dei procedimenti avviati a seguito di segnalazioni in base al Codice Rosso si concludono con un’archiviazione già nella fase delle indagini preliminari. Si tratta di percentuali che alimentano dubbi sull’efficacia del meccanismo attuale nella protezione effettiva delle vittime.Uno dei punti principali della proposta è l’introduzione dell’incidente probatorio cautelare, ovvero la possibilità di cristallizzare anticipatamente, in fase di indagine, la testimonianza della presunta vittima davanti al giudice, prima che il processo abbia inizio. Questo strumento è pensato per proteggere la persona offesa – spesso esposta a pressioni, ritorsioni o revittimizzazione – ma anche per garantire una maggiore affidabilità della prova. Al momento invece l’incidente probatorio può essere disposto solo in presenza di particolari condizioni, su richiesta del pubblico ministero o delle parti, e con valutazione del giudice. Spesso però, le dichiarazioni chiave delle vittime restano escluse da questa fase, rischiando di perdere forza probatoria nel tempo.La riforma prevede che in determinati casi di violenza – in particolare in quelli previsti dal Codice Rosso – l'incidente probatorio possa essere disposto ex ante, ovvero fin da subito, per raccogliere e fissare le prove in modo ufficiale già nella fase preliminare. Questo darebbe garanzie sia alle vittime, la cui testimonianza verrebbe preservata, sia agli indagati, che avrebbero accesso a elementi probatori validati già prima del processo.Un altro cambiamento previsto riguarda le modalità di interrogatorio delle persone coinvolte: non sarà più la polizia giudiziaria a condurre l’audizione delle vittime, ma direttamente il pubblico ministero. L’obiettivo è evitare dispersioni o distorsioni nella raccolta delle informazioni, oltre a fornire un livello di maggiore controllo e competenza giuridica nella gestione di testimonianze delicate.La riforma prevede inoltre la creazione di un Albo nazionale dei criminologi, figura finora priva di un riconoscimento formale nel sistema giudiziario italiano. Potranno accedervi i laureati in criminologia, aprendo la strada a un inquadramento professionale più chiaro e regolato per questi esperti, spesso coinvolti nei casi di violenza domestica e femminicidio, sia in ambito investigativo sia in quello della prevenzione.Tra le novità vi è poi il rafforzamento delle misure cautelari e la previsione di termini più brevi per l’avvio delle indagini, coerentemente con l’impianto originario del Codice Rosso, ma con una maggiore sistematicità.Il disegno di legge è supportato da un comitato tecnico composto da giuristi, accademici e psicologi, con l’intento di affiancare il lavoro del legislatore e promuovere un approccio sistemico alla lotta contro la violenza di genere. Secondo i promotori, l'intervento vuole evitare automatismi e rafforzare la tutela delle vittime, garantendo un bilanciamento più efficace tra esigenze di protezione e diritti della difesa.La proposta è ora all’esame del Parlamento. Resta da vedere in quale forma verrà recepita e quali saranno le reazioni politiche e istituzionali nei prossimi mesi.
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