2023-03-14
Il lato oscuro del cartoon dei record: «“CoComelon” è droga per i bimbi»
Ha oltre 50 miliardi di visualizzazioni su Youtube, è nel catalogo di Netflix. Ma la serie animata del momento è costruita per creare dipendenza: le scene cambiano ogni due secondi e i cervelli dei piccoli vengono «fritti».Come Baby Shark, più di Peppa Pig. Un susseguirsi di canzoncine e nenie il cui suono, da solo, è sufficiente a suscitare un brivido lungo la schiena di chiunque abbia bambini.CoComelon non è un cartone qualsiasi. È il cartone: una serie animata diventata impero, con oltre cinquanta miliardi di visualizzazioni su Youtube e spin-off pronti a debuttare online. CoComelon, ideato da due genitori per educare i propri figli attraverso il gioco, è l’ossessione di tanti bambini. Tantissimi, ovunque. «Non avremmo mai immaginato che il nostro canale potesse crescere così tanto o che potesse attrarre un seguito così ampio e fedele», ha giurato Jay Jeon, co-creatore dello show, a The Independent, ritornando con la mente alla genesi quasi casuale dello show.Lui e la moglie, un’illustratrice di libri per bambini, hanno cominciato per gioco. Era il 2006, Google ancora non aveva acquisito Youtube. La coppia ha unito le proprie capacità creative e messo insieme una sorta di cartone animato. Le puntate duravano poco, tre, quattro minuti al massimo. Non c’era dialogo, ma musica. JJ, bambino sdentato con un unico ricciolo biondo sul piccolo crapino, cantava. Con lui, la famiglia, gli amici, gli animali. CoComelon doveva servire ai due per intrattenere i figli. Al più, quelli degli amici. Ma questi insistevano. Avrebbero dovuto aprire un canale online e condividere quanto fatto. Jay Jeon, immigrato negli Stati Uniti dal Sud della Corea negli anni Novanta, alla fine, ha acconsentito.CoComelon ha debuttato su Youtube nella seconda metà del 2006, ma il successo, quello vero, è arrivato più tardi. Nel maggio 2016, il canale ha ottenuto un milione di iscritti. A fine 2019, erano quasi settanta milioni. Nel 2020, quando CoComelon ha annunciato l’uscita dei primi dischi di filastrocche e di una propria linea di giocattoli, gli iscritti al canale sono diventati tanti da non poter più essere contati. CoComelon, allora, era il primo canale Youtube degli Stati Uniti, con oltre cinquanta miliardi di visualizzazioni al mese e un indotto economico che il Wall Street Journal aveva quantificato in centoventi milioni di dollari l’anno. Netflix ha deciso di mandarli in onda, gli episodi di quel cartone. E il successo, sulla piattaforma, è stato mostruoso.CoComelon, ancora oggi, è tra i titoli più visti di Netflix, lo sopravanzano solo Stranger Things e Ncis - Unità Anticrimine. Lo scorso anno, la serie ha registrato quasi quaranta miliardi di minuti visti. Un’enormità cui un TikToker specializzato in divulgazioni di carattere scientifico ha voluto dare un perché. «Qualcuno mi ha parlato di uno show che, apparentemente, per i bambini è potente quanto il crack. Ho deciso di cercare di capire come mai eserciti sui piccoli una tale fascinazione e questa potrebbe essere la ragione», ha cominciato The Circus Brain, in un video diventato presto virale. Il TikToker, per spiegarsi, ha mostrato un breve estratto di un altro popolare cartone animato, My Little Pony. My Little Pony, ha detto, cambia scena ogni quattro secondi o giù di lì, dando modo ai più piccoli di catturare ogni elemento di ciascuna scena. CoComelon, invece, cambia scena ogni secondo o due. Il cervello dei bambini, dunque, è costretto a guardare. Non può afferrare tutto, il ritmo è troppo sostenuto. I piccoli provano e, nel provare, rimangono avvinti. Praticamente, «friggono», loro e i loro cervelli ancora acerbi.«Si chiama sovrastimolazione. Più o meno, accade loro quel che accadrebbe se consumassero droghe», ha commentato un utente, le cui parole sono state avvalorate da quelle di esperti. Jerrica Sannes, esperta di educazione e sviluppo infantili, ha detto che CoComelon non crea solo dipendenza, ma problemi comportamentali e disordini nell’attenzione. «CoComelon si regge su una stimolazione così eccessiva del cervello infantile da agire come una vera e propria droga. Il cervello riceve una dose di dopamina a causa, o grazie, al tempo passato davanti allo schermo, e sembra che più forte sia la “droga”, più forte sia la “reazione”», ha dichiarato Sannes, spiegando come una dose sostenuta di dopamina possa provocare nei più piccoli sintomi simili a quelli della dipendenza e della conseguente astinenza.CoComelon, su questo assunto, pare giocare. Le scene cambiano troppo velocemente. I colori sono abbaglianti, la musica coinvolgente. Tutto sembra costruito perché la dopamina, naturalmente prodotta dal corpo umano e nota (in maniera un po’ approssimativa) come «sostanza del piacere», possa entrare in circolo e creare quel senso di gratificazione e ricompensa che anche le droghe - o l’alcol o le sigarette - sanno produrre artificialmente.In buona sostanza, CoComelon sembra costruito per generare dipendenza, secondo un meccanismo che altri media contemporanei, TikTok su tutti, paiono voler sfruttare.
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