2024-01-17
Clima teso tra Tokyo e Pechino
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Il ministro degli Esteri giapponese, Yoko Kamikawa (Ansa)
È salita la tensione diplomatica tra Giappone e Cina. Pechino non ha infatti gradito che il governo di Tokyo si sia congratulato con William Lai per la sua recente vittoria alle elezioni presidenziali di Taiwan.In particolare, le congratulazioni erano arrivate dal ministro degli Esteri nipponico, Yoko Kamikawa, che aveva anche definito Taipei «un partner estremamente cruciale e un amico importante». Parole, le sue, che hanno fatto scattare l’irritazione del Dragone. «Esprimiamo forte insoddisfazione e ferma opposizione a questo, e abbiamo presentato solenni rimostranze alla parte giapponese», ha tuonato l’ambasciata cinese in Giappone. Ricordiamo che Pechino rivendica la sovranità su Taiwan, nonostante quest’ultima non abbia mai riconosciuto né sia mai stata sotto il controllo della Repubblica popolare cinese, che fu proclamata da Mao Zedong nel 1949. La stessa risoluzione Onu del 1971, che attribuì a Pechino il seggio al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non riconobbe alcuna autorità alla stessa Pechino su Taipei: un elemento, questo, che all’epoca fu ammesso anche dall’allora primo ministro cinese, Zhou Enlai. D’altronde, le congratulazioni al presidente in pectore taiwanese non rappresentano l’unico motivo di attrito tra Tokyo e il Dragone oggi. Pochi giorni fa, il Giappone ha preso parte insieme agli Stati Uniti e alla Corea del Sud al primo dialogo sull'Indo-pacifico. Nell’occasione, i tre Paesi si sono opposti a «qualsiasi tentativo unilaterale di modificare lo status quo con la forza o la coercizione» nell’Indo-Pacifico e hanno sottolineato «l’importanza della pace e della stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan». Si tratta di un consesso a cui Pechino ha guardato con estremo fastidio.D’altronde, l’irrequietezza della Cina è più che comprensibile. Il Dragone ha infatti subito tre schiaffi internazionali nel giro di poche settimane. Oltre alla vittoria di Lai a Taiwan, lo scorso dicembre il governo italiano ha abbandonato la Nuova via della seta, mentre il neo presidente argentino, Javier Milei, ha bloccato il processo di adesione di Buenos Aires ai Brics. Una serie di tegole che, con ogni probabilità, rischiano di indebolire il blocco di potere interno del presidente cinese, Xi Jinping. È quindi anche per cercare di dare un segnale di forza che costui è intenzionato ad aumentare la pressione su Taipei e sta, al contempo, alzando la voce con Tokyo. Non è da escludere che il leader cinese punti ad incrementare la tensione nella regione proprio per ragioni di compattamento interno e di salvaguardia del proprio potere. Un ulteriore elemento problematico è infine rappresentato dalla Corea del Nord. Il 14 gennaio, Tokyo e Seul hanno infatti reso noto che Pyongyang ha lanciato un missile balistico. La penisola coreana è del resto un’area a cui bisogna prestare la massima attenzione.