2023-08-07
«Sul Reddito nessuno soffi sul fuoco»
Luca Ciriani (Imagoeconomica)
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: «Quella misura non ha creato nemmeno un posto di lavoro, portava solo voti al M5s. Conte? Da un ex premier mi aspetto più intelligenza. O quanto meno pudore».«Il Reddito di cittadinanza è servito solo a garantire voti ai 5 stelle: Conte abbia un po’ di pudore. Chi può lavorare non ha bisogno di protestare in piazza: la dignità si ottiene lavorando». Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, difende la scelta del governo sul sussidio, e rilancia l’opera sull’economia: «Dopo l’approvazione in Parlamento, facciamo partire la delega fiscale e intanto pensiamo alla prossima finanziaria, che certamente non sarà una manovra elettorale». E respinge gli attacchi dell’opposizione: «Non accettiamo lezioni, soprattutto sulla Rai e su Saviano».Lei ha preso posizioni durissime sul reddito di cittadinanza. Dopo il taglio da parte del governo, non ha paura che montino rivolte sociali?«Non temo la piazza, e nessuno deve sentirsi in diritto di soffiare sul fuoco della protesta. C’è qualcuno che spera in qualche vantaggio elettorale da tutto questo. Sono sempre stato critico nei confronti di questo strumento, il cui taglio era previsto da mesi. A conti fatti, non ha creato un solo posto di lavoro ed è stato fallimentare sotto ogni punto di vista. Insomma, il suo effetto si è limitato soltanto a garantire una rendita elettorale ai 5 stelle».Forse si poteva evitare la comunicazione agli interessati tramite sms?«L’sms non sarà stata la modalità più consona, ma non nascondiamoci dietro a un dito. Chi può lavorare non ha bisogno di andare in piazza, ma trova proprio nel lavoro la dignità e l’affermazione professionale. Le persone bisognose, i veri poveri, i cittadini che lavorare non possono, verranno garantite come e più di prima».Il leader 5 stelle Giuseppe Conte, in Parlamento, ha alzato la voce: «Il governo mandi un altro sms e chieda scusa».«Da un ex presidente del Consiglio, da chi ha varato il reddito di cittadinanza, mi aspetterei polemiche più intelligenti, o perlomeno un po’ di pudore».A proposito di polemiche più o meno intelligenti: che ne pensa di Piero Fassino che in Parlamento sventola il cedolino dello stipendio da parlamentare, negando che si tratti di uno stipendio d’oro?«Non nutro alcuna simpatia per i populismi, ma io quel gesto non l’avrei fatto. È suonato provocatorio nei confronti di tanti italiani che 4.000 euro al mese non li vedranno mai. È giusto che i parlamentari guadagnino bene, ma sventolare la busta paga in aula mi è sembrata una mancanza di sensibilità politica e sociale».Si aspettava toni diversi, dal rappresentante di un partito socialdemocratico?«È stata una mossa che fa a pugni con la storia della sinistra, che in teoria dovrebbe rappresentare gli ultimi, le periferie. Insomma, forse al di là delle intenzioni di Fassino, è apparso come un gesto di puro autolesionismo, per di più offensivo per chi non arriva a fine mese».Intanto il Pil italiano cala a sorpresa nel secondo trimestre: ci sono rischi per la tenuta dell’economia?«Non sottovaluto le indicazioni dell’Istat sul Pil, ma ricordiamoci che Ocse e Fmi hanno stimato che la crescita del Paese sarà in linea con le previsioni del Def. Confrontando la situazione italiana con i Paesi modello, Francia e Germania, comprendiamo che stiamo facendo meglio degli altri. Restiamo ottimisti, anche considerando che l’ultima finanziaria è stata una strada obbligata, tutta incentrata sugli aiuti in bolletta».Mentre si vara la delega fiscale, sapete già dove troverete i fondi per finanziare la riforma Irpef?«La rivoluzione fiscale non si fa in sei mesi o in un anno. Troveremo le risorse in finanziaria, mentre il taglio del cuneo fiscale da 9 miliardi dovrà diventare strutturale. La strada è tracciata, e un passo alla volta completeremo il quadro in cinque anni. Ricordiamoci che fino a pochi mesi fa si dipingeva un Paese a picco, condannato dai prezzi dell’energia alle stelle: oggi, al contrario, arrivano ottimi dati sull’occupazione. C’è da essere fiduciosi».Con la delega fiscale, vi accusano di aver fatto un grande regalo agli evasori.«La lotta all’evasione, al contrario, resta una priorità, e presto compariranno nuovi strumenti tecnologici di controllo. Ma siamo consapevoli che questa lotta passa soprattutto da un cambio di atteggiamento nei confronti dei contribuenti: lotta serrata ai furbi, ma senza colpevolizzazioni a tappeto dei cittadini. Questo cambio di registro siamo convinti possa produrre, tra le altre cose, anche un aumento delle entrate». Come farete a tenere a bada le richieste degli alleati in vista della prossima manovra?«Un passo per volta. Anzitutto occorre dare concreta applicazione alla delega fiscale, propedeutica agli atti successivi, e anche alla manovra finanziaria. Però posso già dire che continueremo a seguire il solco del programma di centrodestra: meno tasse per le famiglie e per le imprese che assumono. E non ci sarà nessun assalto alla diligenza: di sicuro non si configurerà come una manovra “elettorale”» .Intanto il carovita morde. Le misure per calmierare il carrello della spesa, il «trimestre antinflazione», saranno davvero efficaci?«Iniziative come queste hanno una finalità importante: promuovere una collaborazione tra governo, imprese ed esercenti per tamponare l’ascesa dei prezzi. Sappiamo benissimo che non si possono calmierare i listini per decreto, né regolare al centesimo i prezzi con un tratto di penna, dal momento che non viviamo, fortunatamente, in un sistema sovietico. Però possiamo appellarci al buon senso di tutti, mentre il governo controllerà e punirà chi fa il furbo sui prezzi».E la benzina?«Il nuovo decreto è appena entrato in vigore, e non per andare contro la categoria dei benzinai, bensì contro i pochi profittatori del settore. L’unica soluzione per raffreddare i prezzi attiene alle politiche monetarie, che passano sopra la nostra testa. Da par nostro, stiamo lavorando sul rafforzamento del potere d’acquisto delle famiglie: 30 miliardi sulle bollette, taglio del cuneo fiscale, welfare aziendale, aumento e rivalutazione delle pensioni minime. L’obiettivo è difendere il ceto medio-basso del Paese, cioè la maggioranza degli italiani».Sul salario minimo si parla di un confronto forse già a settembre con l’opposizione. Un accordo è possibile?«È complicato: troppo distanti le posizioni economiche e culturali. Siamo disposti a ragionare ed ascoltare tutti, ma la vedo dura raggiungere un compromesso».Presterete ascolto a Renzi sull’idea dell’elezione diretta del premier?«Non prendiamo lezioni da Renzi. L’idea presidenziale, che passa per il rafforzamento dell’esecutivo, è la nostra battaglia da sempre. È un’idea nata con il centrodestra».Autonomia e presidenzialismo viaggiano ancora insieme, nella vostra agenda delle riforme?«Sono due treni paralleli. Il treno della riforma Calderoli e il treno presidenzialista, anche se il secondo ha un tragitto più complesso. Ovviamente sono due facce della stessa medaglia. La grande riforma del Paese prevede maggiore autonomia per le Regioni che sono in grado di amministrare i loro territori, e un sistema istituzionale centrale più forte, stabile e autorevole. Le due cose non possono che stare insieme».Intanto il Pd continua ad accusarvi di occupare il potere in maniera disinvolta, a cominciare dalla Rai.«Come si dice dalle mie parti, è il Carnevale che parla male della Quaresima. Loro, massimi esperti di occupazione di potere, accusano noi? Siamo il primo governo, da anni, espressione del voto popolare, che ha il dovere di nominare i vertici politici e parapolitici. Quando lo faceva la sinistra era democrazia: se proviamo a farlo noi, è occupazione?».Toccare Roberto Saviano è suonato come un affronto…«Non esiste il diritto degli intellettuali di sinistra di attaccare gli avversari in maniera scomposta. Non capisco perché a Saviano debba essere tutto perdonato, mentre se Filippo Facci scrive una frase di dubbio gusto va cacciato dalla Rai. Ci sono due pesi e due misure».Dunque?«Dunque la sinistra può stare tranquilla. Non faremo come loro, che ai tempi esclusero Fratelli d’Italia, unica forza d’opposizione, dal cda Rai. Da un lato non ci facciamo dettare dagli altri le assunzioni in Rai, dall’altro garantiremo democraticamente a tutte le forze politiche di essere rappresentate nella tv pubblica, e di avere voce nei palinsesti».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.