2022-04-18
Cinque falsi miti sulla realtà aumentata
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Questa nuova tecnologia, che entro il 2025 arriverà ad avere un valore globale di 766 miliardi di dollari, è ancora alla sua «preistoria» e la disinformazione che la circonda è ancora tanta. Insieme a Mattia Salvi di Aryel chiariamo alcuni dei maggiori dubbi sull'AR.Euromonitor Internation ha definito quella del Metaverso una delle prime tendenze globali dei consumatori per il 2022. Solo qualche giorno fa, Mark Zuckerberg - uno dei primi imprenditori a puntare su questa nuova realtà - ha annunciato che nei prossimi anni verranno rilasciati di primi occhiali AR (Realtà aumentata, ndr) firmati Meta.Secondo The Verge, il prodotto che Zuckerberg e il suo gruppo stanno sviluppando si chiama «Project Nazare» e funzionerebbe indipendentemente da un telefono cellulare, sfruttando i controlli del polso per navigare tra le varie funzioni. La realtà aumentata si prepara così a svolgere un ruolo chiave nell’evoluzione del Metaverso, collegando le persone ai suoi regni digitali in una gamma più ampia di modi, fornendo anche suggerimenti e strumenti in vista per facilitare una gamma più ampia di interazioni rispetto a quella a cui siamo attualmente abituati.Uno degli esempi di maggiore successo nell’utilizzo dell’AR per le masse è il videogioco da smartphone Pokemon Go. Pubblicato nel 2016, il gioco conta oltre un miliardo di download a livello globale e un fatturato pari a 6 miliardi di dollari. Secondo Aryel - startup che democratizza la creazione e l’accesso alla realtà aumentata - l’app ha aiutato a far entrare l’AR nelle nostre vite senza che neanche ce ne rendessimo conto.«Dal lancio di Pokémon Go di cose ne sono successe: gli utenti sono passati a provare vestiti, a scegliere l’arredamento di casa, fino a capire quale trucco possa essere il migliore per il proprio tipo di pelle grazie alla fotocamera di un telefono e a una tecnologia relativamente nuova».Lo studio dell’istituto Market Research Future afferma che entro il 2025, il mercato dell’AR arriverà ad avere un valore globale di 766 miliardi di dollari. Ora più che mai è necessario prestare particolare attenzione a questo nuovo strumento che, secondo Mattia Salvi - fondatore di Aryel e negletto tra i 100 under 30 di Forbes Italia 2022 - è ancora circondato da molti falsi miti.«Siamo alla preistoria della realtà aumentata: stiamo costruendo ora, tramite questi primi esperimenti, quello che sarà il potenziale di questa tecnologia che nonostante sia agli inizi ha già un impatto sulle persone. Per questo non bisogna averne paura: si tratta di un’introduzione di ciò che vedremo e useremo in futuro nella nostra quotidianità» ha spiegato Salvi.Ma quali sono le opinioni più comuni in tema di AR e qual è la verità? Ecco i cinque falsi miti più comuni.La realtà aumentata è una tecnologia costosaIn molti credono che l’AR sia una tecnologia costosa, riservata solo a grandi aziende che possono permettersi di investire in progetti personalizzati che richiedono budget altissimi. In realtà non è così: non c’è bisogno di creare una struttura proprietaria ma si utilizza la WebAR ovvero realtà aumentata che funziona sul web, senza bisogno di app. L’alternativa sono piattaforme fai-da-te come Aryel, in cui anche PMI, agenzie e freelance possono permettersi di creare esperienze in AR da condividere con un semplice link, senza dover affrontare investimenti impegnativi.La realtà aumentata serve solo per il WOW effectL’idea che la realtà aumentata serva solo per creare e condividere esperienze “per divertimento” e che il suo valore si fermi a quello non potrebbe essere più sbagliata. Questa credenza è dovuta al fatto che finora è stata usata perlopiù in questo modo: Pokémon Go è il caso più esemplificativo. In realtà, l’AR è una tecnologia che permette di ridurre il gap fra offline e online, fornendo molti più dati ai responsabili marketing che possono così conoscere ancora meglio il pubblico a cui si rivolgono. La WebAR è applicabile online grazie a dei QR Code che possono essere stampati oppure condivisi via link su social media o siti web.Per usare l’AR serve un visoreQuesto è un falso mito molto comune riguardo all’AR ed è dovuto al fatto che la realtà aumentata viene spesso confusa con la realtà virtuale. Se quest’ultima cambia ciò che gli utenti vedono nel mondo che li circonda e grazie all’utilizzo di un visore è altamente immersiva, la realtà aumentata mira a migliorare l'esperienza dell'utente che rimane però immerso nel mondo “reale” e viene esperita tramite uno smartphone o un tablet.Per esempio, i giochi di realtà virtuale che richiedono l’Oculus Rift si basano su un mondo completamente nuovo in cui l’utente sarà immerso al 100% grazie al visore. La realtà aumentata, invece, è molto meno pericolosa perché non “confonde” l'utente con mondi alternativi, ma migliora solo quello in cui si trovano, grazie all’aggiunta di elementi virtuali.La realtà aumentata è solo per il B2BUsare l'AR come parte del processo di sviluppo del prodotto sta diventando sempre più popolare in diversi settori nel B2B. Tuttavia, questa tecnologia è ideale anche per il B2C, e sta diventando sempre di più uno strumento al servizio dei marketers e degli studi creativi che possono così aumentare l’engagement dei propri utenti e ampliare il proprio pubblico con esperienze immersive e divertenti che contribuiscono poi a aumentare conversioni e vendite. Grazie a piattaforme come Aryel anche liberi professionisti e freelance possono creare facilmente esperienze in AR per i loro business, sempre con un occhio al budget e senza avere competenze di codice o sviluppo.È una tecnologia da giovani Anche in questo caso, spesso si confonde la realtà aumentata con la realtà virtuale che ad oggi è per lo più utilizzata nei videogiochi dai più giovani. La realtà aumentata invece è già popolare e “sdoganata” anche per la GenX: ormai tutti hanno imparato a scannerizzare un QR code per leggere il menù di un ristorante e sono tanti i prodotti che inducono a fotografare questi marker con il proprio telefono per ricevere sconti e offerte esclusive. Si tratta di un’abitudine già appresa e di una tecnologia senza barriere.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)
Lo stabilimento Stellantis di Melfi (Imagoeconomica)
Ecco #DimmiLaVerità del 12 settembre 2025. Il capogruppo del M5s in commissione Difesa, Marco Pellegrini, ci parla degli ultimi sviluppi delle guerre in corso a Gaza e in Ucraina.